L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-29-2015

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GIOVEDÌ 29 OTTOBRE 2015 www.italoamericano.org 31 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | IMPRESA ITALIA ECONOMIA AFFARI AZIENDE d e l l e b r a v e p e r s o n e . A m o i l tempo che avete qui, da noi non è mai mite. Mi diverto molto all'Expo, ma da quando sono qui, l'esperienza più bella l'ho a v u t a i n m e t r o p o l i t a n a . H o i n c o n t r a t o d e i t i f o s i d e l l a Juventus, la squadra di calcio. Erano tutti lì che cantavano e urlavano, mi è piaciuto tantissi- mo assistere alla loro euforia. P e r ò i o s o n o u n t i f o s o d e l l a R o m a . N o T o t t i , n o p a r t y . Scrivilo, eh. Cosa mangiare in K u w a i t ? I l n o s t r o p i a t t o p i ù gustoso è il Kabsa, un mix di riso e carne. ATTILA è un artigiano, fab- brica scarpe di pelle davanti al p a d i g l i o n e d e l l ' U n g h e r i a . È all'Expo da due settimane, ma l'Italia la conosce molto bene. Compro qui il materiale per le mie creazioni e devo dire che l'Italia e l'Ungheria si assomi- gliano molto nel commercio. Il turismo e la gastronomia, invece, sono due cose che non hanno in comune. L'Italia ha città molto più grandi, più posti da visitare, più eventi a cui partecipare. In Ungheria è tutto più ridimensio- nato. Amo molto il cibo italiano, la pasta ai frutti di mare è la mia preferita. Se dovessi, invece, consigliare un piatto tipico del mio Paese sarebbe il gulyás, una zuppa di verdure e carne. Può essere molto piccante. Noi met- tiamo la paprika dappertutto! Ecco, l'Expo in Ungheria potreb- be essere sulla paprika. ROCI vive in Italia da tre anni e dice di averla visitata quasi tutta. Da sei mesi è parte dello staff di Israele. "Un piatto tipico? Non esiste una vera e propria tradizione culinaria israe- liana, è più una cucina fatta di Dhari dal Kuwait: 'Amo il clima che avete qui'. Yanessa dall'Angola: 'Per noi un tema importante sarebbe il turismo'. Sandesh Ray dal Nepal sul terremoto:'Bisogna trovare la forza di reagire' influenze straniere. La shak- shuka fa parte della nostra cultu- ra, è una pietanza a base di legu- mi e uova. Devo dire che da sociologo per me l'Expo è un'oc- casione davvero stimolante. Qui ho la possibilità di studiare la materia con un approccio diverso attraverso le persone, i ristoranti, il cibo. Resto sempre sorpreso davanti alla pazienza dei visita- tori e soprattutto degli italiani. Qui ho visto persone che hanno avuto la forza di affrontare file d'attesa lunghe più di due ore. Nel mio Paese sarebbe impossi- bile, in Israele è tutto molto più veloce, più stressante. S a r e b b e b e l l o s e p o t e s s e esserci Expo da noi, in futuro. Un'esposizione universale della pace. Credo che sarebbe un'occa- sione straordinaria per ciascun Paese, ciascuno che affronta un tema così complesso attraverso la propria storia. Se dovesse esserci un Expo in Israele, sì, dovrebbe essere sulla pace". YANESSA viene dall'Angola. Questa è la sua prima volta in Italia, ma da quando è qui è già stata a Roma, Venezia e Milano. Da agosto lavora come una guida all'interno del padiglione del suo P a e s e . " I l t u r i s m o è m o l t o importante in Angola, le persone conoscono poco di questo Stato e la nostra cultura ha molto da offrire. Se dovesse esserci l'Expo in Angola sarebbe sicuramente riguardo al turismo. Agli italiani piacerebbe. Nel tempo che ho trascorso qui ho scoperto che gli italiani sono davvero disponibili. Se hai bisogno di aiuto non ti rispondo- no mai sgarbatamente, ma cerca- no sempre di dare una mano. Mi piace il loro modo di essere. Sono sempre gentili, ti trattano co me s e f o s s i u n lo r o amico anche se li hai appena incontrati. Poi, il cibo italiano è davvero ottimo e molto meno costoso di quanto lo sia in Angola, anche se non è possibile trovare tutti gli ingredienti. Per esempio, c'è un piatto tipico della nostra cultura, il calulu, a base di pesce, cipolla, pomodoro e ocra. Ma L'ocra è un ingrediente che in Italia non si trova". SANDESH RAJ è un ragazzo del Nepal. Lavora nel negozio di souvenir di fronte al suggestivo tempio in legno. Non era mai stato in Italia prima d'ora e da quando è arrivato a Milano, que- sto luglio, sta cercando di visita- re tutti i luoghi che circondano la città. Gli chiedo del terremoto e sorridendo mi dice che bisogna saper trovare la forza di reagire anche stando lontani da casa. "Ammiro molto la curiosità degli italiani. Sono davvero interessati a conoscere quanto più è possibi- le. Chiedono del nostro tempio, del nostro cibo, della nostra cul- tura. Vogliono sapere di Buddha, della nostra arte. È bello vederli così appassionati. Se ci dovesse essere l'Expo in Nepal mi piacerebbe vedere la stessa passione. La vita selvaggia potrebbe essere un valido tema, è un argomento che ci sta molto a cuore. Credo che sia importante conoscere e tutelare le specie r a r e e u n e v e n t o d e l g e n e r e sarebbe un'ottima occasione per sensibilizzare gli altri Paesi. Beh, p e n s a n d o c i , u n a l t r o t e m a potrebbe essere la musica. In Nepal abbiamo una tradizione m u s i c a l e m o l t o p a r t i c o l a r e , sarebbe bello poterla far cono- scere. Ma chi viene in Nepal deve essere pronto a mangiare il nostro menù classico a base di carne. Chiedete del newari". continua da pagina 30 Attila dall'Ungheria scherza: 'Noi mangiamo piccante...potremmo fare l'Expo sulla paprika!'. Roci da Israele: 'Che bella un'esposizione mondiale sulla pace'

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