L'Italo-Americano

italoamericano-digital-2-9-2017

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GIOVEDÌ 9 FEBBRAIO 2017 www.italoamericano.org 33 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA COSTUMI PATRIMONIO TERRITORIO La complicità di Venezia dietro le sue maschere storiche mentale e la professione degli artigiani che creavano maschere ebbe grande splendore dal XV secolo benché già esistesse da alcuni secoli. Divenne un'arte. Chi l'ha detto che l'arte sia solo pittura, musica o scultura? Le mas chere di V enezia, anche oggi realizzate artigianal- mente, sono un vero e proprio biglietto da visita della produzio- ne artigianale di questa città. La produzione delle maschere conti- nua durante tutto l'anno e non è limitata solo al periodo di carne- vale. Camminando per le vie secondarie, dove è possibile vivere la vera Venezia, quella più autentica e fuori dai percorsi battuti dai turisti, potrete trovare delle botteghe dedicate a questi magnifici e particolari prodotti. Perché non acquistarne uno da appendere in casa come ricor- do del vostro viaggio? Questo oggetto è un ottimo regalo o ricordo ed un pezzo di grande pregio. Le maschere sono di cartape- sta e nel XVIII secolo vi erano ben 12 botteghe attive! I maestri bottegai usavano anche la carta. Le tecniche, da allora, non si sono discostate tanto. Questi oggetti divennero di normale uso nella commedia del- l'arte a partire dal 1750 momen- to in cui il drammaturgo Carlo Goldoni fu un nome ben noto. Alcune maschere divennero dei veri e propri personaggi con per- sonalità e caratteristiche ben definite: come se avessero vita propria e carattere autonomo. Colombina? Era la fidanzata di A rlecchino. A rlecchino? P overo ma s empre allegro e positivo. Pantalone, un vecchio mercante taccagno sempre a rin- correre le gonnelle delle dame. Vi erano poi versioni di costume: una maschera tipica veneziana è la "moretta", una maschera ovale e piccola che assomiglia vaga- mente ad un bottone. Questa era originaria della Francia, ma fu molto usata a Venezia. I veneziani usavano anche la "bauta": vi risulterà familiare C i sono luoghi che sono sempre stati magici e che, nel corso dei secoli, non hanno cambiato la loro essenza, la loro aurea. Hanno saputo rina- scere dai momenti difficili facen- do sì che l'alone di splendore che li circonda non perdesse mai la sua luminosità. Che Venezia sia uno di questi luoghi magici è innegabile. Saranno i palazzi che si affacciano sui canali spec- chiandosi in essi come a voler ammirare la loro bellezza; sarà l'apparente immobilità delle acque su cui la città sembra deli- catamente appoggiata; saranno le gondole. S ta di fatto che da s ecoli Venezia non ha mai perso la sua fama di città romantica e sugge- stiva. Questa è l'impressione che ognuno di noi ha nella s ua mente, che ci sia stato o meno. Fra i vari simboli legati a que- sta città lagunare ci sono sicura- mente le maschere, oggetti cen- trali di questo periodo carnevali- zio. Già nei secoli che furono, il governo della Serenissima soleva Ieri come oggi le maschere di Venezia sono preziosi oggetti fatti a mano da maestri artigiani (Ph. Rossi) organizzare giochi ed iniziative ludiche, a cui i cittadini non mancavano mai: gran festaioli i veneziani, ma anche libertini! Il compito della Serenissima non era facile: per frenare i com- portamenti trasgressivi limitò l'us o delle mas chere al s olo periodo di carnevale e le prosti- tute e coloro che frequentavano i bordelli non potevano indossarle. Per il resto dell'anno bisognava rispettare sia le regole, che le gerarchie: almeno per avere un maggior ordine sociale. M a il carnevale era un momento veramente ludico: le piazze venivano affollate e si danzava, ci si divertiva, senza alcuna differenza sociale. Dietro alle maschere si perdeva l'iden- tità e non esisteva più la casta sociale, si creava un uniforme insieme di individui. Era forse un richiamo alla tribalità o forse un modo di poter essere qualcuno che non s i è, anche s olo per gioco. In fondo, ogni tanto, è bello sentirsi qualcuno di diver- so, ritornando poi ad essere noi stessi. Per questo motivo, l'impor- tanza del carnevale era fonda- LAURA ROSSI questa maschera bianca con il naso allungato. Appare in molte trasposizioni cinematografiche che si riferiscono a questa città. La "bauta" permetteva di celare il volto mantenendo l'anonimato soprattutto nelle feste, ma per- metteva di mangiare e parlare senza difficoltà. Molti altri sono i personaggi e i costumi nati da questa folclo- ristica tradizione, ma sarà bello scoprirli nel fascino del carneva- le veneziano o nelle botteghe di Venezia. Ora tocca a voi: calate sul volto una di queste bellissi- me maschere, scegliete quella che vi piace di più. Lasciatevi affascinare dai colori, dagli ori e dalla cura dei particolari. Incamminatevi verso le vie stret- te, dove dai canali sale la bruma e s iate, anche s olo per un momento, qualcuno di diverso. Finchè vorrete, Venezia celerà complice la vostra identità. Veneto e Venezia Nel Settecento l'arte delle maschere era un'attività fiorente (Ph. Rossi)

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