L'Italo-Americano

italoamericano-digital-2-4-2016

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/636018

Contents of this Issue

Navigation

Page 29 of 43

GIOVEDÌ 4 FEBBRAIO 2016 www.italoamericano.org 30 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA COSTUMI PATRIMONIO TERRITORIO La for tuna del car nevale di Viareggio merito di una goliardata tra amici " Salutiamo il Carnevale Ch'è rumore, ch'è follia, l'uni- versa frenesia che rinascere ci fa". Inizia così l'inno ufficiale del carnevale di Viareggio, ossia "Sulla coppa di Champagne", una canzoncina allegra, scritta da Icilio Sadun e Lelio Maffei, nel lontano 1921. La data ufficiale di nascita del carnevale viareggino però, risale al 1873. Come tutte le cose che nascono per gioco o per spirito di goliardia, e sulle quali nessuno scommetterebbe sul loro successo, anche per il c a r n e v a l e v i a r e g g i n o , q u e s t i furono i presupposti. Casualità, gioco, goliardata, fu la combina- zione vincente di un gruppo di giovani "bene" della società via- reggina dell'epoca (1873), a cui venne la brillante idea di orga- nizzare una sfilata carnevalesca. Era il 24 febbraio 1873. Nasceva allora il Carnevale di Viareggio, seppur in forma ruspante. I primi rudimentali carri alle- gorici erano arrangiati con mate- rie di "fortuna": gesso, legno, teli di iuta grezza, ma c'era già tanto entusiasmo, si faceva a gara per creare il fantoccio, la sagoma, più creativa e bella. La prima figura in movimen- to, creata a quell'epoca fu un Pierrot che passando per la via Regia, lasciò tutti a bocca aper- ta. Beato lo stupore candido di quei tempi! Passarono alcuni anni e gli artigiani viareggini cominciarono ad utilizzare la più malleabile cartapesta, per le loro creazioni. Nacque così, attorno all'ago- gnato periodo carnevalesco, un fiorente mercato di artigiani e anno il pubblico. Si cominciò a pensare ad una figura ad hoc, una maschera unica nel suo genere, per distin- guere il carnevale di Viareggio, da quelli già esistenti. A questa, p e n s ò , n e l 1 9 3 0 , i l p i t t o r e U m b e r t o B o n e t t i : n a c q u e "Burlamacco", un mix fra le varie maschere tradizionali, ma con l'inconfondibile cappello da Napoleone e la tuta a scacchi rossi e bianchi. Nel 1931, gli si affiancò una dama, Ondina, il cui nome indicherebbe proprio il connubio tanto caro ai viareggi- ni: onde-mare-estate. N e p p u r e l e d u e r o v i n o s e guerre mondiali riuscirono a scalfire lo spirito di Burlamacco, e con due pause (più o meno lunghe), il carnevale tornò a fio- rire con una nuova luce. Quella del tubo catodico. L'avvento della televisione, l ' i n t e r e s s a m e n t o d i " m a m m a Rai" e il passaggio delle sfilate in tv, nel 1953 e successivamen- te, nel 1958, in Eurovisione, decretarono la consacrazione d e f i n i t i v a d e l c a r n e v a l e d i Viareggio. A n c o r a o g g i , r a p i t i d a l l a creatività degli artisti viareggini e della maestria nella esecuzione dei carri allegorici, non possia- mo che ammirare la sfilata dei carri "made in Viareggio" esclu- sivamente, arricchiti da musiche, balletti, figuranti mascherati a tema (ogni carro, ha il suo prota- gonista o tema specifico) che incitano il pubblico a cantare e ballare; ed ovviamente, a votare per il carro a cui appartengono. Da moltissimi anni, infatti, il pubblico è invitato a votare il carro più riuscito, più rappresen- tativo e perché no, anche più scenografico. Ogni anno, la città toscana, si veste letteralmente a "festa", e per un mese intero, coinvolge centinaia e centinaia di persone, incantando tutti con i suoi spet- tacolari corsi mascherati, nello spirito scanzonato e giocoso, tipico del carattere dei viareggi- ni. Si va a Viareggio per diver- tirsi, per stupirsi. Perché il carnevale è, in sin- tesi, da secoli, l'unico periodo dell'anno in cui sotto ad una maschera o sotto ad un camuffa- mento, possiamo essere ciò che non possiamo essere durante l'anno. Come dicevano i latini: "Semel in anno licet insanire" ovvero una volta all'anno, è leci- to impazzire, ossia perdere il senno e la razionalità per dare libero sfogo alla follia (sana) che alberga in ciascuno di noi. PAOLA ORRICO La prima sfilata di carrozze addobbate a festa nel cuore della città vecchia di Viareggio è datata 1873 c r e a t i v i d e l l a c a r t a p e s t a . Spuntarono piccole botteghe che iniziarono a preparare, in anticipo di mesi sul calendario, bozzetti, materiali, colori ed i d e e n u o v e p e r s t u p i r e o g n i Più di mille spettacolari carri in 143 anni hanno sfilato per i corsi mascherati del carnevale di Viareggio, che ha la sua maschera dal 1930: Burlamacco

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-2-4-2016