L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-17-2016

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GIOVEDÌ 17 MARZO 2016 www.italoamericano.org 32 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Business e cultura: il nuovo Rinascimento Italiano ospite alla Chapman University Lo scorso 5 Marzo Chapman University ha ospitato il tanto atteso convegno "Culture and Business: An Italian Perspective", realizzato dal dipar- timento di Italiano dell'università con il supporto dell'Istituto Italiano di Cultura di L.A., la Camera di Commercio Italy- America West di L.A., L'Italo- Americano newspaper e i Patrons of Italian Culture, il tutto sotto gli auspici del Console Generale di Los Angeles Dott. Antonio Verde. La giornata si è aperta con il benvenuto del Rettore Dott. Daniele Struppa che ha accolto gli studenti e l'ampio pubblico d'interessati e addetti ai lavori, soffermandosi sullo stato attuale dell'Italia, non solo crocevia di una millenaria cultura, ma allo stesso tempo incubatore di avan- guardie progressiste che l'hanno saputa comunque rendere un Paese moderno. A seguire il pro- fessor Roberto Pacchioni, coordi- BENEDTTA CICCONI natore del dipartimento di Italiano, ha aperto i lavori con una serie di relatori d'eccellenza rappresentanti di modelli impren- ditoriali di successo che l'Italia, anche grazie alle glorie del passa- to, ha saputo produrre in vari set- tori aziendali. A rendere unica la giornata, infatti, è stato il discorso di apertura del Dott. Florindo Blandolino, direttore dell'Italian Trade Agency di Los Angeles, e la presenza quale moderatore di Joseph Baird, membro dell'Italian Studies Council pres- so Chapman University. Hanno quindi preso la parola alcuni esponenti di diversi settori come cinema, architettura, design e agricoltura, tra cui Timothy O' Connel, CEO di H-FARM Venture, Jari Ognibeni, co-foun- der and CEO di Industrio, Ilaria Mazzoleni, titolare di IM studio Milano Los Angeles, Victor Laruccia, direttore esecutivo del San Diego Italian Film festival. A chiusura gli studenti e tutti i par- tecipanti sono stati coinvolti in un momento di networking con le aziende italiane presenti in California per toccare con mano come il modello del "Made in Italy" sia un format vincente e avvincente che riesce sempre, nonostante le difficoltà endemi- che, a dominare il mondo dal punto di vista tecnologico e crea- tivo. LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES Dott. Pacchioni come è nata l'idea di questo evento che ha raccolto l'interesse di istituzioni italiane e giovani studenti? L'evento è nato grazie alla collaborazione tra la comunità italiana e il dipartimento di italia- no di Chapman University e rap- presenta indubbiamente uno dei risultati più emozionanti del dia- logo iniziato circa due anni fa quando è nato l'Italian Studies Council alla Chapman University. Il nostro obiettivo è aiutare gli studenti di italiano a costruire un ponte tra i loro inte- ressi e obiettivi professionali con l'Italia. Allo stesso tempo abbia- mo voluto bilanciare il pregiudi- zio comunemente condiviso che vede l'Italia come priva di poten- zialità economiche, mostrando invece che molti leader del mondo del business oggi decido- no di investire proprio in Italia per le sue risorse culturali, scien- tifiche e artistiche. Come ritiene sia stato perce- pito e interpretato dai vari rela- tori il connubio cultura e busi- ness? Questa intersezione poco esplorata in ambito accademico si è rivelata uno degli aspetti più affascinanti dell'evento. Tutte le presentazioni e gli interventi hanno fatto trasparire alcune sot- tigliezze riguardo al modo in cui cultura e affari si intrecciano. Ad esempio Ilaria Mazzoleni, che dirige uno splendido programma educativo in Val Taleggio, ha mostrato come il rapporto con la natura espresso da certe tradizioni e paesaggi rurali italiani sia una finestra per avvicinarsi a modi più sostenibili di concettualizzare design e architettura. Anche Victor Laruccia, che dirige l'im- portante festival del cinema italia- no di San Diego, ha stimolato la consapevolezza degli spettatori riguardo alla nozione di qualità che molti italiani difendono con fervore quando si tratta di scelte culinarie, automobilistiche o di vestiario e che dovrebbe anche essere estesa ai film che sceglia- mo di consumare. Le aziende italiane hanno ancora un certo appeal sul gio- vane pubblico americano? Sì, e specialmente quando le aziende mantengono radici pro- priamente italiane, per esempio quando i prodotti rivelano aspetti poco conosciuti e unici della cul- tura italiana che ne interpretano la ricchezza storica differenziandosi per stile di vita e modo di pensie- ro dal mondo americano. Le ini- ziative altamente radicate sul ter- ritorio eppure profondamente glo- bali di gruppi come Industrio in Trentino e H-Farm in Veneto, entrambi rispettivamente rappre- sentati all'evento dai loro CEO Jari Ognibeni e Timothy O'Connell, sono esempi eclatanti di questo genere di innovazione italiana. Trova che siano ancora radi- cati stereotipi di inefficienza legati al sistema di fare business da parte degli italiani? Il direttore dell'Italian Trade Agency di Los Angeles, Dott. Florindo Blandolino, ha parlato nel suo discorso plenario di alcu- ni aspetti considerati limiti nell'e- conomia italiana, come la forte burocrazia che può essere d'osta- colo alla crescita, ma che allo stesso tempo è anche un'incredi- bile palestra che prepara le com- pagnie italiane ad integrarsi facil- mente all'interno di sistemi legali e burocratici imposti da contesti stranieri. Certamente, molti aspet- ti della società italiana e del modo di relazionarsi al lavoro possono, generalmente parlando, essere percepiti come "inefficienti" da un americano. Sicuramente l'ita- liano ha molto da imparare dall'a- mericano riguardo aspetti quali finanziamento, organizzazione, promozione, coordinazione e relazione con il cliente. Allo stes- so tempo però, a causare queste differenze è anche uno dei fattori che agevola la creatività italiana tanto apprezzata all'estero. Per esempio, la protezione di un certo diritto all'indolenza e alla man- canza di progettazione, il prover- biale ritardo, è anche ciò che per- mette all'italiano di vivere in una dimensione temporale differente da quella dell'americano, una dimensione che può favorire, nei migliori dei casi, la contempla- zione, il flusso delle idee e l'in- ventiva. E il contemplare, in un paese così vario nella ricchezza di stimoli storici, culturali, artistici e ambientali come l'Italia, significa entrare in un dialogo mentale con una singolare e notevole molte- plicità di voci. Questa è una delle tante sottigliezze di fondamentale importanza che l'evento ha messo in luce. Dott. Federico Pacchioni

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