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GIOVEDÌ 29 OTTOBRE 2015 www.italoamericano.org L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | 23 HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA RADICI Lutto e senso di vuoto dell'esperienza migratoria tra sradicamento e acculturazione tribuiscono a ri-disegnare i nuovi paesaggi dell'Italia multietnica e plurale, in un tempo pieno di incognite, contraccolpi e contrad- dizioni. Un tempo in cui gran parte delle categorie che ci ha lasciato in eredità il Novecento si rivelano inadeguate a spiegare e compren- dere il presente, verso nuove, più mature e inclusive filosofie del- l'alterità. La partenza, il distacco, il senso di lacerazione. Gli studiosi parlano di "lutto migratorio" (Ph. Nuovomondo di Emanuele Crialese) L 'esperienza migratoria, ieri come oggi, comporta nel- l'individuo un senso di vuoto, di lacerazione e rottura nel continuum esistenziale - spesso un avvenimento di portata cata- strofica che marca indelebilmente un 'prima' e un 'dopo' nell'esi- stenza - che gli studiosi hanno definito "lutto migratorio". Sono aspetti che riconducono al concetto di vulnerabilità espe- rienziale del migrante e a cui la branca psichiatrica della medici- na oggi pone la massima atten- zione per la necessità di una presa in carico multidimensionale della persona, di una valutazione olistica dell'individuo "in transi- to" psichicamente e geografica- mente, tra contesti di partenza e di arrivo. Premesso che "l'art. 32 della Costituzione italiana ricorda che tutelare la salute è un diritto fon- damentale dell'individuo – ha osservato Concetta Mirisola, direttore generale dell'Inmp, Istituto Nazionale per la promo- zione della salute delle popola- zioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà, affe- rente al Ministero della Salute - oggi che l'immigrazione è diven- tata un fenomeno strutturale del nostro Paese, altrettanto struttura- le deve essere la risposta, consa- pevoli che i problemi di salute della popolazione immigrata pos- sono essere concettualmente clas- sificati in tre grandi categorie: di 'importazione', di 'sradicamento' e di 'acculturazione'. I problemi di importazione derivano dalle caratteristiche genetiche o dalle condizioni di vita nel Paese di origine. I problemi di sradicamento sono invece generati dall'espe- rienza migratoria, in particolare tra coloro che sono stati costretti a una migrazione forzata, come nel caso dei richiedenti protezio- ne internazionale, e si manifesta- TIZIANA GRASSI no principalmente come disturbi della sfera psichica. Il processo di acculturazione influisce sullo stato di salute soprattutto attraverso il cambia- mento degli stili di vita degli immigrati che progressivamente tendono ad assumere quelli della popolazione del Paese ospite". L'Inmp è centro di riferimento nazionale per l'assistenza socio- sanitaria alle popolazioni migranti e alle fragilità sociali, nonché centro nazionale per la mediazio- ne transculturale in campo sanita- rio. In questa mission, si avvale di una struttura sanitaria poli-specia- listica, in cui opera uno staff mul- tidisciplinare di medici, psicologi, infermieri, mediatori transcultura- li e antropologi formati ad hoc per l'attività di accoglienza e di facilitazione all'accesso al Servizio Sanitario Nazionale. Una dimensione, quella della mediazione transculturale in una società che vede moltiplicarsi le geografie dell'umano, nevralgica, come ha evidenziato la mediatrice culturale Cianciulli: "La prospet- tiva transculturale è un modello di analisi della realtà moderna, un ideale a cui tendere nella prassi quotidiana di interazione culturale perchè non si pone su un unico polo, ma attraversa le culture, nella contaminazione di scambi, incontri e ibridismi. È un approc- cio trasformativo, orientato al cambiamento, basato su una visione essenzialmente socio- comunicativa del conflitto umano, dove il conflitto è occa- sione di crescita morale e perso- nale. La mediazione è dunque un processo attivo e dinamico, deli- neandosi come un lavoro di deco- difica della comunicazione che si articola su tre livelli: pratico- orientativo, linguistico-comunica- tivo dove il mediatore deve entra- re per un istante nell'immagina- zione culturale dell'Altro e deve permettere alle due culture di incontrarsi creando un contesto comunicativo che faciliti la com- prensione dei messaggi, anche non verbali. Tutto ciò, dimostrandosi imparziale, empatico ed evitando giudizi di valore o forme di cen- sura che possano generare incompatibilità; l'altro livello è quello psico-sociale, dove la mediazione transculturale diviene agente di cambiamento e il mediatore rappresenta la possibi- lità di realizzare questo passaggio senza distruggere la stabilità psi- cologica del soggetto straniero verso un'uguaglianza emancipan- te, che è il fine di ogni percorso migratorio". Una figura professionale, quella del Mediatore transcultu- rale, che in Italia vive il grande paradosso di essere, da una parte, in attesa di un pieno riconosci- mento giuridico nel mondo del lavoro (e a questo proposito va citata la valenza del Progetto For- Me, finanziato dal Fondo Europeo per l'integrazione di cit- tadini di Paesi terzi, proposto dal Ministero dell'Interno e attuato in partenariato dal Ministero della Salute e Inmp, e che ha l'obietti- vo di contribuire a migliorare qualitativamente l'assistenza socio-sanitaria resa alla popola- zione straniera, con particolare riferimento ai cittadini dei Paesi Terzi, nel rispetto del principio di garanzia del diritto alla salute e di un'appropriata erogazione dei livelli essenziali di assistenza sul territorio nazionale), mentre rive- la tutta la sua nevralgica rilevan- za nell'urgenza di dialogo, con- fronto e conoscenza dell'Altro, partendo da quegli "altri" che vivono insieme a noi e che con- Oggi per i migranti c'è la mediazione transculturale