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GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Un supereroe per difendere la cultura di Ferrara Maialik non ruba e non indos- sa maschere, è dotato di partico- lari poteri perché non è origina- rio del nostro pianeta. La sua missione è di proteggere la cul- tura e le tradizioni del territorio ferrarese da ogni tipo di minac- cia, il tutto in chiave divertente e ironica. Come si sviluppa il microco- smo di "Maialik"? Maialik si è creato un habitat ideale nel sottosuolo di Ferrara. Il supereroe ha costruito una rete di stanze e cunicoli sotterranei grazie ai quali può spostarsi di si muove con l'aiuto di mezzi come l'Apelik o il Dronelik, costruiti da lui personalmente. Grazie ai suoi poteri non cono- sce ostacoli tanto che, nel suo vocabolario, la parola "impossi- bile" non esiste. Se le circostanze lo richiedono il supereroe può cambiare forma, siano esse umane, meccaniche o elettroni- che. Nel suo mondo orbitano alcu- ni importanti personaggi che contribuiscono a renderlo più dinamico e simpatico, tra questi Gattolik, il suo inseparabile gatto. Le forze dell'ordine hanno un ruolo importante, mentre nelle storie di Diabolik l'antagonista è rappresentato da Ginko, qui abbiamo l'ispettore Pinco Bulletti, coadiuvato dal suo assi- stente Pallino Ciordani. Altri per- sonaggi fissi sono: Lucio Furbetti manutentore all'interno di Telesbragonza e la donna delle pulizie della medesima sede, la signora Franca Razdo. Maialik e Carlastolfo Bonzagni, cosa li accomuna e cosa li distingue? Li accomuna l'origine biologi- ca perché in realtà sono la stessa entità che, grazie a una sorta di metamorfosi, li cambia soltanto esteriormente. Nel confrontarli è lampante la differenza a livello di conformazione fisica. Maialik è corpulento e massiccio mentre il giovane Carlastolfo è gracile, direi quasi trasparente. Entrambi però si compensano ai fini delle missioni perché il giovane gior- nalista, grazie al suo lavoro, è sempre aggiornato su quanto suc- cede in città, consentendo a Maialik di intervenire con la complicità della notte. Jekyll e Mr. Hide sono alla base di questo personaggio? In parte sì. La differenza sostanziale consiste nel fatto che i protagonisti del racconto di Robert Louis Stevenson, oltre a trasformarsi nell'aspetto, cambia- no anche nel carattere in maniera radicale. Nel caso del mio perso- naggio il cambiamento si limita solo al fatto che l'eroe è più deci- so e sicuro di sé, ma entrambi hanno una buona indole. Quanto è importante la col- laborazione con Alessandro Bersanetti? Questo progetto si sta renden- do concreto grazie alla preziosa collaborazione di Bersanetti, un amico inseparabile con cui ho condiviso numerose altre avven- ture creative. La pazienza e la costanza di Alessandro nello stu- dio e nella ricerca, sono gli ele- menti che compensano le mie lacune. Il nostro è un connubio felice che ora s'identifica con il logo "Mars&Bersa". "I volti del mercato, Ferrara anni '70" è il libro di fotografie che ha pubblicato, abbinando le sue immagini ai testi di Riccardo Roversi, una perfetta sintesi di due ferraresi doc. Nel 2007 mi rivolsi alla casa editrice Este Edition per proporre il mio primo progetto editoriale intitolato "Alle porte di Ferrara", in quell'occasione scoprii che la dirigeva Riccardo Roversi, un mio vecchio amico conosciuto al tempo del servizio militare a Roma. Ritrovarsi fu una piacevo- le sorpresa per entrambi e grazie anche ai suoi preziosi consigli entrammo subito in sintonia nel- l'organizzare la mia prima pub- blicazione. Alla luce di quel primo contatto la nostra collabo- razione si consolidò e realizzam- mo la mia seconda fatica edito- riale "I volti del mercato - Ferrara anni 70", in cui Roversi, profondo amante e cultore delle nostre tradizioni, inserì alcuni suoi racconti e aneddoti su Ferrara. L'iniziativa piacque sia alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Ferrara, che lo finanziò interamente, sia al pub- blico. Le