Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel
Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/571687
GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015 www.italoamericano.org 36 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Rileggere Corrado Alvaro cento anni dopo R ileggere cento anni dopo g l i s c r i t t i g i o v a n i l i d i C o r r a d o A l v a r o e f a r conoscere gli inediti ai ragazzi del nuovo millennio è l'opera m e r i t o r i a c h e c o n s u c c e s s o hanno realizzato due illuminati calabresi: lo scrittore Vito Teti e l'editore Carmine Donzelli. Sta incontrando molto interesse il libro "Un paese" e altri scritti g i o v a n i l i ( 1 9 1 1 - 1 9 1 6 ) d i Corrado Alvaro. Il professor Vito Teti, docente DOMENICO LOGOZZO luogo e insieme nella facilità di aprirsi al mondo, alla cultura esterna, di sprovincializzare sia le culture regionali che quella nazionale, che egli non vede separate". I l l u o g o d e l l a m e m o r i a . Ricordiamo a questo proposito quanto scritto da Saverio Strati sull'Unità di domenica 7 gen- naio 1962. Racconta così il suo primo incontro lo scrittore di San Luca. "Conobbi Alvaro al mio paese nel giugno del '53. Alvaro era andato a Caraffa per salutare sua "Delle sue opere, quelle che mi piacciono di più, anzi credo che siano addirittura le migliori, s o n o G e n t e i n A s p r o m o n t e , L ' e t à b r e v e , Q u a s i u n a v i t a (ancora non avevo letto L'amata alla finestra). E di queste tre opere quella che mi parla di lei direttamente e mi tocca è Gente in Aspromonte". "Doveva essere un romanzo, Gente in Aspromonte", disse Alvaro. "Ma ho dovuto tagliare". Arrivammo alla torre da dove si abbraccia un paesaggio immenso e meraviglioso. "È proprio bello questo paesaggio" disse Alvaro. "Verso lì ci dovrebbe essere San Luca", aggiunse rivolto al fratel- lo. "Sì, Corrado. Da quella colli- na si vede San Luca". "Si va lì, p r i m a d i p a r t i r e p e r R o m a " , disse lo scrittore. "È da molto che non torna al suo paese?" Gli domandai. Ma subi- to mi pentii della indiscrezione. Avevo sentito raccontare che Alvaro, ogni volta che scendeva in Calabria, al suo paese non ci andava. "Da molti anni. Né ci voglio mai più ritornare. Ho un bel r i c o r d o d e l m i o p a e s e e n o n voglio sciuparlo. Sono stato feli- ce a San Luca, durante la mia fanciullezza e desidero conser- vare per sempre questo ricordo". Ricordi. Sulla Stampa del 1949 Alvaro scriveva: "Un altro aspetto della Calabria, è quello dei paesi abbandonati e disabita- ti sui monti e sui colli, le finestre vuote, il campanile vuoto ancora in piedi, il castello diroccato. Non soltanto le frane ne consi- g l i a r o n o l ' a b b a n d o n o , m a l a maggiore sicurezza di dopo la schi. Sotto falso nome, si guada- gnò da vivere dando lezioni di inglese. Nel libro "Quasi una vita", ha raccontato i mesi trascorsi a Chieti con immensa gratitudine nei confronti degli abruzzesi che durante l'occupazione tedesca hanno dato generosa assistenza a tutti i fuggiaschi. Tra questi Carlo Azeglio Ciampi, con il quale "divisero il pane che non c'era", come ha scritto nel suo d i a r i o l ' e x p r e s i d e n t e d e l l a Repubblica. Poco meno di un secolo più Unità, la creazione di centri di commercio e di centri agricoli. Le associazioni a delinquere che qualcuno tentò di instaurarvi a i m i t a z i o n e d e l l a m a f i a , n o n attecchirono, e la Calabria è ancor oggi uno dei paesi più sicuri a qualunque ora in ogni sua parte solitaria; è perfino la meno infestata dalla mendicità". La Calabria dimenticata dallo Stato e lasciata in balìa delle forze antisociali, a partire dalla seconda metà del Novecento ha subito una pesantissima trasfor- mazione. Terreno fertile per far c r e s c e r e l e c o s c h e . T e s s u t o sociale progressivamente disgre- gato. La 'ndrangheta si è pro- gressivamente impossessata con la violenza di spazi sempre più ampi, con complicità palesi ed occulte. Connivenze