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GIOVEDÌ 1 OTTOBRE 2015 www.italoamericano.org 44 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO Dal Vaticano a Castel Gandolfo in treno: visitate i luoghi più inaccessibili al mondo Castel Gandoldo con i giardini e l'osservatorio astronomico affacciati sul lago di Albano S embra di essere precipitati direttamente sul set del film di Jean Renoir "La Bete Humaine" (L'angelo del male, 1938) con Jean Gabin nel ruolo del protagonista, un ferro- viere con la faccia nera di fumo. Attorno al treno si affaccen- dano con le telecamere operatori tv di tutto il mondo, autorità e i pochi fortunati giornalisti invitati all'inaugurazione. Colonne di fumo nero salgono verso il cielo terso dei giardini vaticani, poi il fischio acuto di un treno d'antan. Scene d'altri tempi per la spetta- colare partenza del treno storico con locomotiva a vapore che ha inaugurato il collegamento tra la Stazione vaticana e Castel Gandolfo ed Albano. Per volere di Papa Francesco, è stato aperto al pubblico proprio Castel Gandolfo, tradizionale residenza estiva dei pontefici e (finora) uno dei luoghi più inac- cessibili del mondo. Da adesso in poi, un treno settimanale colle- gherà i due Vaticani: San Pietro e Castel Gandolfo. Per l'inaugurazione è stato usato un treno storico trainato da una locomotiva del 1915, con l'elegante carrozza realizzata per i Savoia negli anni '30 e le suc- cessive carrozze a cento porte dove ancora la toilette si chiama ritirata. L'ultima volta che fu usato ospitò Giovanni XXIII. Era il 4 ottobre 1962 e il papa si recò a Loreto ed Assisi per affidare i lavori del Concilio Vaticano II alla Madonna nera. La piccola stazione vaticana, lunga appena 862 metri oltre il Palazzo del Governatorato, è stata in realtà utilizzata dai Papi pochissime volte. Inaugurata nel 1933, il Vaticano se ne servì la prima volta l'11 aprile 1959 per la traslazione della salma di Pio X a Venezia, una seconda alla vigilia del Concilio Vaticano II, venne poi utilizzata da Giovanni Paolo II il 24 gennaio 2002 in viaggio ad Assisi nella X Giornata mondiale di preghiera per la pace nel mondo e da Benedetto XVI il 27 ottobre 2011 in occasione del 25° anni- versario della prima giornata di preghiera per la pace. Il treno che d'ora in poi unirà i due Vaticani, per adesso solo una volta alla settimana (il saba- to), non sarà questo naturalmen- te, ma un moderno convoglio Minuetto con aria condizionata del gruppo Fs italiane fornito di 280 posti a sedere. Grazie alla collaborazione tra Musei Vaticani e Gruppo ferro- vie dello Stato, turisti, curiosi e appassionati avranno la possibi- lità di salire a bordo di un treno appositamente dedicato alla tratta che va dall'antica Stazione vati- cana, all'interno dello Stato Pontificio, alle stazioni di Castel Gandolfo ed Albano. Per la prima volta sarà possi- bile visitare il Palazzo Apostolico, le Ville pontificie e Domiziano e avranno l'impres- sione di essere dentro una stam- pa delle rovine di Piranesi, quando dalla terrazza della villa di Castel Gandolfo vedranno l'occhio azzurro del lago dopo aver percorso la Galleria che raccoglie i ritratti dei romani Pontefici. Penso all'emozione e allo stupore, ma anche alla grati- tudine che ciascuno dei visitatori posto giusto prima dell'ultimo quadro, "Il Trionfo di San Pietro nell'VIII centenario del martirio" dipinto da Alexander Maximilen Seitz nel 1867. Dall'immenso terrazzo si godrà una vista spettacolare sul cratere invaso dal lago di Albano in mezzo al verde intenso di una vegetazione lussureggiante. Da qui, attraverso due viali ombreg- nel periodo in cui venivano por- tati a termine i lavori della sua Villa presso Tivoli. Dopo il regno di Settimio Severo, che vi fece installare i Castra dei legio- nari partici, ebbe inizio la deca- denza. Fu Costantino a conferire alla Basilica di San Giovanni Battista, attuale cattedrale di Albano, la possessio Tiberii Caesaris, che corrispondeva all'area della Villa di Domiziano. Nel 1200 la famiglia genove- se dei Gandolfi, da cui prende il nome l'odierna Castel Gandolfo, vi fece costruire il Castello. Passato per i successivi tre secoli alla famiglia dei Savelli, sotto il pontificato di Clemente