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GIOVEDÌ 26 MAGGIO 2016 www.italoamericano.org 31 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | CULTURA ARTE LIBRI PERSONAGGI C on "Y ou and M ys elf" A ndrea Bianconi (Vicenza, 1974) torna a N ovate M ilanes e occupando gran parte delle stanze di Casa Testori, con il suo bagaglio di performance lungo dieci anni in cui l'artista impiega il corpo come linguaggio espressivo e matrice di segno. Un segno che non cerca l'esi- bizione spettacolare, la rivelazio- ne provocatoria, ma che acquisi- sce il proprio essere e la propria identità, ces s ando di es s ere segno di qualche cosa. È come se non avesse niente da dire, ma solo una serie di eventi da sug- gerire, da far intuire. Nelle sue performance siamo invitati a cercare anche ciò che non c'è (che non si vede, che non si sente), a intuire l'alternativa pos s ibile, l' altra faccia del mondo. A stanare il soggetto che si nasconde nell'altro (o nell'al- trove). Il myself che si con- fonde con you. La sua è la poetica dello spo- stamento e della transizione con- tinua. La mostra ripercorre l'intero iter performativo di Bianconi: accanto ad azioni poste sotto il segno del ludico (della sorpresa, dello stupore), ad azioni minima- li, s ommes s e, incantatorie, Bianconi sviluppa altre perfor- mance che implicano autentiche "recite collettive". L'artista non si pone stretti limiti disciplinari, regole, gerarchie, se non quelli di aprirsi all'altro, al pubblico, per destare stupore, incredulità, interrogativi. Spesso, la performance di Bianconi ha a che fare con una sorta di "divertimento artistico": è una gag, una serie di gesti apparentemente gratuiti, di risi- bili azioni ludiche. Alla pari degli attori dei film muti (o dei "The chinese umbrella hat project Shanghai" di Andrea Bianconi. Spesso l'artista veneto realizza recite collettive come performance artistiche bambini) a lui piace nascondersi e apparire in scena all'improvvi- so. Soprattutto le maschere fanno la loro apparizione come stru- menti di difesa, di fuga, di fal- sità. In Trap for the Minds (del 2012), l'artista se le mette e se le toglie ossessivamente, fino ad arrivare all'ultima che non è altro che la riproduzione della sua Il corpo come linguaggio espressivo nel bagaglio artistico di Bianconi stessa faccia. E molte sono le immagini delle "trappole" di cui Bianconi dissemina i luoghi delle sue performance: scatole, specchi, gabbie, maschere che spesso vengono indossate dai protagoni- sti, senza che si capisca mai fino in fondo se, questo, avvenga per rinchiudersi, isolarsi o per vivere l'esperienza della dispersione, dello sconfinamento, delle asso- ciazioni imprevedibili. Andrea Bianconi vive e lavo- ra tra Vicenza e Brooklyn. Alla 5° Biennale di Mosca ha realiz- zato una public performance tra la Piazza Rossa, il Cremlino e il Manege. Tra le sue recenti espo- sizioni Msk Ghent, Houston, Valencia, Madrid, New York, United Arab Emirates, Basilea, P alazzo Reale, M ilano, Shanghai. Nel 2011 la sua prima monografia, nel 2012 il s uo primo libro d'artista "Romance" e nel 2013 il secondo dal titolo "Fable". Entrambi fanno parte della collezione del MoMa New York. Andrea Bianconi in "Tunnel City" e in "A Charmed Life". Nella personale "You and myself", bilancio di 10 anni di attività artistica, vuole stanare il soggetto che si nasconde nell'altro