L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-27-2016

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GIOVEDÌ 27 OTTOBRE 2016 www.italoamericano.org 40 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | RED CARPET PROTAGONISTI RECENSIONI FESTIVAL Nessuno come lui tra i pittori del cinema e a 81 anni tornerebbe a lavorare per ...Fellini molti altri, gli hanno affidato il compito di imprimere nella mente degli spettatori il senso e il fascino del loro lavoro usando una sola immagine. E lui l'ha resa cult. A 19 anni era il più giovane cine-pittore in Italia e oggi detie- ne il record di longevità artistica: nessuno ha lavorato quanto lui tra i pittori del cinema. Nel suo archivio ci sono più di mille illu- strazioni per l'industria cinema- tografica mondiale. Oggi Renato Casaro ha 81 anni ma trasmette la stessa pas- Un autografo, un selfie, una chiacchierata con tutti: Renato Casaro nella personale di Giovinazzo ha accolto migliaia di persone con grande disponibilità L 'inchino davanti all'Ultimo Imperatore bambino che, illuminato d'oro nell'oscu- rità, proietta la sua ombra verso il pubblico. Il bianco e nero che ritaglia le figure di James Woods e Robert de Niro sopra il ponte di Brooklyn in C'era una volta in America. Balla con i Lupi che si tinge la guancia con i colori dei Sioux. Lo sguardo seducente di Sean Connery che punta la pisto- la di 007 in Mai dire Mai. I volti di potenza di Conan il distruttore e Rambo III. Jonh Wayne nella battaglia di Iwo Jima. Il Pugno di dollari in mano a Clint Eastwood nel vento del West. L'abbraccio che sembra un miraggio nella nuvola di sabbia del Tè nel deser- to. Uno sguardo alle sue locandi- ne e in un soffio tornano in mente centinaia di film che hanno segnato la storia del cine- ma. Per idearne il bozzetto, sinte- si dell'idea filmica, gli bastava una settimana. Un mese per met- terla su carta e produrre capola- vori che hanno costruito l'imma- ginario collettivo, la memoria in celluloide di ciascuno di noi. Quando non esisteva Photoshop e i cartelloni cinematografici erano opere d'arte dipinte a mano da creativi talentuosi, la sua era "l'arte di dipingere il cinema". Lo hanno scelto registi come Sergio Leone, Francis Ford Coppola, Bernardo Bertolucci, Franco Zeffirelli, Michael Cimino, Milos Forman. Come sione di quando a 17 anni ha cominciato la sua carriera artisti- ca: disegnava locandine in cam- bio di biglietti del cinema. Non è un caso che a L'Italo-Americano dica con l'entusiasmo di un ragazzo di essere pronto per ripartire aspettando "una nuova sfida ad alto livello" da un Fellini dei giorni nostri. Come nasce un cartellone cinematografico? Come trova l'idea per trasformare due ore di film nell'immagine iconica che sintetizza un intero film? Questo è un po' un segreto. Diventa più facile da capire con l'esperienza, e con il tempo si impara. In questa professione la cosa importante è rendere in pochi centimetri di immagine tutto il film. Bisogna trovare la sintesi della storia, il fulcro, per poterlo non solo raccontare in un'immagine ma per riuscire anche a incuriosire il pubblico. In una società come la nostra che vive di immagine ma in maniera vorticosa, per cui ne siamo continuamente bombardati ma ci scorrono davanti così in fretta che ce le dimentichiamo subito dopo, come si fa a trovare immagini che si fermano nella memoria, che restano nel tempo? Questo oggi è effettivamente difficile. Prima si poteva farlo meglio. Con le tecnologie moder- ne, con il digitale, con la televi- sione, i trailer, è difficile fermare questa corsa al tempo. Tutto è troppo rapido e non c'è il tempo di fermarsi e vedere. Se si va su Wikipedia e si digita il suo nome, si trova come definizione che lei è uno dei "maestri più importanti, influenti e innovativi della car- tellonistica cinematografica ita- liana". In che cosa consiste, secondo lei, la capacità innova- tiva? Un tempo consisteva nell'ade- guarsi ai tempi. Oggi questo si è un po' superato con la tecnolo- gia. Allora era importante comu- nicare attraverso immagini ferme. Prima la strada era la nostra galleria. Il nostro museo era sulla strada. Nei suoi lavori ha usato tec- niche tradizionali: la tempera e l'aerografia. Un modo "antico" di fare pittura, oggi soppianta- to dalla computergrafica che però ha tagliato fuori delle capacità artistiche che erano qualità coltivate nel tempo. Esattamente, esattamente. Oggi la creatività si è appiattita. Ma se manca la creatività non si può comunicare e si deve comu- nicare con la creatività e l'essen- zialità delle cose ma soprattutto con la bellezza, che oggi è soppe- rita dalla fotografia. I giovani di oggi si stanno specializzando nel digitale e stanno abbandonando l'arte che l'ha resa grande. A loro che cosa direbbe? Di tornare Lo chiamavano Trinità, Il Tè nel deserto, Conan il distruttore e Polvere di stelle: suoi oltre mille cartelloni per l'industria mondiale del cinema BARBARA MINAFRA Continua a pagina 41

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