L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-23-2016

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GIOVEDÌ 23 GIUGNO 2016 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | CULTURA ARTE LIBRI PERSONAGGI S i celebra quest'anno il cin- quecentesimo anniversario d e l l a p r i m a e d i z i o n e d e l l ' O r l a n d o f u r i o s o d i Ludovico Ariosto (1516). Una m o s t r a o r g a n i z z a t a d a l P o l o Museale del Lazio, diretto da E d i t h G a b r i e l l i e a l l e s t i t a a Tivoli, nello splendido scenario di Villa d'Este intende celebrare l'impatto esercitato dal poema sulle arti figurative. Villa d'Este, dichiarato nel 2001 patrimonio dell'umanità dall'Unesco, è da sempre nota per il giardino all'italiana, carat- terizzato da una altissima con- centrazione di fontane, ninfei, cascate e giochi d'acqua. Dopo un lungo periodo di decadenza, nell'Ottocento la Villa per un periodo tornò ad essere punto di riferimento cul- turale; tra i frequentatori, dal 1867 al 1882 vi è il musicista Franz Liszt, che qui compose Giochi d'acqua a Villa d'Este. Con la prima guerra mondiale il complesso divenne proprietà dello Stato Italiano e, dopo un impegnativo restauro, aperto al pubblico. Costituisce uno scenario idea- le per una mostra di questo tipo: il cardinale Ippolito II d'Este, che fece costruire e decorare tra g l i a n n i ' 6 0 e ' 7 0 d e l Cinquecento questa villa, nipote del cardinale Ippolito I a cui era stato dedicato il Furioso, non solo è citato più volte nel poema, ma aveva avuto modo di fre- quentare l'Ariosto negli anni della giovinezza trascorsi presso la corte ferrarese. Già i contemporanei hanno giudicato Ariosto un "poeta che colorisce", capace di "dipingere" le armi e gli amori con la penna e con l'inchiostro: pochi decenni dopo la sua morte lo si poteva già celebrare paragonandolo a Tiziano. Per la natura figurativa dei v e r s i a r i o s t e s c h i , l ' O r l a n d o furioso ha goduto, nei secoli, di u n a v a s t a f o r t u n a v i s i v a : l a mostra curata da Marina Cogotti, Vincenzo Farinella e Monica Preti intende ricostruirla parten- do dagli inizi del Cinquecento e giungendo fino al Novecento. Le opere a Villa d'Este, attin- gendo alle più varie tipologie e tecniche artistiche (dipinti, scul- ture, arazzi, ceramiche, disegni, incisioni, medaglie, libri illustra- ti...), offrono un'esposizione rigorosa, nel suo costante rap- porto con i temi del poema ario- stesco, ma al tempo stesso capa- ce di suggestionare emotivamen- te il visitatore. I l p e r c o r s o s i a p r e n e g l i appartamenti del cardinale. Si possono seguire, in un itinerario c r o n o l o g i c o , a l c u n e v i c e n d e della fortuna visiva del poema: dopo una premessa dedicata al volto e al mito del poeta (dove i r i t r a t t i c i n q u e c e n t e s c h i dell'Ariosto dialogano con le rievocazioni ottocentesche di alcuni episodi, reali o fantastici, della sua vita), una sezione è 'Ludovico Ariosto legge l'Orlando furioso alla presenza della corte estense' di Massimiliano Lodi, 1860 (Ferrara) dedicata alla storia figurativa del Furioso nel Cinquecento. Si parte da un capolavoro di Dosso Dossi, che recenti indagi- ni diagnostiche hanno conferma- to costituire la più antica testi- monianza dell'iconografia ario- stesca (in anticipo perfino sulla prima pubblicazione a stampa del poema) e si giunge a fine s e c o l o , c o n u n o s m a g l i a n t e dipinto di Simone Peterzano (il pittore che fu il primo maestro di Caravaggio a Milano) dedicato al fortunatissimo episodio dell'a- more tra Angelica e Medoro. Al centro di questa sezione campeggiano tre monumentali arazzi estensi prestati dal Musée des Arts décoratifs di Parigi e restaurati per l'occasione, convo- cati a Tivoli per rievocare visiva- mente l'ambiente della corte estense e gli splendidi apparati che decoravano le delizie ferrare- si, in cui affondano le radici d e l l a c u l t u r a f i g u r a t i v a dell'Ariosto, e una serie di maio- liche policrome che documenta- no la diffusione delle iconografie ariostesche nel campo delle arti applicate. La sezione seicentesca, parti- colarmente ricca per i prestiti concessi dai musei fiorentini, ruota intorno ad una serie di grandi dipinti che documentano la vasta diffusione, in diverse regioni della penisola, dei temi tratti dal Furioso nelle arti mag- giori (ma è presente anche un piccolo capolavoro scultoreo: il bronzetto del Tacca raffigurante Ruggiero ed Angelica conservato al museo del Louvre). La fortuna visiva di Ludovico Ariosto e i 500 anni dell'Orlando Furioso Dopo un interludio settecen- tesco (rappresentato da alcuni disegni di Fragonard e di Giani), un altro affondo risulterà condot- to sull'Ottocento italiano e fran- cese: in Francia, dopo i celebri dipinti dedicati al Furioso da Ingres e Delacroix, il protagoni- sta dell'iconografia ariostesca risulterà Gustave Doré, rappre- sentato in mostra, oltre che dalle diffusissime edizioni illustrate del poema, da una selezione di disegni originali, dove si dispie- ga tutta la sua inesauribile fanta- sia, e da un indimenticabile bron- zo dedicato ad uno dei temi più fortunati del poema: Ruggiero sull'ippogrifo che uccide l'orca e salva Angelica. ricostruita una scenografia del Furioso televisivo: i cavalli idea- ti da Pier Luigi Pizzi dialogano con gli alberi e le foglie che invadono l'ambiente cinquecen- tesco, trasformandolo in uno spazio infinito, in una suggestiva rievocazione delle scenografie concepite per la versione televi- siva di quello spettacolo (1975). Nell'Italia dell'Ottocento l'i- conografia ariostesca conoscerà una particolare fortuna nell'epo- ca romantica, come dimostrato dai dipinti di Giuseppe Bisi, Massimo D'Azeglio e Giuseppe Bezzuoli, con aperture che già preludono alla rivoluzione reali- s t i c a c h e s i a f f e r m e r à n e l l a seconda metà del secolo. L'ultima sezione rivolge un omaggio al più bel Furioso del N o v e c e n t o : q u e l l o m e s s o i n scena da Luca Ronconi a Spoleto nel luglio del 1969 e poi ripropo- sto in altre sedi e ad un più vasto pubblico, in versione televisiva, nel 1975: in questo caso è possi- bile ammirare per la prima volta sia la sequenza di fotografie rea- lizzate da Ugo Mulas in occasio- ne della messa in scena dello spettacolo ronconiano in piazza del Duomo a Milano, sia i dise- gni preparatori delle scenografie e dei costumi realizzati da Pier Luigi Pizzi per la versione tele- visiva. Al piano inferiore, nella Sala della Fontana, splendidamente affrescata e fortemente rievocati- ca dell'ambiente estense, è stata 'Orlando e Rodomonte combattono alla presenza di Fiordiligi' di Giuseppe Bisi, 1838 (Brescia, Musei Civici)

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