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GIOVEDÌ 12 MAGGIO 2016 www.italoamericano.org 41 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | RED CARPET PROTAGONISTI RECENSIONI FESTIVAL La vecchiaia che ci imprigiona in 'Felice' di Antonio Costa di casa, compiti che gli sono evi- dentemente estranei. Nel finale l'anziano si avvicina al corpo senza vita della donna, steso sul pavimento in una pozza di sangue. La camera inquadra alcuni dettagli dell'appartamento che svelano l'orrore che si è compiuto, con il sangue sulle pareti e in ogni angolo della casa. Non ci sono questioni aperte, in pochi minuti sono state date tutte le risposte, con sequenze all'ap- parenza lente ma necessarie alla costruzione del racconto, in cui rumori, suoni, gesti e sguardi costruiscono un finale terribile ma non inaspettato. Per L'Italo-Americano abbia- mo posto alcune domande ad Antonio Costa, riguardanti in particolare l'esperienza con Sergio Fiorentini. Come è stato il suo rapporto lavorativo con Sergio Fiorentini? Per quanto riguarda l'attore protagonista, posso dire che tutto ciò che mi lega a Sergio Fiorentini è molto strano. Dietro la sua figura legata alla comples- sità di questo cortometraggio, come dimostra la lavorazione durata quasi un anno, c'è una sorta di magia. Sergio ha incar- nato il mio personaggio con dignità, la stessa con cui solo un grande attore riesce a mettere al Sergio Fiorentini è il protagonista del cortometraggio sviluppato sul tema della vecchiaia e della malattia I n "A casa", il regista Antonio Costa aveva affron- tato un tema difficile e deli- cato come quello della malattia senile e delle sue inevitabili con- seguenze, coinvolgendo nel pro- getto l'attrice Milena Vukotic. Il regista palermitano continua il suo percorso di ricerca sulla terza età con "Felice", raccontando la storia di un uomo triste e senza più forze, che apparentemente attende il ritorno della moglie. Il protagonista del cortometrag- gio è Sergio Fiorentini, conosciu- to dalla platea televisiva italiana per il ruolo del brigadiere Cacciapuoti, nella serie del "Maresciallo Rocca" con Gigi Proietti. Come doppiatore ha pre- stato la voce ad attori del calibro di Gene Hackman, Burt Young, Tony Burton, Max Von Sydow, Patrick MgGoohan, Mel Brooks e Benny Hill. Fiorentini è scomparso poco dopo la realizzazione del film di Costa, lasciando una testimo- nianza di assoluto valore a cui ha offerto, senza riserve e senza falso pudore, la sua malattia al personaggio, regalandogli veridi- cità e realismo. La vecchiaia, che imprigiona e ostacola il fisico dell'attore, si riflette sul protagonista, eviden- ziando il distacco con cui si sta allontanando dalla vita, senza più affetti, valori e speranze. Il tema del film è drammatica- mente attuale: marito e moglie vivono insieme tutta una vita e il loro amore è improvvisamente spezzato da un raptus omicida, da un gesto apparentemente inspiegabile che probabilmente trova nella malattia e nell'emar- ginazione l'assurda logica. Il merito di Antonio Costa, così come fu per "A casa", è quello di raccontare lo stato d'animo del protagonista e il gesto d'orrore, scavando nel quotidiano, nella routine della vita, lasciando a brevi ed eloquenti momenti il compito di rendere comprensibile la situazione. "Felice", in una delle scene più significative, appoggia la testa sulla tastiera del pianoforte, suo- nando qualche tasto in totale vuoto di coscienza. Questo luci- do realismo è espresso con la sola forza dello sguardo, accen- tuato da poche note stonate e del- l'inutile bussare alla porta della figlia disperata. La regia di Costa punta l'obiet- tivo verso il personaggio inter- pretato da Fiorentini, tenendolo al centro della scena senza mai perderlo di vista, ne mette a nudo la disperazione e soprattutto il distacco dal mondo. Nella seconda parte del film si intuisce che qualcosa non va per il verso giusto, nel momento in cui l'uomo inizia a fare le pulizie WILLIAM MOLDUCCI servizio del ruolo la propria sof- ferenza e rabbia. E' scomparso pochi mesi dopo le riprese, peraltro nel giorno del mio com- pleanno. Il mio rammarico è che non sia riuscito a vedere il corto- metraggio finito. Nel film si nota l'evidente immedesimazione di Fiorentini con il personaggio che inter- preta. Ha capito lo spirito che anima- va il cortometraggio e il suo pro- tagonista e mi ha cercato per farlo. Stava girando un film in Veneto ed è sceso di proposito qualche giorno a Roma, approfit- tando di una pausa, proprio per girare "Felice". Credo che quel film e il mio corto, girati in con- temporanea, siano stati gli ultimi suoi due lavori. Quando è stato girato "Felice" e com'è stato accolto? Ho girato "Felice" nel maggio del 2014, ma ho voluto fare le cose con calma e, dopo una lunga post-produzione, è finalmente uscito nel 2015. Il film è stato ammesso allo Short Film Corner del 68° Festival di Cannes, nel- l'ambito del Marché du Film. Da lì in poi ha iniziato a essere sele- zionato in numerosi festival. A settembre è stato invece scel- to dal Centro Nazionale del Cortometraggio che, in collabo- razione con l'Istituto Italiano di Cultura di Città del Messico, ha stilato una selezione di dieci cor- tometraggi italiani contempora- nei inseriti nella sezione "Italia en Corto" all'interno del presti- gioso Shortshorts Film Festival di Città del Messico. Si tratta di uno dei principali festival di cor- tometraggi che può contare ogni anno su un pubblico di 15.000 spettatori. I lavori sono stati proiettati alla Cineteca Nacional e alla Filmoteca dell'Universiade Nacional Autonoma de Mexico. Recentemente il film ha parte- cipato in concorso al Cervignano Film Festival, dove sono stati ammessi 21 cortometraggi di altissimo livello, selezionati da tutti e cinque i continenti, come per esempio "Ave Maria", entra- to nella cinquina degli Oscar Hollywoodiani. Il direttore artistico del Festival Piero Tomaselli, così ci presenta- va: "Felice è tra i lavori più pre- ziosi che abbiamo in questa edi- zione del Festival, trovo Sergio Fiorentini straordinario". Il cortometraggio "Felice" è l'ultimo lavoro del giovane regista palermitano Antonio Costa
