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GIOVEDÌ 8 DICEMBRE 2016 www.italoamericano.org 42 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | CULTURA ARTE LIBRI PERSONAGGI I nizia il 4 maggio 1949 il rac- conto autobiografico di Valerio Liboni, con l'arrivo in Paradiso della squadra del Grande Torino, il giorno stesso della tragedia di Superga. In quella data l'autore del romanzo non era ancora nato ma con la fantasia e la freschezza di un bambino ha ricostruito a suo modo il triste evento. Valerio Liboni, cinque volte al Festival di Sanremo, posa per un attimo le bacchette della batte- ria sostituendole con la penna, raccontando la passione per la squadra di calcio dai colori gra- nata. Il romanzo ripercorre tutta la vita passata nel capoluogo pie- montese e in giro per il mondo, senza trascurare gli anni della "sua" Barriera di Milano, uno dei quartieri più popolari di Torino, situato alla fine dell'autostrada che collega la metropoli lombar- da a quella torinese. Attraverso la storia della sua famiglia e delle persone incontra- te durante il cammino, Valerio Liboni descrive un mondo che non c'è più, senza nostalgia, con- sapevole di avere vissuto in un periodo formidabile. Artisti e cal- ciatori incrociano la loro strada con quella di Valerio, a comin- ciare da quel Bacigalupo a cui deve il nome di battesimo. Il libro di Liboni è inserito all'interno del cofanetto "Ancora Toro", contenente anche un cd e un dvd con gli inni e i filmati riguardanti la storia del Torino Calcio. Come nasce "Io questa maglia sognavo da bambino", il suo nuovo romanzo che segue il precedente "Crash! - Storie e curiosità dell'Italia della canzone a ritmo di musi- ca, viaggi e amore"? L'idea mi è venuta documen- tandomi per mio piacere perso- nale sulla storia della squadra di calcio del Torino. Nel libro c'è molto della mia vita a cominciare da quel provino, fatto nel mese di maggio del 1963, per diventare il portiere del Toro. Naturalmente la parte dove il Grande Torino viene accolto in Paradiso, dopo la tragedia di Superga, è frutto della mia fantasia. La frase "Io questa maglia sognavo da bambino" è estrapo- lata da "Ancora Toro "quello che dai tifosi viene definito il più bel inno ufficiale della squadra. Scritto nel 1989 con Silvano Borgatta ed interpretato, come hai potuto leggere nel libro, da calciatori ed artisti. "Ancora Toro" è il titolo del cofanetto che conterrà il libro, il dvd e un cd da me prodotto che propone la sto- ria del Torino attraverso i suoi inni ufficiali dal 1938 ai giorni nostri. Il racconto inizia il 4 maggio 1949, con una partita di calcio degli Allievi del Paradiso, con un pubblico di santi e Don Bosco come allenatore. Ha scelto una favola per introdur- re la tragedia del Grande Torino. Sono rimasto molto colpito da quello che è successo a questa squadra, e mi è sembrato giusto iniziare il libro presentando in questo modo il loro arrivo in Paradiso, inventandomi una sto- ria che mischia fantasia a realtà. Per uno strano scherzo del destino io abito proprio sotto Superga, praticamente è sempre sotto il mio sguardo ad ogni ora del giorno. Per i tifosi del Torino, giovani e vecchi, quella collina è come un santuario dove si celebra il mito della squadra. Io ci vado spesso e vi accompa- gno anche amici e artisti. Il 4 maggio di ogni anno, in occasio- ne della ricorrenza della tragedia, migliaia di persone ne rinnovano il ricordo e il mito. Con il gruppo La strana società ha avuto il grande suc- cesso di "Popcorn", il brano che divenne anche la sigla della Domenica Sportiva. Nel libro si rammarica di essere stato un portiere mancato ma le soddi- sfazioni non le sono certamente mancate… Era veramente il mio sogno da ragazzo quello di diventare il portiere del Torino ma probabil- mente non ne avevo le qualità. Quando ho fatto "Popcorn" non sapevo che sarebbe diventata la sigla della Domenica Sportiva. La strana società era un gruppo vocale e strumentale e io fui uno dei primi in Italia a usare i sinte- tizzatori monofonici, non pensa- vo minimamente che "Popcorn" avrebbe potuto vendere 12 milio- ni di copie di 45 giri in tutto il mondo. Nella seconda metà degli anni '70 c'erano Paolo Pulici, Claudio Sale, Ciccio Graziani e i Nuovi Angeli. Un altro rammarico della mia vita è stato quello di non essere presente il giorno dell'unico scu- detto vinto dal Torino dopo Superga. L'anno dopo incontrai Paki Canzi che mi chiese di suo- nare con i Nuovi Angeli per un giro di serate. Sono partito il 28 aprile del 1977 e non sono più tornato a casa fino a gennaio del- l'anno dopo. Nel 1977 ho visto giocare il Torino a Catanzaro con Graziani e Pulici, di quest'ultimo diventai amico fraterno. Nel suo libro un capitolo è dedicato a "L'uomo dei sogni", con Kevin Costner, un film capace di toccare corde emoti- ve spesso inesplorate. È un film che ha lasciato un ricordo indelebile in me. L'avrò visto almeno dieci volte. Io sono un inguaribile sognatore e credo che prima o poi i sogni si avvera- no. Tra i miei sogni c'è quello di vedere ricostruito il Grande Filadelfia. Tra l'altro, nel dvd che accompagna il libro e nel video di Ancora Toro, ci sono i Nuovi Angeli che giocano a pal- lone al Filadelfia, quando non era stato ancora demolito, con i giocatori di allora: Luca Marchegiani, Giorgio Bresciani, Roberto Cravero e Roberto Policano. Quali città ha voluto rac- contare? Grazie al mio lavoro ho potu- to apprezzare e vivere in belle città tra cui Roma e Venezia. Sono tornato a Torino per stare vicino a mia madre ma ora che non c'è più sono pronto a rian- darmene. Nel libro parlo della "mia" Barriera di Milano, dove la mia famiglia vi si trasferì da Ferrara, dopo la guerra, per lavo- rare in fabbrica. Ho voluto ricor- dare come eravamo: poveri ma fiduciosi del nostro futuro. Come nel recente disastro aereo della squadra di calcio brasiliana, così fu tragedia anche per il Grande Torino: il volo si schiantò su Superga WILLIAM MOLDUCCI La vita prende altre vie ma 'Io questa maglia la sognavo da bambino': omaggio al Grande Torino Dalla musica alla scrittura: romanzo autobiografico di Valerio Liboni