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GIOVEDÌ 18 FEBBRAIO 2016 www.italoamericano.org 31 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | IMPRESA ITALIA ECONOMIA AFFARI AZIENDE L a Borsa dell'Innovazione e dell'Alta Tecnologia è un'iniziativa del Piano Export Sud, un programma trien- nale di azioni per la promozione dell'internazionalizzazione e del- l'innovazione delle imprese, gestito e coordinato dall'Ice, l'Istituto del Commercio estero. Obiettivo del B2B internazionale è valorizzare il potenziale inno- vativo espresso dal sistema delle imprese e della ricerca di Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, per trasformarlo in pro- dotti e servizi da collocare sui mercati esteri. Per L'Italo-Americano abbia- mo intervistato Roberto Luongo, direttore generale Ice. Alle imprese del Sud l'Ice ha proposto un appuntamento importante. Ice è l'organizzatore di questa seconda Borsa internazionale della tecnologia e dell'innovazio- ne. Dopo quella di Napoli dello scorso anno, l'abbiamo portata a Bari con 18 delegazioni dall'e- stero, 1100 incontri bilaterali, 120 progetti presentati dalle imprese, in maggioranza pugliesi ma anche dalla Campania, Calabria e Sicilia. L'obiettivo è portare al Sud potenziali investi- tori esteri per collaborazioni pro- duttive, scientifiche e tecnologi- che. Qui abbiamo tante univer- sità e centri di ricerca, start up di giovani che si vogliono lanciare sui mercati internazionali. È un grandissimo evento per- ché sottolinea come le forze dello Stato centrale, il ministero dello Sviluppo economico, qui rappresentato dal capo di gabi- netto del ministro Guidi, l'avvo- cato Cozzoli, l'Ice che è l'orga- nizzatore primario di questo evento, e le Regioni che hanno contribuito con la loro attività, lavorano in sinergia per le impre- se del Mezzogiorno. È un'inizia- tiva finanziata dall'Unione Europea, perchè ha una visione di stampo europeista, per pro- muovere la collaborazione a livello internazionale. Chi partecipa ovvero chi crede nelle potenzialità del Sud? Abbiamo delegazioni prove- nienti da Paesi molto lontani, dagli Stati Uniti alla Cina, dal Brasile all'India, delegazioni di altissimo profilo. Fra tutti è pre- sente il Fondo Mubadala di Abu Dhabi, fondo di investimento molto importante a livello mon- diale, con centinaia di miliardi di possibilità di investimento in progetti internazionali. Abbiamo imprese nel campo delle bionanotecnologie, delle energie rinnovabili, della prote- zione ambientale, dell'Ict. Un panorama molto vasto per dimostrare che il Mezzogiorno non è tutto crisi, non è tutto disa- Agli Usa l'Italia piace per Ict e innovazione non solo per il 'classico' made in Italy tunità alle aziende innovative del Mezzogiorno di valorizzare il potenziale competitivo inespres- so nei mercati esteri più attratti- vi. Come Ice abbiamo realizzato un roadshow sugli investimenti negli Stati Uniti a gennaio, a New York e a Los Angeles, dove l'Ice ha uno dei suoi 4 desk Innovazione (gli altri sono a Londra, Mumbai e Singapore) a supporto delle start up innovati- ve italiane. Lì abbiamo capito che l'Italia è percepita non più solo come il Paese del classico made in Italy (tessile, abbiglia- mento, gioielli, calzature mobili) ma anche per questi altri settori particolarmente innovativi. E molto fanno le imprese giovani e le università. Qual è la chiave per avere successo all'estero per le imprese di questo settore? In primis una grande cono- scenza tecnica, poi essere in grado di parlare le lingue, com- petenza che dovremmo dare per scontata in tutti i settori, avere export manager o comunque spe- cialisti che conoscano le materie connesse all'internazionalizza- zione e poi la capacità di appog- giarsi alle strutture come l'Ice che possono dare alle aziende l'opportunità di essere maggior- mente presenti all'estero attra- verso la nostra rete di 65 uffici nel mondo. tati. Dal suo punto di vista, visto che l'economia americana è ripartita anche grazie all'Ict, perché le aziende italiane dovrebbero essere appetibili per quelle americane? In termini di collaborazione e di opportunità di lavorare insie- me sui mercati internazionali. Qui ci sono grandi conoscen- ze. I centri di ricerca italiani, gli ingegneri italiani, nello specifico quelli elettronici, quelli delle materie più innovative, sono molto appetiti all'estero per le loro capacità. Gli investimenti esteri stanno crescendo in Italia ma rispetto al passato oggi non puntano più solo sui settori "maturi" ma piuttosto su quelli più innovativi e ad alta tecnolo- gia. Manifestazioni come queste servono proprio a offrire l'oppor- gio, non è tutta difficoltà. Al contrario ci sono grandi opportu- nità ed questo è proprio quello che con la Biat vogliamo dimo- strare all'Europa ma anche al nostro Paese. Quali sono stati i risultati del primo anno? Ci sono stati una quarantina di accordi tra centri di ricerca e imprese italiane ed estere, colla- borazioni molto importanti. A Napoli era stato privilegiato il settore dell'aerospazio, dell'a- vionica, qui abbiamo invece una partecipazione più ampia dell'Ict. I progetti provengono in maggioranza dalle imprese della Puglia. Cosa manca ancora per dare supporto adeguato alle imprese? Qui il tema non è tanto del- l'infrastruttura materiale, qui parliamo di sostegno immateriale e molti passi sono ancora da fare. Perché i centri di ricerca, le università e anche le piccole e medie imprese devono essere più attive e aggressive rispetto al passato. Però devo dire che si stanno facendo passi in avanti anche attraverso l'impegno che soprattutto l'Ice sta mettendo in atto insieme al ministero dello Sviluppo economico e alle Regioni. Siamo sulla strada buona. Abbiamo ottenuto, e stia- mo ottenendo, degli ottimi risul- ANDREA TEDESCHI Roberto Luongo, direttore generale Ice La Borsa dell'Innovazione e dell'Alta Tecnologia è un'iniziativa di Ice per la promozione dell'internazionalizzazione e dell'innovazione delle imprese