L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-3-2015

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GIOVEDÌ 6 AGOSTO 2015 www.italoamericano.org 26 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Venti milioni in due anni per sostenere l'export della moda italiana negli Usa I l viceministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, accompagnato d ai vertici dell'Agenzia Ice e da una dele- gazione di Confindustria ha illu- strato a New York il "Piano Speciale Moda Usa" per suppor- tare le esportazioni italiane di tessuti, abbigliamento e accesso- ri con un investimento di oltre 20 milioni di euro nel prossimo biennio. Il Piano Speciale USA si svi- lupperà in quattro diverse dire- zioni: accordi con i più impor- tanti retailer statunitensi del comparto moda; fiere ed eventi promozionali; incoming in Italia; attività di comunicazione. Il lancio del Piano Speciale Moda segue di poche settimane la pres entazione del P iano Speciale Agroalimentare avve- nuta a giugno in occasione della fiera Fmi Connect di Chicago. I due piani, insieme al progetto di attrazione investimenti, sono gli strumenti portanti del progetto del Governo Italiano di promo- zione internazionale che guarda agli Usa come principale merca- to di riferimento. PERCHÈ GLI USA - Gli Stati Uniti rappresentano il più grande mercato di consumatori mondiale con 315 milioni di per- sone con una forte prevalenza di mi, pelletteria, cos metica, occhialeria e gioielleria): l'Italia ha venduto in Usa per 5,2 miliar- di di euro, con un incremento di oltre l'11% rispetto all'anno pre- cedente. L'Italia rappresenta il terzo esportatore verso gli Usa dopo Cina e Vietnam, con una quota di mercato del 4,5%, in crescita rispetto al 2013, a significare un orientamento del consumatore Nel 2014 l'Italia ha venduto sul mercato americano beni moda per 5,2 miliardi di euro, con un incremento di oltre l'11% rispetto all'anno precedente (qui abiti Gattinoni, uno dei brand di alta moda più conosciuti nel mondo) Lo store Fiorucci di Beverly Hills e due pezzi vintage marchiati Los Angeles P rovocatorio, pop, econo- mico, capace di respirare e tradurre lo spirito del tempo. A metà strada tra inno- vativo e vintage. Anche Los Angeles si è potu- ta fregiare del marchio Fiorucci. Già nel 1979 le vetrine con gli angioletti sorridenti made in I t a l y i l l u m i n a v a n o B e v e r l y Hills. Al Gran Galà d'inaugura- zione la ressa fu tale che fu necessario l'intervento delle forze dell'ordine. Tra gli ospiti, l'immancabile Andy Warhol. A capacità di cogliere le tendenze. Milanese doc, classe 1935, iniziò a lavorare a 17 anni nel negozio di pantofole del padre. Trentenne aprì il suo negozio n e l l a c e n t r a l i s s i m a G a l l e r i a Passarella, a pochi passi da piaz- za San Babila. Una novità asso- luta se è stato definito il primo concept store italiano, con le novità che arrivavano da Londra e New York. E viceversa: i suoi capi d'abbigliamento vennero da subito distribuiti in Europa e in America. Con lui però, arrivarono soprattutto le icone del momen- to: da Andy Warhol a Madonna, a Keith Haring. Fiorucci li por- terà direttamente nei suoi negozi. Warhol scelse il suo store creati- vo, punto d'incontro degli intel- lettuali newyorchesi, sulla 59th strada per lanciare il suo giorna- le. Una giovanissima Madonna fece da testimonial allo store con il suo primo concerto nell'83 per i 15 anni di Fiorucci. Nel 1984 a firmare il restyling dello spazio milanese con i suoi graffiti è Haring, che per due giorni e una notte fu ospite del negozio di San Babila (trasformato per l'occa- sione in una galleria d'arte con pareti e mobili rivestiti e poi