L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-15-2015

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GIOVEDÌ 15 OTTOBRE 2015 www.italoamericano.org 33 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA COSTUMI PATRIMONIO TERRITORIO Vino, taste of Italy. A Expo la cultura a 5 sensi del buon bere MARTINA SERENA FRANCHETTI I mmaginate una tavola imban- dita. Non deve essere per forza il pranzo della domeni- ca. Può essere una pausa pranzo, una cena silenziosa dopo una lunga giornata, un incontro di lavoro o l'occasione per chiac- chierare con un vecchio amico. Cosa vedete? Posate, piatti, certo. E poi? Immaginate una festa, una serata sul divano a guardare un film o a leggere un buon libro. Cosa manca? In Italia, che sia bianco o sia r o s s o , c h e s i a p e r c e l e b r a r e occasioni speciali, che sia per tenerci compagnia, che sia per accompagnare un buon piatto, un calice di buon vino non può mai mancare. E l'Italia, in occa- sione dell'Expo Milano 2015, non poteva esimersi dall'esporre la sua illustre produzione vini- cola. "Vino. A taste of Italy" è il titolo che racconta il padiglione nazionale in una suggestione di sensi e parole. Lo stand sorge alle porte della navata che taglia a metà il decumano principale e che accoglie i visitatori verso il percorso che li guiderà fino al Lake Area dov'è posto l'Albero della Vita insieme a Palazzo Italia. Con "Vino. A taste of Italy" ha dunque inizio l'avven- tura attraverso il vero gusto ita- liano. Nella mitologia, l'ambrosia era il nettare degli dei, ma per noi mortali, e forse soprattutto per gli italiani, è sempre stato il mosto ad avere il sapore più dolce. La tradizione vinicola ita- liana ha una storia lunga ben duemilacinquecento anni, una storia che è possibile ascoltare risalendo gli Appennini, dalla Sicilia alla Valle d'Aosta, sulle montagne e colline più feconde dove si arrampicano le viti più pregiate al mondo. Qui, la cultu- r a d e l v i n o n o n t e r m i n a n e l suono di un sughero stappato e non si esaurisce in una passeg- giata nei vigneti, la sintesi del vino non è un concetto accetta- bile. In Italia, il vino è un'espe- rienza che coinvolge i cinque sensi. Chiunque abbia avuto il pia- cere di addentrarsi nelle valli del Bel Paese ha potuto certamente vivere la magnifica esperienza di scendere nelle sue viscere più antiche di cui sono un esempio straordinario le cantine etrusche della Toscana che si costruisco- no in architetture di pietra e mattoni dove degustare il vino è un evento magnifico avvolto dalla luce soffusa, nel brivido della frescura del sottosuolo, nel suono del vino versato nei calici accompagnato dal sapore di for- maggi e salumi locali. Entrando nel salotto espositi- vo si ha immediatamente l'im- pressione di essere in una di quelle cantine. Vi sono le ripro- duzioni delle mura in pietra, un'oscurità rassicurante e una leggera brezza, tutti particolari che sorprendono il visitatore che viene completamente tra- sportato in questo immaginario e intenso percorso fatto di cultu- ra e tradizioni. Tutt'intorno, affreschi che richiamano la tipi- ca romanità con tinte di rosso pompeiano. La mostra all'interno dell'a- rea diventa così un viaggio che coinvolge tutti i sensi: dall'olfat- to, attraverso una parete dove provare a riconoscere gli odori che caratterizzano le vendem- mie italiane, fino al gusto, con la possibilità di assaggiare i pro- d o t t i p r o v e n i e n t i d a t u t t e l e regioni del Paese. Prima però di addentrarsi nella reale fase di degustazione, in un magnifico gioco di colori, su lunghe pareti nere brilla l'oro delle incisioni che raccontano, in una cartina minimalista, le vigne d'Italia divise a seconda delle regioni e le terre di prove- n ien za. S u u n lato , p o i, u n o specchio d'acqua dove si riflette la proiezione del celebre ballo tratto dal film "Il Gattopardo". Proseguendo, si incontra poi il cuore del gusto, una grande stanza bianca dove risalta il contrasto con il rosso e l'oro delle vigne. Un'esperienza che in un sol sorso coinvolge il palato, l'olfat- to, il tatto, la vista e l'udito. È infatti possibile acquistare un calice per degustare a scelta alcune tra le millequattrocento cantine che a rotazione si alter- neranno fino al 31 ottobre, data p r e v i s t a p e r l a c h i u s u r a dell'Esposizione Universale del Cibo. Dal Negroamaro pugliese, al Brunello di Montalcino tosca- no, al Fiano di Avellino campa- no. Dalle più note alle più elita- rie produzioni insieme ad alcune tra le più apprezzate grappe dello Stivale, in una selezionata e ristretta, ma ugualmente ecce- zionale collezione. Il progetto è stato affidato all'architetto Italo Rota, altra eccellenza italiana, che ne ha curato la realizzazione in colla- borazione con il Ministero delle Politiche Agricole insieme alla partecipazione di Vinitaly, orga- nizzatore della pù importante manifestazione italiana dedicata al sistema vitivinicolo nazionale e internazionale. Dal 1977, infatti, a Verona si tiene ogni anno il più grande appuntamento per i cultori e produttori di vino. E a chiudere la mostra è stata proprio posta la r i p r o d u z i o n e d e l l a s t a t u a d i Giulietta e del noto muro a cui gli innamorati, a Verona, sotto il balcone dell'infelice innamorata, affidano i loro messaggi d'amo- re. A Expo sono in mostra 1400 cantine con etichette vinicole che rappresentano tutte le eccellenze enologiche e i distillati dello Stivale Poco distante da Palazzo Italia c'è lo splendido Padiglione dedicato al vino (foto in pagina Ph. Franchetti)

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