pericolose, sia a livello politico che istitu- zionale. La malapianta si è este- sa. Oggi non è solo un problema calabrese, ma una emergenza nazionale. La piovra mafiosa ha allungato i tentacoli da un capo all'altro della Penisola. E non solo. Ha messo le mani sui traf- fici internazionali di droga. La 'ndrangheta viene considerata tra le più potenti e diffuse orga- nizzazioni criminali del mondo. E il nome di San Luca è triste- mente salito alla ribalta delle cronache mondiali per la strage in Germania. Che tristezza! E quanta amarez- za nel rileggere oggi Saverio Strati e la confidenza che gli aveva fatto Alvaro: "Ho un bel r i c o r d o d e l m i o p a e s e e n o n voglio sciuparlo. Sono stato feli- ce a San Luca, durante la mia fanciullezza". dell'Università della Calabria, che è l'autore dell'introduzione d e l l i b r o c o n u n s a g g i o d i Pasquale Tuscano sul giovane Alvaro poeta, ha scoperto gli inediti nell'archivio del Fondo Domenico Lico di Catanzaro. Ricorda: "Quando ho incomin- ciato a leggere queste carte di cui nulla si sapeva, mi è stato difficile non pensare a una sorta di sorpresa, di dono, a un qual- che segreto che mi veniva affida- to, per via misteriosa, dallo scrit- tore dei segreti". Domenico Lico è il compagno del liceo al quale lo scrittore di S a n L u c a h a c o n s e g n a t o n e l 1940 "la primissima prova narra- tiva, un tentativo di romanzo, scritto a Livorno nel 1916, tra un'operazione chirurgica e l'al- tra, a seguito delle ferite riporta- t e i n c o m b a t t i m e n t o n e l l a Grande Guerra". Ricordiamo che Alvaro fu curato nell'ospedale militare di Chieti e che proprio nella città abruzzese tanti anni dopo trovò un rifugio sicuro dopo essere scappato da Roma per sottrarsi alla cattura dei tede- tardi, non lontano dalla sua San Luca, nel cuore della Magna Grecia, si analizzerà l'inizio del cammino letterario di Alvaro. In effetti "Un paese" si rivela un'anticipazione di tante temati- che e atmosfere alvariane: prima su tutte, l'attenta, quasi etnogra- f i c a e d i a r i s t i c a d e s c r i z i o n e dell'ambiente sociale e umano del suo paese d'origine, con rife- rimenti all'universo popolare e alle culture alimentari, con la narrazione di vicende che ricor- dano la storia d'amore tra il padre e la madre, inizialmente contrastata dal nonno materno". Un'occasione per riflettere e trarre insegnamenti di estrema attualità. "Sono convinto - sotto- linea Teti - che Alvaro sia stato uno dei più grandi e prolifici intellettuali della prima metà del Novecento europeo, autore di poesie, saggi, note di viaggio, a r t i c o l i , r o m a n z i , r a c c o n t i , memorie, ma anche animatore della vita culturale e intellettuale italiana tra le due guerre. Credo sia stato unico nella sua capacità di restare fedele e ancorato a un madre, desideravo molto cono- s c e r l o ; e a n d a i a p p o s t a d a Messina a Caraffa. Lo incontrai per la strada, insieme a suo fra- tello prete. Mi presentai. "Ah! – esclamò Alvaro, stringendomi c a l o r o s a m e n t e l a m a n o - M i h a n n o p a r l a t o d i l e i i Debenedetti. Avrei dovuto leg- gere dei suoi racconti. Ancora non li ho avuti. Se volesse dar- meli lei stesso, li leggerei in que- sti due giorni che starò a Caraffa da mia madre". Provai una gran- de gioia perché Alvaro si offriva di leggere i miei racconti. "Viene giù con noi? Si fa due passi", mi disse. Nulla di più straordinario e di inatteso per me. C'incamminammo verso giù. Tutti sapevano, contadini, artigiani, impiegati, che in paese c'era Alvaro. È un uomo di cui p a r l a n o i g i o r n a l i e l a r a d i o diventa, agli occhi dei più umili, u n d i o . " C o s a f a l e i ? " , m i domandò Alvaro, mentre si cam- minava. "Studio a Messina alla facoltà di Lettere. Ho letto quasi tutti i suoi libri", mi affrettai a dirgli. "Mi fa piacere". Vito Teti, docente, scrittore e autore dell'introduzione al libro su Alvaro Lo scrittore, giornalista, poeta e sceneggiatore calabrese Corrado Alvaro