L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-15-2016

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/727461

Contents of this Issue

Navigation

Page 37 of 43

GIOVEDÌ 15 SETTEMBRE 2016 www.italoamericano.org 38 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | La solitudine al femminile e la terapia relazionale dei versi che decifrano l'anima I l 5 Agosto 1966 viene pubbli- cato dai Beatles l'album "Revolver" che contiene una splendida canzone che porta come titolo il nome stesso della protagonista, Eleanor Rigby. Ma chi era questa donna la cui lapide tombale si trova anco- ra oggi nel cimitero di St. Peter's a Liverpool? Era una creatura definita "lonely", descritta nella sua solitudine mentre raccoglie il riso che è stato lanciato al termi- ne di un matrimonio. L' immagi- ne, molto espressiva, rappresenta la felicità che appartiene agli altri, mentre a lei non rimane che raccogliere le briciole di una gioia altrui. Eppure Eleanor non prova rancore verso chi è più for- tunato di lei, si limita a sorridere ed ad attendere la sua parte di felicità, finché un giorno arri- verà, come per tutti, la sua ultima ora e nessuno si recherà al suo funerale, nessuno si ricorderà che lei è esistita. "No one was saved", nessuno si salvò, cantano i Beatles al ter- mine della canzone, con allusio- ne al fatto che né lei né Padre Mc Kenzie, altro personaggio della storia completamente ignorato dal mondo nonostante i suoi sfor- zi, dopo la loro morte piacquero a Dio: una visione sicuramente buia e pessimistica della solitudi- ne, senza speranza, irreversibile. Lo stato di Eleanor non è semplicemente quello di chi non ha un compagno sentimentale nella vita, ma è esistenziale, radi- cale e, anche in mezzo ad una folla, è in grado di fare avvertire la propria muta ma costante pre- senza. Sì, una compagnia continua, persistente, che non abbandona mai, nonstante gli infiniti sforzi che si possano e vogliano com- piere, è un destino che accompa- gna dalla nascita alcune persone fino alla morte, una qualità inna- ta al negativo. La poetessa milanese Alda Merini (1931 /2009) aveva intui- to ciò molto chiaramente se nei suoi versi leggiamo: "S'anche ti lascerò per breve tempo, solitudi- ne mia, se mi trascina l'amore, tor- nerò, stanne pur certa; i sentimenti cedono, tu resti". Fatta rinchiudere in manico- mio per volere del marito a causa di un'ennesima escande- scenza e dovuta in grande parte ad un passato devastante, in cli- nica visse un' esperienza dram- matica, che cambiò radicalmente la sua vita e la rese definitiva- mente e inesorabilmente sola. Unicamente i suoi versi le erano rimasti di compagnia, solo la poesia era ormai la sola in grado di capirla, di aiutarla a con- fidarsi, ad aprirsi... La sua malattia rappresentò da un lato la causa della totale chiu- sura della sua finestra sul mondo, la fine di ogni rapporto umano, dall'altra accentuò oltre misura la sua già intensa e innata sensibi- lità, permettendole di percepire quello che alla gente comune sfuggiva, quello che le "persone normali" vedevano, ma non afferravano. Emily Dickinson (1830/1856), poetessa americana, venne cre- sciuta in un clima fortemente puritano e condusse un'esistenza del tutto priva di eventi; la sola esperienza degna di nota fu l'es- sersi follemente innamorata di un Pastore protestante che incontrò la prima volta a Philadelphia e che la ingannò, non rivelandole di essere già sposato. Questo tradimento e questa cocente delusione condussero la giovane Emily ad una reclusione netta dal mondo circostante, ad un rifiuto drastico di ogni comu- nicazione umana... A partire dall'età di 24 anni fino al giorno della sua morte rimase infatti chiusa in camera e non volle nemmeno che fossero divulgate le sue numerosissime poesie (più di mille), ma assolu- tamente distrutte alla sua morte. In questo modo non solo lei, ma neppure le sue splendide creature avrebbero mai dovuto più comunicare con il mondo esterno. Fortunatamente la sua produ- zione si è salvata e così possiamo ammirare e amare questi versi: "Ha una solitudine lo spazio Solitudine il mare Solitudine la morte Ma queste saranno compagnie In confronto a quel punto più profondo Segretezza polare, Un'anima davanti a se stessa: Infinità finita". ( Solitudine ) Tre donne, tre esempi di abbandono da parte del mondo e a loro volta di rifiuto del mondo. Per eccessiva sensibilità e delica- tezza, per malattia, per amore? Non lo sappiamo, possono essere innumerevoli le ragioni che con- ducono una persona a questa condizione, ma deve rimanere comunque una sola la considera- zione finale di Arthur Schopenhauer: "La solitudine è il destino di tutte le grandi menti". LAURA BENATTI L'unico dagherrotipo attribuibile con certezza alla poetessa Emily Dickinson (Amherst College Archives) CULTURA ARTE LIBRI PERSONAGGI La poetessa, aforista e scrittrice italiana Alda Merini: 'Quelle come me - scrisse - guardano avanti, anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro'

Articles in this issue

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-9-15-2016