L'Italo-Americano

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GIOVEDÌ 4 FEBBRAIO 2016 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | A Venezia 's'inciampa' nella Memoria di chi nel Ghetto della Serenissima non tornò più U n giorno della Memoria diverso quello che si è svolto a Venezia. Quest'anno è coinciso con il 500° anniversario del ghetto ebraico, il primo della Storia, creato dalla Serenissima nel ses- tiere di Cannaregio, incastonato tra l'omonimo Rio e la Fondamenta della Misericordia. Mentre la città è sempre più invasa dai turisti desiderosi di vivere la spensieratezza goliardi- ca del Carnevale, istituzioni e cittadini hanno volto lo sguardo indietro, verso una delle pagine più atroci della Storia dell'uman- ità. Una pagina che non ha risparmiato nemmeno Venezia. Una giornata per combattere l'oblio (e l'odio). Una giornata per capire l'importanza della vita e soprattutto della pace. Una giornata per decidere seriamente di mettere ulteriore forza e impegno in quel grande mosaico di pace che le generazioni future si spera possano vivere e condi- videre. Sebbene durante le commem- orazioni legate alla Shoah si parli soprattutto del genocidio ebraico, va ricordato che non furono i soli a subire l'ondata di morte hitleriana. Per la "razza padrona" nemmeno gli "zingari" avevano diritto di esistere e fu così che anche per loro si spalancò l'orrore dei forni cre- matori. Tutti, senza distinzioni: uomini, donne, anziani e bambi- ni. "Il 27 gennaio di 71 anni fa si aprivano i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz e il mondo intero scopriva l'orrore dell'Olocausto" ha commentato la presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano alla presenza del presidente e vicepresidente dell'Associazione Rom Kalderash, Loris Levak e Carmelo Coco, e la direttrice del Consiglio d'Europa, Luisella Pavan-Woolfe. "Tra le milioni di persone uccise dalla lucida follia nazista, 500mila furono le vit- time del Porrajmos, il "grande divoramento" cui furono condan- nati Rom e Sinti. Anche a loro oggi va il nostro pensiero, perché al ricordo di un drammatico pas- sato si unisca l'impegno di tutti a tutelare la dignità di ogni uomo, fondamento irrinunciabile del vivere civile". Uno dei momenti più toccanti di questa Giornata della Memoria è stata la posa di 15 nuove Pietre d'Inciampo, realiz- zate dall'artista tedesco Gunter Deming. Sopra ciascuna di esse vi è una piccola targa in ottone, per far fermare a riflettere chi vi passa vicino (o vi si imbatte LUCA FERRARI Il Comune di Venezia ha posizionato 15 pietre d'inciampo con nomi di ebrei veneziani deportati e uccisi (Ph. Foto Videocomunicazione Comune di Venezia) Il Ghetto di Venezia, il primo della storia, risale a 500 anni fa e fu creato dalla Serenissima (Ph. Ferrari) casualmente) sugli orrori vissuti dagli ebrei veneziani, che furono deportati nei campi di sterminio nazisti. "Tante storie individuali a cui la città vuole restituire umanità" ha dichiarato il sindaco della città lagunare Luigi Brugnaro, in visita poi al ghetto ebraico con indosso la kippah. Le nuove 15 pietre d'inci- ampo sono state dedicate alle memoria di Rita Calimani, Wally Nacamulli, Girolamo e Nedda Segre', Alba e Anna Vivante, Ida e Costante Vivante, Elsa e Raffaella Romanelli, Ada Elena Mariani, Enrico e Francesco Isacco Mariani, Giorgio Ottolenghi e Salomone Aboaf. Le pietre sono state deposte in sei diversi punti della città. Su ciascuna di esse è inciso nome e cognome di donne e uomini veneziani, con data di nascita e il triste destino che li ha accompag- nati: l'arresto, la deportazione nei campi di concentramento e l'uc- cisione. "Io credo che oggi possiamo salvaguardare il tenore della nos- tra vita democratica solo ricor- dando quello che è stato ieri" ha proseguito il primo cittadino di Venezia. "Solo se affrontiamo i problemi che affliggono la soci- età di oggi possiamo fare in modo che quanto è accaduto non abbia occasione di ripetersi". Per chi non ha vissuto tutto questo o magari non ha più un nonno a cui chiedere qualche ricordo, non restano che i libri di Storia ed eventi simili per riflet- tere, per porsi tante domande, non trovare tante risposte, e per ricominciare nonostante tutto quello che è stato. Qualche lacrima non smetterà di cadere ma per quante sono state versate, non potranno mai essere abbas- tanza né potranno fare la dif- ferenza. Oggi, a Venezia come in ogni angolo del mondo, si deve fare di più per non lasciare il mondo esposto a nuovi e possi- bili nuovi Giorni della Memoria. Luisella Pavan-Woolfe, Loris Levak, Ermelinda Damiano, Paola Mar e Carmelo Coco a Venezia con la bandiera dell'Associazione Rom Kalderash e una pietra commemorativa (Ph. Foto Videocomunicazione Comune di Venezia) CULTURA ARTE LIBRI PERSONAGGI

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