L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-15-2015

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/586098

Contents of this Issue

Navigation

Page 43 of 47

GIOVEDÌ 15 OTTOBRE 2015 www.italoamericano.org 44 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | RED CARPET PROTAGONISTI RECENSIONI FESTIVALS I fortunati Spaghetti Western in salsa Hilton George Hilton arriva in Italia nel 1963. Per lui inizia una carriera in ascesa che gli fa girare 60 film da protagonista Il personaggio più noto di George Hilton è quello di Alleluja, creato dalla penna di Tito Carpi e dal regista pugliese Giuliano Carnimeo G eorge Hilton, al secolo Jorge Hill Acosta y Lara, è n a t o e v i s s u t o i n U r u g u a y , d o v e h a i n i z i a t o a l a v o r a r e g i o v a n i s s i m o c o m e attore di teatro, sino a quando si è t r a s f e r i t o i n A r g e n t i n a , a Buenos Aires, per sviluppare la sua carriera artistica. L'esordio nel cinema italiano risale al 1965 con "Due mafiosi contro Goldfinger" e "I due figli di Ringo", due parodie con pro- t a g o n i s t i F r a n c o F r a n c h i e Ciccio Ingrassia, ma sarà con il successivo "Le colt cantarono la morte e fu... tempo di massa- cro", di Lucio Fulci, che George Hilton inizierà a diventare uno dei protagonisti della fortunata stagione del cinema italiano, conosciuta come "Spaghetti- Western". Si è trattato di un filone cine- matografico molto in voga nel periodo tra il 1964 e il 1978, un genere che rompeva la visione mitica ed epica del western clas- sico, introducendo una struttura narrativa più dinamica, esaspe- rando la violenza e lo spargi- m e n t o d i s a n g u e a l s e r v i z i o d e l l ' a n t i e r o e , q u a s i s e m p r e privo di ideali e solitamente spinto da interessi personali o vendicativi. Basti pensare ai personaggi interpretati da Clint Eastwood nella trilogia del dollaro e da Franco Nero in Django, in con- trapposizione agli "eroi" ameri- cani: John Wayne, Glenn Ford o a Gary Cooper di "Mezzogiorno di fuoco". Il risultato di quest'o- perazione fu che i western made in Usa, improvvisamente sape- vano di muffa. C a r a t t e r i z z a t i d a b u d g e t ridotti all'osso, gli "spaghetti" v e n i v a n o s p e s s o g i r a t i i n Spagna, nel deserto di Tabarnas in Almería, altri invece furono ambientati ai confini tra Lazio e Abruzzo. Questo genere, negli ultimi anni, è stato celebrato anche in California grazie al F es tival " T h e f i r s t L o s A n g e l e s Spaghetti Western". Tra le varianti più significate del genere ci furono il gotico, dove gli scenari cupi e cimite- riali sostituivano la tipica sola- r i t à d e g l i s c e n a r i w e s t e r n ( I quattro dell'apocalisse di Lucio F u l c i ) , s i n o a d a r r i v a r e a Peplum, brillante, thriller e al weird western, in cui potevano convivere cowboy e dinosauri. Al genere è stato reso omag- gio, nel corso della 64ª Mostra internazionale d'arte cinemato- grafica di Venezia del 2007, con una retrospettiva di 32 titoli. Il padrino dell'operazione è stato il r e g i s t a s t a t u n i t e n s e Q u e n t i n Tarantino. Nel 1967 George Hilton par- tecipa a sette produzioni del filone Western, tra cui "Il tempo degli avvoltoi" e "Professionisti p e r u n m a s s a c r o " d i N a n d o C i c e r o , a s s u m e n d o s p e s s o i l ruolo di protagonista e iniziando ad avere successo anche fuori dai confini nazionali. In quel periodo diventa una delle maggiori