L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-21-2016

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GIOVEDÌ 21 LUGLIO 2016 www.italoamericano.org 43 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT ANDREA TEDESCHI D al s ogno all'incubo in meno di dieci pas s i. Chissà cosa sarà passato nella tes ta di G ianmarco Tamberi, per tutti ormai Gimbo, nel momento in cui staccava il piede per quel tentativo a 2 metri e 41 cm che valeva il secondo record italiano in pochi minuti e una delle migliori prestazioni mondiali all time di sempre nel salto in alto maschile, mentre il legamento della caviglia faceva crack. Dolore fisico, certo, ma soprattutto il mondo che crolla addos s o a venti giorni dall'Olimpiade di Rio de Janeiro per cui ogni atleta ha lavorato e sognato negli ultimi quattro anni. Come successe a Jury Chechi a Barcellona '92: un maledetto tendine d'Achille spezzato gli precluse un oro quasi certo negli anelli (che si riprese con gli inte- res s i quattro anni dopo ad Atlanta). Il 24enne di Civitanova Marche resterà dunque a casa. Niente Brasile per l'uomo dalla barba a metà che negli ultimi mesi aveva guadagnato le prime pagine dei giornali (non solo sportivi) certo per il look strava- gante (oltreconfine lo hanno ribattezzato "halfshave") ma anche per le straordinarie presta- zioni sportive che nel solo 2016 gli hanno permesso di diventare prima campione mondiale indoor a Portland con un salto a 2,36 e poi la medaglia d'oro agli Europei all'aperto di Amsterdam con 2,32. M is ure "normali" forse, cancellate però dal salto a 2,39 che pochi minuti prima dell'infortunio, sulla pedana dello s tadio Louis II di Montecarlo, lo aveva innalzato a nuovo primatista italiano e alla seconda misura mondiale del- l'anno. Una delusione che non can- cella la straordinaria annata di Tamberi, che in qualche modo coincide con una piccola rinasci- ta dell'Italia nell'atletica leggera dopo anni di blackout totale. In questo senso gli Europei di Amsterdam hanno rappresentato un ottimo viatico per gli azzurri: oltre all'oro di Tamberi è arriva- to un inaspettato successo nei 400 metri piani donne con la italo-cubana Libania Grenot, e due bronzi nelle mezze maratone maschile e femminile con il pisa- no Daniele Meucci e la barletta- na Veronica Inglese, che hanno permesso alle rispettive squadre di ottenere il terzo posto nella speciale classifica che però non conta in termini di medagliere. E poi, ancora con la Grenot insie- me a Maria Benedicta Chigbolu, Marie Enrica Spacca e Chiara Bazzoni un bronzo nella 4x400, la staffetta del miglio, che man- cava ormai da secoli. Non male per un Europeo con una maratona dimezzata (troppo vicine le Olimpiadi di Rio per programmarne una completa) e Addio Olimpiade per il recordman Tamberi e il marciatore Schwazer senza la marcia, che da quest'an- no ha i suoi campionati a parte. Già, la marcia. Il 2016 sarà anche ricordato per la rinascita e la ricaduta di Alex Schwazer. Oro olimpico a Pechino 2008, già fidanzato con la pattinatrice Carolina Kostner, alla viglia dei Giochi di Londra quattro anni fa risultò positivo all'antidoping e venne squalificato per tre anni e mezzo. Risultato: fine della sto- ria con la Kostner (che nel frat- tempo è stata incredibilmente condannata a un anno e quattro mesi di allontanamento dalle gare con l'accusa di aver "coper- to" l'ex fidanzato) e una lunga fase di recupero agonistico e d'immagine culminato ad aprile nella vittoria nella 50 km dei campionati mondiali di Roma. Una bella favola, o forse no. Perché a inizio luglio Schwazer viene di nuovo trovato positivo al doping nel corso di un control- lo a sorpresa, ed escluso dalla lis ta degli azzurri per Rio. L'ultima speranza per l'altoatesi- no resta il ricorso in extremis al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, che difficilmente verrà accolto in un clima (giusto) di tolleranza zero verso il doping che ha portato il Cio ad esclude- re dai Giochi l'intera squadra russa di atletica. Un destino curioso quello di Schwazer e Tamberi, che nei mesi scorsi aveva criticato il recupero "sospetto" del marcia- tore. Ora entrambi sono, letteral- mente, fuori dai Giochi. E per l'Italia non sono buone notizie. Il titolo mondiale nei supermedi Wba resta italiano con De Carolis U na piccola rivincita, addi- rittura in trasferta. Italia batte G ermania nella Schmeling Halle di Berlino, o per meglio dire pareggia ma mantiene il titolo mondiale dei supermedi Wba. Nella boxe fun- ziona così, il pareggio conserva lo status quo: nel calcio si va ai rigori, e ne sanno qualcosa gli azzurri di Conte usciti nei quarti degli Europei contro i tedeschi solo pochi giorni fa. Buon per il 32enne romano Giovanni De Carolis, unico ita- liano campione iridato in carica, che sul ring della capitale tede- sca ha resistito per dodici round all'assalto del padrone di casa, il ventiquattrenne imbattuto Tyron Zeuge, accreditato dei favori del pronostico. Una sfida, per gli esperti, molto più difficile di quella vinta a gennaio a Offenburg contro l'altro tedesco Vincent Feigenbutz che aveva riportato un italiano a indossare una cintura mondiale dopo la sconfitta di Giacobbe Fragomeni nei massimi leggeri nel 2009. Ma a De Carolis, evidente- mente, la Germania porta fortu- na. Di necessità virtù, perché l'Italia sembra ormai incapace di organizzare meeting mondiali e resta legata a un buon successo di dilettanti come Clemente Russo che a Rio parteciperà alla sua terza Olimpiade. Un fatto strano per uno sport per cui i Giochi sono da sempre il trampolino di lancio verso l'attività professio- nistica. E forse il fatto che De Carolis sia esploso dopo i 30 anni non è un caso: è cambiata la boxe, che non ha più personaggi di rilievo mondiale, ma è cambia- to anche il pugilato italiano. Intanto godiamoci i successi di questo ragazzo romano che non sarà Nino Benvenuti, ma che con il sudore e la sagacia tattica tiene in pieni quel che rimane della boxe professionistica italiana. Il pugile romano Giovanni De Carolis ha confermato il titolo Wba Gianmarco Tamberi si è lesionato un legamento della caviglia. Alex Schwazer è stato trovato nuovamente positico ai controlli antidoping

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