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GIOVEDÌ 29 OTTOBRE 2015 www.italoamericano.org 22 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA RADICI Ricongiungimenti familiari tra emigrati: belli e difficili Q uando l'emigrazione ita- liana iniziò nell'Ottocento, i viaggi erano lunghissimi e troppo spes- so gli emigrati perdevano contat- to con i parenti rimasti in Italia. All'inizio, un servizio postale inesistente oppure non ancora efficiente, errori nella trascrizio- ne di nomi, cognomi e luoghi di provenienza, cambi di nomi e di residenza, da una parte e dall'al- tra, facevano sì che i legami tra rami diversi delle stesse famiglie si spezzassero facilmente. Naturalmente questa situa- zione cambiò nel cors o del tempo. Il miglioramento del ser- vizio postale e navi più veloci hanno cominciato a rendere più facili i contatti, poi l'arrivo prima del telegramma, poi del telefono e infine degli aerei, ha fatto sì che il contatto tra i conti- nenti si evolvesse da mesi di attesa per la risposta a una lettera fino alle comunicazioni in tempo reale, facili e veloci, di oggigior- no. I viaggi non sono più neces- sariamente di settimane o mesi, ma con l'aereo non durano più di un giorno e certamente con un livello di comfort e facilità inim- maginabile due secoli fa. Nel frattempo generazioni di famiglie sono passate e i contatti tra parenti, sono diventati molto difficili da poter ris tabilire, soprattutto da parte delle fami- glie che sono emigrate in altri continenti. La morte degli emi- grati originali, la mancanza di documentazione precisa, l'inca- pacità di parlare l'italiano e non sapere come avvicinare la buro- crazia italiana, rende molto diffi- cile ritrovare le origini della pro- pria famiglia. Sono tutti dettagli che mi hanno toccato personalmente, GIANNI PEZZANO Il ritorno dell'emigrante, Gianfilippo Usellini (1962) recentemente, in attesa di un avvenimento che unirà genera- zioni diverse della mia famiglia da tre continenti. A Scauri, in provincia di lati- na, ci sarà un raduno dei discen- denti del nonno materno di mia madre. Oltre ai discendenti dei figli rimasti in Italia, ci saranno rappresentanti dei rami familiari emigrati negli Stati Uniti e in Australia. Nel caso australiano i cogno- mi mantengono i legami italiani, anche se diversi da quello del bisnonno, ma nel caso del ramo statunitense i cognomi inglesi, polacchi e tedeschi dimostrano la realtà della vita in un paese di forte immigrazione come gli Stati Uniti. Questo raduno dimostra chia- ramente un aspetto della Storia degli emigrati italiani che i sociologi notano da tempo. La tendenza, dalla quarta generazio- ne in poi, di voler scoprire le proprie origini. L'idea è nata principalmente dalle ricerche di Lyn negli Stati Uniti, una cugina di mia madre che ha voluto fare il suo albero genealogico. Con grande pazien- za ha cominciato a scoprire le origini dei genitori e poi dei nonni. A rendere più difficile un compito già arduo, il fatto di non avere dettagli sulle origini della parte ligure della famiglia della madre. La prima difficoltà era natu- ralmente quella della lingua. Essendo di terza generazione, cioè nipote di nonni immigrati, non ha mai vissuto una cono- s cenza diretta dell'italiano. Come mi ha detto, con la morte dell'ultimo nonno quando era molto giovane, la lingua italiana è sparita dalla famiglia e ora si parla solo l'inglese. Questa non è un'esperienza isolata, anzi è la normalità per la famiglie all'estero. Quel che rimane sono i nomi dei piatti della cucina italiana che ancora vengono mangiati in famiglia e quasi sempre anche questi nomi sono cambiati con le generazioni. Chi guarda i pro- grammi della cucina italiana alla televisione vede subito che i piat- ti italo-americani sono parenti dei piatti originali, di solito con modifiche dovute alle usanze e ai prodotti americani. Con il tempo lei ha potuto mettersi in contatto con alcuni cugini, tra i quali c'era mia madre. Non è un caso che le ricerche siano diventate molto più facili dopo questi contatti perché i due rami della famiglia condividono la stessa lingua dei Paesi di residenza, l'inglese. Così Lyn ha potuto completare l'albe- ro genealogico della famiglia D'Urso di origine scaurese. La ricerca della famiglia ligu- re è risultata molto più difficile. La famiglia in Italia aveva preso male il matrimonio del loro figlio con una donna di origini meri- dionali, un fatto ritenuto normale all'epoca, ma da allora i legami si erano interrotti. Lyn ha dovuto faticare molto persino per indivi- duare il luogo d'origine del nonno e di conseguenza per tro- vare quali famiglie con lo stesso cognome fossero parenti e non semplici omonimi. Lyn ha inviato lettere a trenta famiglie nel paese con dettagli dei nomi dei nonni e dei bisnon- ni. Per fortuna, in questo perio- do, ha avuto una prima risposta da un'anziana prima cugina della madre che utilizzerà l'occasione del raduno a Scauri per poter sta- bilire contatti diretti con i parenti ritrovati. La storia di Lyn non è isolata e non ho dubbi che il raduno sarà replicato in altri Paesi in giro per l'Italia. Nel caso della mia famiglia, le barriere erano quelle normali causate dal tempo e dal cambio di lingua, ma a volte le difficoltà hanno avuto altre origini. Non tutti gli emigrati hanno lasciato il paese semplicemente perché non avevano lavoro. C'è chi è scappato da situazioni dif- ficili in famiglia, chi per evitare il servizio militare in guerra o per debiti, senza nominare altri motivi più oscuri. Queste perso- ne s pes s o hanno cambiato cognome, oppure raccontato bugie per nascondere la verità e tutto questo ha reso più difficile, se non impossibile, le ricerche dei discendenti per le proprie origini. Per chi rimane in Italia è facile stabilire la propria identità e origine. Basta una visita al cimitero del paese per vedere le tombe di famiglia e costruire le generazioni precedenti. Ma gli italiani all'estero non hanno que- sta possibilità e in questo modo perdono un aspetto importante della vita: sapere da dove vengo- no. Magari non sapremo di qual- che presunto scandalo in fami- glia, oppure delle malefatte di un nonno, ma allo stesso tempo per- deremo l'opportunità di sapere le imprese che hanno compiuto i nostri nonni. Episodi che sono tutti mattoni che costruiscono le persone che noi siamo. Perdere il passato vuol dire perdere una parte importante di noi stessi. Non so cosa succederà nel corso di quei giorni a Scauri. Nel caso di mio fratello Tony ed io ci sarà la tristezza di sapere che mamma non ha potuto essere presente per vedere questi cugini un'altra volta dopo essere andata negli Stati Uniti per trovarli dopo i primi contatti. Poi non sappiamo ancora se riusciremo mai a realizzare il suo sogno di conoscere i parenti dalla sua parte paterna che sono emigrati negli Stati Uniti negli anni Venti e di cui si sono perse le tracce. Ma l'occasione sarà sicuramente emozionante. È il prezzo che pagano gli emigrati che si trovano costretti a lasciare la famiglia per avere una vita nuova, non sempre lo sanno e lo imparano presto nel nuovo Paese. Chissà quanti di loro poteva- no immaginare che a pagare il prezzo di spezzare le famiglie non sarebbero stati solo loro, ma anche le generazioni del futuro.