ven- duti all'asta) per creare non solo capi d'abbigliamento ma un modo di essere. Non a caso sarà Fiorucci ad introdurre il total look: gli acces- sori diventano parte integrante di quel marchio di fabbrica che dal BARBARA MINAFRA giovani visto che il 34% della popolazione è under 25. Il 2014 ha fatto registrare un'ottima perfomance dell'ex- port del comparto moda (tessile, abbigliamento, calzature, pella- Fiorucci, l'icona pop della moda italiana nel 1979 era già a Beverly Hills 1970 sigla una produzione indu- striale marchiata con un logo che da allora è sinonimo di uno stile: due angioletti vittoriani accomo- dati su una nuvoletta. Un mes- saggio di pace e amore. Sarà anch'essa un'icona dagli anni Settanta ai Novanta. Per 40 anni, dalla fondazione del marchio che porta il suo nome fino alla cessione e alla creazione dell'ultimo progetto, 'Love therapy', il creativo lom- bardo è stato tra le voci più all'a- vanguardia della moda italiana nel mondo. Non a caso lo scorso giugno è stato nominato ambas- sador di Expo nel design. Nel 1990 ha venduto il mar- chio ai giapponesi. Il negozio diventa un contenitore creativo. Nel 2003 però, le vetrine colora- tissime di Galleria Passarella chiudono. La fine di un'epoca che era iniziata con un viaggio a Londra nel 1965 in cui fu folgo- rato da quello che definì un "caos creativo che rompeva le vecchie regole dell'eleganza". E rivoluzionò anche lui il costume mescolando denim e lycra stretch: i jeans aderiscono alla pelle per mettere in evidenza le curve del corpo. I suoi negozi vendono uno stile di vita, come d'altronde fa la moda italiana nel mondo. Ma rendendolo demo- cratico: sono le tendenze di stra- da a salire sulle passerelle e non abiti extra glamour a scendere dal piedistallo per adattarsi alla quotidianeità. più verso prodotti di qualità. I primi quattro mesi del 2015 evidenziano, grazie al maggior potere di acquisto determinato dall'apprezzamento del dollaro sull'euro, dati ancora più positi- vi, con una crescita del 25,3% rispetto allo stesso periodo del 2014. "Da due anni - ha detto il viceministro Calenda - stiamo lavorando per aumentare l'export verso gli Usa, cresciuto nel 2014 del 10% e che nel 2015 potrà segnare un altro record assoluto". Dopo la tappa newyorkese scelta per rilanciare il tessile di qualità, prerogativa tutta italiana e come tale da supportare, il governo italiano punta su Dallas. Un'ulteriore spinta all'export negli Stati Uniti comincerà infat- ti "dal Texas, lo Stato potenzial- mente più ricettivo per la moda e per l'agroalimentare made in Italy. Qui porteremo Panorama, il videoprogetto realizzato da Fondazione Altagamma, in 200 location e con 100 aziende italia- ne". Calenda ha ricordato che le cifre fino ad oggi messe a dispo- sizione sono significative ma "se verranno spese bene, il Governo è pronto ad aggiungerne di nuove. Perché, mai come oggi, l'attenzione sulla moda è fortissi- ma". fare da colonna sonora il gruppo punk The Screamers. Per decen- ni il negozio ha dettato tendenze e gusti ai modaioli losangelini. N e l l e s c o r s e s e t t i m a n e è s c o m p a r s o u n n o m e c h e h a segnato un'epoca nella moda italiana. Non solo abiti e acces- sori ma uno stile. Elio Fiorucci, che si definiva un imprenditore della moda e non uno stilista, a v e v a i n v e n t a t o u n m o d o d i essere: colorato, dinamico, gio- v a n e , n u o v o , g l o b a l e p r i m a a n c o r a c h e s i c o m i n c i a s s e a usare questa definizione. Merito delle sue frequenta- zioni, del suo passato, della sua Nel '70 nasce il marchio Fiorucci. Fu ideato dall'architetto Italo Lupis

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