L'Italo-Americano

italoamericano-digital-12-8-2016

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GIOVEDÌ 8 DICEMBRE 2016 www.italoamericano.org 33 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Matteo Renzi ha rassegnato le dimissioni da premier subito dopo la sconfitta del referendum costituzionale " L'alta affluenza al voto, regi- stratasi nel referendum, è la testimonianza di una demo- crazia solida, di un Paese appas- sionato, capace di partecipazione attiva. L'Italia è un grande Paese con tante energie positive al suo interno. Anche per questo occor- re che il clima politico, pur nella necessaria dialettica, sia impron- tato a serenità e rispetto recipro- co. Vi sono di fronte a noi impe- gni e scadenze di cui le istituzio- ni dovranno assicurare in ogni caso il rispetto, garantendo rispo- ste all'altezza dei problemi del momento". E' il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Napolitano all'indomani del refe- rendum costituzionale che, chiu- dendosi con una schiacciante vit- toria del No, ha decretato la deci- sione del premier Renzi di lascia- re l'incarico di governo. "Ci abbiamo provato e non ce l'abbiamo fatta. Mi assumo tutte le responsabilità della sconfitta. Questa riforma - ha detto, evi- dentemente commosso, in un discorso di 11 minuti a un'ora dalla chiusura dei seggi e ai primi dati che davano schiac- ciante il divario tra Sì e No al quesito referendario - è stata quella che abbiamo portato al voto, non siamo stati convincen- ti, mi dispiace, ma andiamo via senza rimorsi. Come era chiaro sin dall'inizio l'esperienza del mio governo finisce qui. Volevo cancellare le troppe poltrone, non ce l'ho fatta. E allora salta la mia". Da promotore della riforma si è presentato al Quirinale per ras- segnare le dimissioni. Diventeranno esecutive subito dopo l'approvazione della legge di bilancio, come richiesto dal presidente della Repubblica per- chè non ci siano ripercussioni sulla stabilità e i conti economici del Paese e si scongiurino i rischi di un esercizio provvisorio. Al voto si potrebbe andare già il prossimo febbraio o in primave- ra, nel caso non si opti per un governo tecnico che porti a fine mandato la legislatura (2018), affidando l'esecutivo alla secon- da carica dello Stato, il presiden- te del Senato Pietro Grasso o al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Se si concretizzas- se il timore di molti, il contrac- colpo delle Borse, la destabiliz- zazione dello spread e del siste- ma bancario, lo sbocco naturale diventerebbe un esecutivo Padoan. Il ministro è giudicato in Europa una garanzia di conti- nuità. Peraltro l'Italia rischia di non rispettare il patto di Stabilità europeo per l'alto debito. "E' impossibile - ha detto il presiden- te dell'Eurogruppo Dijsselbloem - chiedere adesso all'Italia di impegnarsi in misure aggiuntive. L'Eurogruppo e la Commissione aspettano un nuovo Governo". Il problema più grosso tutta- via, al di là dei nomi e degli schieramenti, è l'assenza di una legge elettorale. Dopo la bocciatura della rifor- ma costituzionale, l'Italicum è inservibile. Attualmente c'è un sistema maggioritario a due turni alla Camera, cioè l'Italicum, e un sistema proporzionale al Senato. Poichè il Senato avrebbe dovuto essere riformato, per una serie di compromessi partitici (ed evitare elezioni anticipate) non si decise affinchè l'Italicum fosse intro- dotto anche in questo ramo del Parlamento. Il capo dello Stato, d'altra parte, aveva già fatto conoscere la sua contrarietà a sciogliere il Parlamento senza una legge elet- torale omogenea per Camera e Senato. Al di là degli scenari che si aprono con la crisi di governo, resta il dato positivo di un'insoli- ta affluenza alle urne che è il segnale di una forte partecipazio- ne civile: quasi 7 italiani su dieci hanno votato. IL VOTO ALL'ESTERO - Giovedì 1° dicembre, alle ore 16 locali in tutto il mondo, si sono regolarmente chiuse le operazioni di voto per gli italiani all'estero. La prima sede a chiudere è stata Wellington in Nuova Zelanda, l'ultima Vancouver in Canada. Subito dopo, 195 corrieri diplo- matici sono partiti da 195 sedi su 210 voli accompagnati da funzio- nari del Ministero degli Esteri. All'aeroporto di Roma- Fiumicino le schede sono state prese in consegna dai funzionari della Corte d'Appello di Roma, preposta allo spoglio delle schede elettorali della circoscrizione estero. Tra tratte aeree e terrestri i corrieri della Farnesina hanno percorso un totale di 549.552 chi- lometri e 816 ore di volo. I dati ufficiali sull'affluenza sono stati resi noti contempora- neamente a quelli sull'affluenza in Italia: contando poco più di un milione e 250mila voti, in linea con le ultime Politiche del 2013, il voto all'estero non è risultato dirimente. Alla fine ha votato il 30,89%: solo 1.251.728 elettori rispetto ai 4.052.341 aventi diritto al voto. L'affluenza in Europa è stata del 33,81%; in America Meridionale del 25,57%; in America Settentrionale e Centrale del 31,60%; in Africa-Asia-Oceania del 32,12%. Nelle quattro circo- scrizioni degli italiani all'estero, il sì ha vinto: in Sud America con il 71,93%, in Europa con il 62,42%, in Nord America col 62,24% e in Asia-Africa-Oceania con il 59,68%. I NUMERI DEL VOTO - Padova la città che ha votato di più (con il Veneto al 76,67%, regione con l'affluenza maggio- re), e Crotone quella in cui meno persone sono andate al voto (con la Calabria fanalino di coda con il 54,44% dei votanti alle urne). Tra i 10 capoluoghi regionali, sette hanno votato a favore del no e tre del sì. La città dove i contra- ri alla riforma hanno avuto più voti è stata Palermo: no al 72,31%. Seguono Bari (68,3%), Napoli (68,2%), Roma (59,4%), Venezia (59,1%), Genova (58,9%), e Torino (53,5%). A favore della riforma invece, Firenze (56,2%), Bologna (52,2%) e Milano (51,1%). Trentino Alto-Adige (53,8%), Toscana (52,5%) ed Emilia- Romagna (50,3%) le tre Regioni su venti totali che hanno visto la vittoria del Sì. Il No è stato netto nelle isole, con il 72,22% in Sardegna e il 71,5% in Sicilia. E' stato soprattutto il Sud a determi- nare il successo del No con Campania (68,5%), Puglia (67,16%), Calabria (67,02%), Basilicata (65,8%). In linea Marche (55,0%), Molise (60,7%) e Abruzzo (64,3%). Al Nord, No netto in Veneto (61,9%). Nel Lazio il No si è imposto con il 61,9%, mentre in Lombardia ha avuto il 55,4%. Appena sopra il dato del Piemonte (56,4%) e della Valle d'Aosta (56,7%), mentre alle spalle del Veneto sono state Friuli-Venezia Giulia (60,9%) e Liguria (60,0%). In Umbria la vittoria più risicata: 51,1%. BARBARA MINAFRA Al Referendum vince il No e si dimette il premier Renzi SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI

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