L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-27-2016

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GIOVEDÌ 27 OTTOBRE 2016 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO Tarantella, vino e castagne. Nel cuore dell'Alta Irpinia per scoprire Montemarano blues americano) nonché costumi tradizionali legati al Carnevale. Maestosi cerri e grandi casta- gneti contrappuntano un territo- rio intervallato anche da piani carsici ideali per il pascolo. La s coperta del territorio montemaranese passa quindi attraverso i paesaggi naturali e i prodotti della natura. Il paese fa rima, con il suo toponimo, con una rinomata cultivar di castagna (albero che copre 81 ettari boschivi del comune), considera- ta dal Ministero delle politiche agricole prodotto agroalimentare tradizionale italiano. Funghi (porcini, gallinacci, ovuli, chio- dini), fragole e lamponi permet- tono di apprezzare al meglio il maestoso scenario della Natura di questo angolo di Alta Irpinia capace di far spaziare lo sguardo dal Gran Sasso abruzzese alle pianure pugliesi. L'attività zootecnica, concen- trata in alcune contrade (Macchia del Monte, Ss. Giovanni e Paolo) permette di degustare ottimi pro- dotti caseari tra i quali vanno segnalati i bocconcini, i provolo- ni e la rinomata s camorza. Salami, prosciutti e soppressate rappresentano un altro punto di forza di un settore che vanta però quale fiore all'occhiello la viti- coltura. Montemarano è inserita infatti nella Docg (denominazione di origine controllata e garantita) del "Taurasi", uno dei grandi vini italiani più adatti al lunghissimo invecchiamento. Il vino, ottenuto dalla vinificazione dell'aglianico, viene esaltato dalla Sagra che in ottobre, da oltre 25 anni, richia- ma migliaia di persone nel borgo sannita. Particolarissima la pro- duzione di uva bianca denomina- ta "coda di volpe", che da qual- che anno impegna i viticoltori in una nuova affascinante avventura permettendo al viaggiatore di accompagnare con un ottimo vino la degustazione della cucina locale. "Maccaronara", "Scecolatielli e iormano" " Cecaluccoli" , "lachene e ciciri" si presentano come ottimi primi piatti di una cucina tipica incentrata su pro- dotti strettamente locali. Arrosti di agnello e di maiale, scamorza, "pollastro mbottito", "panzetta c'àmbuttitura" arricchiscono l'of- ferta di secondi piatti che però trovano nei "Mugnitielli" (inte- riora di agnello arrotolate) la pie- tanza per eccellenza della cucina montemaranese. Da assaggiare senza indugio, per ripartire carichi di un'espe- rienza indimenticabile nella sco- perta dell'Italia d'amare. F ebbraio, Agosto, Ottobre. S cegliete uno di ques ti mesi e lasciate da parte la metropolitana di Napoli e le cos te fras tagliate della Campania, per preferire l'aria frizzante e i contrasti montani dell'Alta Irpinia. Sarà il periodo giusto per scoprire e assaporare uno dei momenti salienti di un paese cresciuto nella leggenda, avvolto dal sapore dei vitigni e delle castagne. M ontemarano, appis olato sulla sinistra dell'alto corso del fiume Calore vive da oltre 2000 anni. S econdo lo s torico Appiano d'Alessandria il borgo fu fondato da Mario Egnazio, guerriero sannita irpino capace di infliggere durissime perdite all'esercito romano durante le guerre italiche. Fortezza inacces- sibile per i barbari, grazie alla sua posizione naturale difesa da precipizi e burroni e da un castello, Montemarano nel 1059 divenne sede vescovile e nel 1138 fu assaltato da Ruggero II il Normanno, duca di Calabria e di Puglia. Il massacro perpetuato dal normanno portò alla distru- zione di numerose testimonianze storiche del paese, tra le quali molte relative al cittadino vesco- vo G iovanni (poi divenuto Santo), strenuo protettore dalle prime invasioni barbariche e acuto agronomo del territorio. Dell'età medioevale rimane ancora oggi visibile il castello, orgoglio della cittadinanza che attraverso l'associazione etno- culturale Pro Montemarano, la sezione dell'Archeoclub irpino presieduta da Ilenia D'Oria e la sincera passione del parroco Don Mauro Perullo e di volontari come Renato G allo, s i pone come fulcro