star del cinema italiano, lavorando al fianco di Franco Nero, Klaus Kinski e Van Heflin. Il suo personaggio più noto è quello di Alleluja, creato dalla penna di Tito Carpi e dal regista pugliese Giuliano C a r n i m e o ( s i f i r m a v a c o n i l nome di Anthony Ascott), pro- tagonista di: "Testa t'ammazzo, croce... sei morto, mi chiamano Alleluja" e "Il west ti va stretto, amico … è arrivato Alleluja". "Testa t'ammazzo …" segna u n a s v o l t a n e l w e s t e r n d i Carnimeo, che comporta anche un cambiamento nella conte- stualizzazione storico-geografi- ca; non sarà il West degli anni ottanta del XIX secolo, ma il M e s s i c o d e l l a s e c o n d a m e t à d e g l i a n n i s e s s a n t a . G e o r g e Hilton è l'interprete ideale di questo nuovo sottogenere, gra- zie al suo fare brillante e scan- zonato. Il regista pugliese confezio- nerà su misura per lui il perso- naggio di Tresette: "Lo chiama- vano Tresette... giocava sempre con il morto" del 1973 e "Di Tresette ce n'è uno, tutti gli altri s o n n e s s u n o " d e l 1 9 7 4 . N e l primo film incuriosisce l'enor- me carillon che il protagonista porta con sé, chiaro riferimento al duello finale di "Per qualche dollaro in più" di Sergio Leone, dove si sfidano Clint Eastwood, Lee Van Cleef e Gian Maria Volontè. "Alleluja" e "Tresette" rap- p r e s e n t a n o l ' e v o l u z i o n e d e l western ironico di Enzo Barboni e dei personaggi di "Trinità". Si tratta di film divertenti, senza pretese, ma dinamici e privi dei tempi morti, di cui gli emuli di S e r g i o L e o n e a b b o n d a v a n o nelle loro pellicole, per riempire evidenti vuoti di sceneggiatura. P e r L ' I t a l o - A m e r i c a n o abbiamo rivolto qualche doman- da a George Hilton: Quali sono stati i registi più importanti con cui ha lavorato in Italia? A Lucio Fulci devo il mio primo successo nel cinema con " . . . T e m p o d i m a s s a c r o " e a Enzo G. Castellari l'incremento d i q u e s t o s u c c e s s o ! S e r g i o Martino mi ha dato la possibilità di "cambiare pelle", perché non s i p o t e v a v i v e r e d i s o l o western, soprattutto per un atto- re come me che veniva dal tea- tro. Michelangelo Antonioni e Vittorio De Sica. Cosa la lega a questi due grandi registi? E r o t r a i c a n d i d a t i p e r l a p a r t e d i p r o t a g o n i s t a d i " P r o f e s s i o n e r e p o r t e r " d i Antonioni, ma non ho potuto farlo perché la distribuzione a m e r i c a n a i m p o s e J a c k Nicholson. Per quanto riguarda il maestro De Sica, all'epoca mi convocò per interpretare una parte ne "Il giardino dei Finzi Contini" ma alla fine fu preferi- to Fabio Testi, perché ritenuto più adatto in quel ruolo. Che ricordo ha di Franchi e Ingrassia, con cui ha lavora- WILLIAM MOLDUCCI to agli inizi della carriera in Italia? Conservo un grande ricordo, sia come attori sia come amici. Ha sempre avuto un buon rapporto con il suo pubblico, ieri le lettere e oggi Facebook. Ho sempre avuto un grande feeling con i miei fan, ma oggi grazie a Facebook i contatti sono cresciuti ancora di più, fino al punto di ricevere ogni giorno un'infinità di attestati di stima, che mi fanno enorme pia- cere e di cui ringrazio tutti di cuore. Oggi dopo 60 film da prota- gonista, girati in tutto il mondo, mi sento un uomo appagato e fortunato. Ringrazio il destino che mi ha fatto venire in Italia, che è la mia patria di adozione.

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-10-15-2015