VIII Aldobrandini, la Camera Apostolica prese possesso di Castel Gandolfo e il 27 maggio 1604 venne incorporato con decreto ministeriale nel dominio temporale della Chiesa. Paolo V Borghese apportò notevoli migliorie, ma fu Urbano VIII Barberini il primo Papa a villeggiare in questa residenza una volta terminati i lavori affi- dati a Carlo Maderno. Vennero impiantati i giardini e affrescati la cappella privata, l'oratorio, la sacrestia. Il Palazzo Apostolico fu completato sotto Alessandro VII Chigi con la nuova facciata verso la piazza e la grande galle- ria costruita su disegno del Bernini. Dopo i Patti Lateranensi, le Ville Pontificie assunsero le attuali dimensioni con l'acquisi- zione di Villa Barberini e l'im- pianto di grandiosi e raffinatissi- mi giardini all'italiana ricchi di marmi, statue, fontane, fra cui quelli splendidi del Belvedere. Nel 1934 venne qui trasferita la Specola Vaticana, l'osservatorio astronomico e l'Istituto di ricerca scientifica di Roma, entrambi affidati ai Gesuiti. Pio IX che ritornò per passa- re l'estate, fece costruire anche la Fattoria. Natura, arte, biodiver- sità qui convivono in splendida armonia fra viali di lecci, cipres- si, mortelle, orti, giardini. In un'area complessiva di 55 ettari, dove lavorano 55 persone con le loro famiglie, agricoltori ed alle- vatori portano avanti la Fattoria modello e riforniscono di prodot- ti freschissimi la mensa papale e il supermercato di oltre Tevere. Il Palazzo Apostolico venne molto frequentato d'estate da Giovanni Paolo II che vi fece costruire anche una piscina. I presidenti americani Bush senior e junior vennero qui ricevuti, vi morirono Paolo VI e Pio XVI, Benedetto XVI vi concluse il suo Pontificato e, nell'eliporto accan- to alla Fattoria, si incontrarono per la prima volta i due Papi, Ratzinger e Bergoglio. Castel Gandolfo, segreta dimora estiva dei Pontefici, "uno dei luoghi più inaccessibili del mondo, più del Cremlino o di Buckingham Palace" ha precisa- to Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, nel giorno del- l'inaugurazione a bordo del treno storico assieme al direttore delle Ville Pontificie Osvaldo Gianoli e all'amministratore delegato del gruppo Fs italiane Michele Mario Elia. Papa Francesco, che notoria- mente non va in vacanza, ha rinunciato alla sua residenza esti- va per aprirla alla gente e condi- viderla con tutti. "Io, da storico dell'arte – ha aggiunto Paolucci - penso all'emozione e allo stupo- re dei visitatori quando, nel parco di Villa Barberini vedran- no il geometrico splendore dei giardini all'italiana, quando entreranno nel criptoportico di proverà per questo imprevisto regalo del Papa". Pensato in vista del Giubileo straordinario della Misericordia, il percorso porterà i visitatori al piano nobile del Palazzo aposto- lico di Castel Gandolfo nelle cui gallerie è stato allestito un affa- scinante Museo. Si potranno ammirare paramenti e arredi sacri, oltre a 51 ritratti dei roma- ni Pontefici. Fra i pezzi più notevoli: la sedia gestatoria di Pio IX e, dietro il grande Angelo portacroce di scuola berniniana in legno dorato, una splendida ricostruzione storica della corte laica pontificia attorno al Trono di Pio IX per la Sala del Concistoro, ricostruzione che sembra rispecchiarsi nel quadro di fronte. Chiuderà il percorso museale il grande ritratto di Papa Bergoglio realizzato da Oscar Manuel Casarez Cruz nel 2014, giati di alberi, la Galleria di sopra e quella di sotto, si potrà accedere al percorso fra i giardi- ni, gli orti e gli olivi di Villa Barberini. La tenuta papale copre in gran parte l'immensa residenza del- l'imperatore Domiziano. Dove fu l'Albanum Domitiani, la resi- denza di campagna dell'impera- tore Domiziano, che amava tanto da trascorrervi circa sei mesi l'anno nell'ultimo periodo della sua vita (81-96 d.C.), sui resti della mitica Albalonga, Rabirio, l'architetto delle costruzioni di Domiziano sul Palatino, innalzò portici e teatri. Ne è testimonian- za il teatro privato riportato alla luce negli anni '70, con le scali- nate, i camerini per gli attori, i bassorilievi, il fronte scena, il grande criptoportico. Alla sua morte i successori preferirono altri luoghi. Adriano vi risiedette FRANCESCA GRAZIANO