L'Italo-Americano

italoamericano-digital-2-4-2016

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GIOVEDÌ 4 FEBBRAIO 2016 www.italoamericano.org L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Maestro Mario Castelnuovo Tedesco, musicista fiorentino R e c i t a v a c o s ì i l t i t o l o della raccolta di musiche d i M a r i o C a s t e l n u o v o Tedesco che egli stesso soleva custodire in un preziosissimo notebook – un compendio di t u t t e l e s u e c o m p o s i z i o n i e insieme un omaggio a Firenze, la patria da cui si separò prema- turamente a causa delle leggi razziali del 1938. Con l'avven- to del Fascismo, infatti, tutti i lavori del Maestro, furono ban- diti dalla radio e da ogni altro tipo di esecuzione pubblica. Castelnuovo Tedesco era nato infatti da una famiglia di origi- ne ebraica e fu costretto nel 1939 ad abbandonare l'Italia e r a g g i u n g e r e N e w Y o r k p e r uscire dall'isolamento e conti- nuare la sua attività artistica. In America, grazie al sostegno di Toscanini e di Heifetz, riuscì ELISABETTA RUSSO 26 poi ad essere scritturato come c o m p o s i t o r e p e r l a M G M . Nell'arco di 15 anni musicò per Hollywood più di 200 pellicole e i n t r a p r e s e p a r a l l e l a m e n t e anche l'attività di insegnante: Henry Mancini, Nelson Riddle, Jerry Goldsmith, Marty Paich e John Williams costituirono le fila dei suoi allievi più eminen- ti, ciascuno con un promettente futuro in ambito cinematografi- co. Negli Stati Uniti visse fino al 1968 - anno in cui si spense nella sua residenza di Beverly Hills – dedicandosi tra l'altro anche alla scrittura di Opere, e brani ispirati alla liturgia ebrai- ca e alla Bibbia. La fama e l'in- commensurabile valore artistico di Mario Castelnuovo-Tedesco sono da ricondursi tuttavia alla bellezza e all'unicità delle sue composizioni per chitarra (più di 100), ispirate alla personalità illustre di Andrés Segovia: le note fluiscono gaie e veloci, malinconiche e sicure nell'alter- narsi delle corde di uno stru- m e n t o c h e i l M a e s t r o s t e s s o aveva ammesso di non conosce- re prima di avventurarsi nel dif- ficile compito della loro stesu- ra. Un crescendo che trova la sua più alta espressione nei suoi concerti per chitarra e orche- stra, e nelle variazioni - omag- gio ai grandi della storia della musica . E proprio alcune sue c o m p o s i z i o n i p e r c h i t a r r a e voce (The Divan of Moses Ibn Ezra) sono state al centro della celebrazione - tributo a Mario Castelnuovo Tedesco che si è s v o l t a l o s c o r s o 2 7 g e n n a i o all'Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles. L'evento, pro- mosso dal Consolato Generale d ' I t a l i a a L o s A n g e l e s , s i è inserito all'interno della com- m e m o r a z i o n e i n t e r n a z i o n a l e delle vittime dell'olocausto alla p r e s e n z a d e i f a m i l i a r i d e l Maestro. Quale interprete delle suddette composizioni – accom- p a g n a t a a l l a c h i t a r r a d a F e d e r i c o F e r r a n d i n a e I n e s Thomé – ho avuto il privilegio e l 'onore di rivolgere alcune domande a Diana Castelnuovo Tedesco, nipote del composito- re. Le origini ebraiche e l'in- fluenza sul repertorio. Quale il rapporto di MC – T col giu- daismo? La discendenza ebraica del Maestro era da ricondursi a sua madre e suo nonno - il veicolo più importante della cultura e LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES Mario Castelnuovo-Tedesco at the Piano l'ispirazione prima per le sue composizioni. Ne andava molto orgoglioso e ad un certo punto della sua vita decise di manife- starlo apertamente attraverso la sua musica. Non conosceva l'e- braico, tuttavia la Bibbia fu per lui una fonte creativa rilevante. Quanto difficile fu per lui lasciare l'Italia e ricostruire la sua vita negli Stati Uniti? Allontanarsi da Firenze fu una delle cose più penose della sua esistenza. Era molto legato alla Toscana, all'Italia.Tuttavia, una volta emigrato in America all'età di 48 anni, ebbe molti amici che lo supportarono e lo aiutarono ad inserirsi. Divenuto cittadino americano nel 1946, da allora tornò in Italia periodi- camente ma non volle più tra- sferirsi - aveva deciso ormai che il suo futuro era negli Stati Uniti. La musica da film e le sue composizioni personali divise in due raccolte separate. A m a v a c o n s i d e r a r e i n maniera distinta i lavori desti- nati al mercato di Hollywood e l e a l t r e s u e c o m p o s i z i o n i . Soprattutto perché nel primo caso i brani erano di proprietà degli Studios e gli erano stati c o m m i s s i o n a t i i n u n p r e c i s o stile - non di rado gli accadeva di dover scrivere un concerto ispirato a Mozart o Schubert della durata di 2 minuti. Ne era divertito, ma lo considerava un lavoro. Quali ricordi conserva di lui? Ero solo una bambina quan- do morì nel 1968. Lo conosco attraverso la sua musica e i suoi scritti. Di sicuro non era il tipo di persona che giocava con i più piccoli, era sempre immerso nel s u o l a v o r o , m a n u t r i v a u n amore grande per la sua fami- glia. Quale, a suo parere, l'ere- dità più importante che ha lasciato dietro di sé. Credo possa riassumersi in due principali aree: le sue com- posizioni per chitarra - apprez- zate ed eseguite in ogni parte del mondo - e l'insegnamento - l'enorme impatto che ha avuto sulle future generazioni di com- positori nell'ambito della musi- ca da film. Al di là di esse, è necessario citare inoltre l'inesti- mabile valore di alcuni brani inediti che stiamo cercando di riportare alla luce - comple- mento fondamentale del reper- torio per piano, voce e musica da camera.

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