copie del libro andaro- no esaurite in breve tempo. WILLIAM MOLDUCCI giorno senza essere visto. Il suo spazio vitale è molto particolare perché composto di stanze a cupola con le pareti di roccia e terra, un forte contrasto con l'ar- redamento vario e ricco di ogget- ti di valore storico. Con le sembianze di Carlastolfo, Maialik vive la quo- tidianità cittadina in modo da essere sempre informato su fatti e avvenimenti che possono rien- trare negli interessi della sua "crociata". Di notte esce dai vari pertugi adeguatamente predispo- sti (tombini, porte segrete etc) e Il personaggio inventato per difendere la cultura ferrarese dalla matita di Dino Marsan D ino Marsan è un illustra- tore, artista digitale, foto- grafo, scrittore o per meglio dire un creativo e un visionario, capace di vedere die- tro a un semplice pennello, com- puter o drone, uno strumento in grado di esprimere la propria creatività, spesso in anticipo sui tempi. L'Italo-Americano, che ha contribuito a finanziare la rico- struzione del Teatro comunale di Ferrara danneggiato dal terremo- to del 2012, lo ha incontrato mentre era intento a sviluppare "Maialik", il supereroe difensore della ricchezza artistica e storica ferrarese. Vuole parlarci di "Maialik" il supereroe la cui missione è di difendere il patrimonio cultu- rale ferrarese? Maialik nasce dalla volontà di fondere due elementi quali origi- nalità e cultura. La scintilla è scattata grazie a uno spazio aper- to su Facebook, gestito dai miei concittadini di Ferrara, dove il termine maiale ricorre spesso in un'esclamazione dialettale: maial! Con la complicità di un foglio e una matita ho disegnato di getto un personaggio dal corpo umano e con il volto "paciottel- lo" del suino, trasformandolo in un eroe dedito alla salvaguardia della cultura e delle tradizioni ferraresi. Com'è facilmente intuibile dal nome e dall'abbigliamento, Maialik mi è stato suggerito dalla passione per il fumetto e per Diabolik. Da questo personaggio il supereroe ferrarese ha ereditato soltanto il costume mentre di giorno, per non destar sospetti, si trasforma in Carlastolfo Bonzagni, un giovane giornalista che lavora a Telesbragonza (sbragonza è un termine dialetta- le utilizzato per definire una comare ficcanaso e curiosa), una scalcinata tv locale. Novanta candeline per Camilleri, la penna che scrive siciliano N ovantesimo compleanno di A ndrea Camilleri, insegnante, sceneggiato- re, regista, romanziere e padre del famos o commis s ario Montalbano, grazie al quale è diventato uno degli scrittori ita- liani contemporanei più amati, letti e tradotti. Ed è anche un eccezionale ora- tore. Riportiamo qui un diverten- te aneddoto che Camilleri ha rac- contato durante un festival del libro a Palermo. Certo, bisogne- rebbe leggerlo immaginando l'into nazione della s ua voce fumosa e la gestualità che ne rafforzano il brio. In occasione di un incontro di scrittori, alla lettura di un raccon- to di Camilleri e di un altro scrit- tore francese, i due scoprono con reciproco stupore di aver imma- ginato il loro protagonista nella stessa situazione, anche se poi il commissario francese e il sicilia- no Montalbano portano a termine l'indagine in modo diverso. A questo punto, interviene un famoso scrittore americano, Ed Mc Bain, principale pseudonimo di Evan Hunter, uno dei maestri del poliziesco, il quale in uno strettissimo americano esclama "Questo è il guaio di voi scrittori europei! Siete per la psicologia mentre noi siamo per l'azione, noi americani!". Camilleri paziente pens a: "Vabbene, ci dà sta lezione, l'a- mericano". E continua a raccon- tare: "La sera me lo trovo accan- to a cena. Io non parlo inglese, lui non parlava italiano quindi una cosa triste. Arrivati a un certo punto lui si volta verso di me e mi fa ''Rice ca si siciliano, ri unni si'?'' (mi dicono che sei siciliano, di dove sei?). Papà e mamma di Cinisi erano, io mi chiamo Totò Lombino''. Paradossi della distanza. ROBERTA GREGORI Lo scrittore siciliano Andrea Camilleri