di una valorizzazio- ne storica, architettonica e cultu- rale che affonda le radici nella naturale bontà del territorio. Raggiungibile facilmente gra- zie alla rete viaria dell'Ofantina e dell'Ofantina-bis, in poco più di un'ora è possibile lasciarsi alle spalle gli stupendi tramonti sul Tirreno per raggiungere gli 820 metri sul livello del mare e sdraiarsi su colline tappezzate da vigne o all'ombra di castagni secolari. Il borgo ha subito importanti danni nel sisma che lo colpì duramente nel 1980 inducendo una nuova pianificazione urbani- stica in quella che all'epoca era considerata una zona periferica del paese. Oggi però tutto il cen- tro storico è tornato all'antico GENEROSO D'AGNESE splendore, con sapienti interventi che negli anni hanno s aputo mantenere intatta l'antica struttu- ra architettonica. Il labirinto viario del nucleo storico meriterebbe una visita "a prescindere", meglio se fatta nei giorni del Carnevale, acclamato appuntamento che da secoli attira migliaia di persone nel centro irpino. Considerata la più impor- tante manifestazione folkloristica del luogo, il carnevale montema- ranese si distingue dalle tante altre manifestazioni similiari per la genuina spontaneità che perva- de tutto il paese, capace di esplo- dere di gioia e di divertimento. Dai più piccoli ai più anziani partecipano fattivamente trave- s tendos i e lan ciandos i nella danza della "tarantella montema- ranese" girando a mo' di proces- sione per le strade del centro. La festa, nel paese inizia in realtà il 17 gennaio con Sant'Antonio Abate, per poi ter- minare la domenica successiva alle ceneri con "Carnevale morto". La particolarità di tale festa ha indotto numerosi emi- grati a rivivere l'atmosfera nei propri luoghi di residenza e New York, da anni, ospita la vivacissi- ma attività dei fratelli Mariano e Generoso D'Agnese (un gruppo di musicisti della tarantella si esibì a Times Square nel 2009, il Bronx ha ospitato diversi sodali- zi folkloristici). Percorrere in tutta allegria le strade di Montemarano aiuta ad apprezzare al meglio anche i luo- ghi storici del borgo. Nel paese che ebbe come governatore Gian Battista Basile, considerato un grande poeta dialettale e autore de "Lo cunto de li cunti tratteni- mento de le peccerille" (definito da Benedetto Croce il più antico, più ricco e più artistico fra i libri di fiabe popolari), le tradizioni popolari camminano di pari passo con la devozione cristiana. Chi decide di visitare il paese irpino in estate, potrà farlo nella seconda metà di agosto, quando nello s pazio di pochi giorni vanno in s cena la fes ta dell'Emigrante e del Bosco" (17 e 18 agosto) e la solenità del patrocinio di San Giovanni (dal 20 al 22 agosto), in un ideale percorso capace di unire la gioia per i conterranei che vivono nel Mondo, l'amore spontaneo per la selva ubertosa e la fede nell'eroe e patrono cittadino. Importante tappa del percorso è rappresentata dalla visita al Museo dei Parati Sacri, allestito nell'ex Chiesa del Purgatorio, in Piazza Mercato. Il museo presie- duto da Concetta Corso, costitui- sce uno dei primi esempi in Italia meridionale di raccolta e catalo- gazione di paramenti sacri e ospita tra gli altri, il parato del ves covo Celes tino Labonia (1670–1720), le donazioni di Papa Benedetto XIII in occasio- ne dell'anno giubilare 1725 ed un vestito della Madonna del sec. XVII di manifattura siciliana. Inaugurato nel 2002, grazie all'impegno dei volontari dell'as- sociazione culturale "Hyrpus Doctus" il museo etno-musicale (presieduto da Luigi D'Agnese e diretto da Patrizia Di Dio) rap- presenta un'altra fermata obbli- gatoria nella scoperta del centro irpino. Il museo è dedicato a grandi interpreti della tarantella locale e raccoglie numerosi stru- menti musicali legati alla danza conosciuta a livello mondiale (l'etnomusicologo americano Alan Lomax scriverà di aver ritrovato nel paese una intensità espressiva arcaica e primordiale, molto vicina allo s pirito del Il castello di Montemarano è legato alla storia di Giovan Battista Basile, che scrisse lo "Cunto de li Cunti"

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