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GIOVEDÌ 10 NOVEMBRE 2016 www.italoamericano.org 23 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | EDITORIALE BREVI RUBRICHE NEWS SELLING HOMES THROUGHOUT THE BAY AREA Adele Della Santina "e Right Realtor makes all the dierence." 650.400.4747 AdeleDS@aol.com www.AdeleDS.com CalBRE# 00911740 Expert in preparation, promotion, and negotiation! Improve your Italian right here at home! 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Figuriamoci Dante Alighieri. Il suo pregevolissimo modello che sta alla base della letteratura e della linguistica italiana, è lon- tano anni luce da quello che tutti consideriamo Italiano. Usiamo un vocabolario com- pletamente diverso e modi nuovi di formulare le frasi e i pensieri. In fin dei conti sono passati più di sette secoli. Se immaginassimo un italiano di appena 50 anni fa ascoltare come parla un italiano di oggi, probabilmente il primo si stupi- rebbe di quanti cambiamenti sono avvenuti in un tempo così breve e in molti casi gli servireb- be un corso intensivo di Inglese. Questo perchè abbiamo a che fare con una "lingua viva" (slo- gan volutamente scelto dagli S tati G enerali della Lingua Italiana), che assorbe gli stimoli del suo tempo. A i giorni nos tri c'è una sovrabbondanza di termini ingle- si specialmente nel settore tecno- logico-informatico che non ha eguali. In questi due campi si registra una presenza di vocaboli presi in prestito dall'Inglese superiore al 10% e questo è un processo più che naturale se è vero che A pple, G oogle e Microsoft, ma anche il martel- lante mercato di smartphone e social network, hanno imposto i loro linguaggi come la loro onni- presenza nella nostra vita quoti- diana. Stessa cosa fa il mondo della finanza e stessa cosa ha fatto e continua a fare il mondo della musica. S econdo il dizionario di Tullio De Mauro più del 2 % delle parole italiane ha un etimo greco. La lingua della classicità non ha introdotto solo termini specialistici ma soprattutto paro- le di uso assolutamente comune come atmosfera o entusiasmo. Questo per dire che da sem- pre c'è un processo di evoluzio- ne nella lingua italiana, che in tutte le epoche terminologie prese da contesti specifici sono state assimilate e reclutate per esprimere concetti con pertinen- za, che moltissime parole stra- niere si sono poco alla volta sedimentate nell'uso colloquiale tanto da entrare poi a pieno titolo nel linguaggio comune, sino a finire nei dizionari, magari dopo appena una cinquantina d'anni, come vocaboli di uso comune. Allo stesso modo è cambiata la percezione che s i ha dell'Italiano come lingua stranie- ra. Oggi vanta una popolarità poco consapevole tra gli stessi italiani che la dice lunga rispetto a come veniva considerata al tempo delle valigie di cartone o durante la s econda G uerra Mondiale quando parlare in ita- liano significava, negli Usa, par- lare la lingua del nemico. Non ci deve solo inorgoglire sapere che è tra le lingue a mag- giore espansione all'estero, visto che la domanda d'italiano negli Is tituti di cultura e nelle Università straniere è notevol- mente aumentato: nel 2014 gli studenti erano 1,5 milioni mentre oggi sono saliti a 2,3 milioni. Ci deve far capire come non ci sia nulla di statico nella lingua che parliamo da quando siamo nati, neanche la sua diffusione all'estero tra oriundi e amanti della lingua Italiana. Stati Uniti e Australia sono ad esempio i Paesi anglofoni con il maggior numero di studenti di italiano. Negli Usa, l'Italiano è la quarta lingua straniera più stu- diata, e gli Stati Uniti hanno il primato del Paese che ha il più alto numero di cattedre e di ita- liano e dipartimenti di italianisti- ca (50) nel mondo con circa 400 corsi di italiano insegnati a livel- lo universitario, senza dimentica- re che in 800 scuole (il 60% si concentra sulla costa est, nella fas cia Bos ton, N ew Y ork, Philadelphia, Washington) di ogni ordine e grado, l'italiano costituisce una parte dell'offerta curricolare. Crescono inoltre gli studenti americani che vengono a studiare in Italia: nell'ultimo biennio sono aumentati del 4,4% BARBARA MINAFRA