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www.italoamericano.org 17 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 23 FEBBRAIO 2017 N ella maggior parte delle classi di storia di arte, nomi come Giotto, Tintoretto, Donatello, Botticelli, Fra Angelico e ovviamente Michelangelo e Leonardo da Vinci, sono sinonimi del Rinascimento italiano. Nella maggior parte dei casi, però, i maestri italiani non erano conosciuti con il loro patronimo ma con il loro nomignolo. Molti dei grandi maestri durante questa epoca erano identificati con un solo nome che suonava come un inno melodico con due, tre, quat- tro e qualche volta cinque sillabe accompagnate da una vocale all'inizio, in mezzo e alla fine. Anche ora, quando questi nomi sono menzionati, il suono scivola via sulla lingua e sono una buona pratica per i principianti che imparano l'italiano dal momento che ciò permette agli studenti di sentire quali lettere sono accen- tate e propriamente pronunciate. Così molto può essere imparato dall'analizzare l'appellativo di un artista. Appellativo che offre uno sguardo sulla vita dell'artista al di là delle sue più conosciute opere d'arte. La storia dell'arte del Rinascimento italiano è definita come un tempo in cui pittori, su commissione di un'aristocrazia europea e di un Papato scisso, crearono alcuni dei capolavori più rinomati che il mondo mai ha conosciuto. Il Risorgimento (o il Rinascimento), che significa una rinascita dei classici dell'antichità greco-romana, fu una risposta alla stagnazione europea nel campo della scienza e delle arti durante i secoli bui. Gli artisti furono largamente ispirati dall'u- manesimo che affiorò con la riscoperta dei classici greco- romano. I temi in molti dei dipinti ritraggono icone bibliche che includono: gli Apostoli, la Madonna e Cristo così come esp- rimono figure pie con espressioni di stoicismo o disperazione, un stile mai testimoniato prima spe- cialmente nella raffigurazione della nascita, crocifissione e risurrezione di Cristo. Gli artisti del Rinascimento innalzarono gli standard verso una dimensione nuova dell'inno- vazione e della creatività e usarono nuove tecniche artistiche per dare profondità e proporzioni con gli affreschi. In alcuni casi i loro soggetti sono nudi, con sim- bolismo di procreazione. I loro geni creativi sono legati a termini come la prospettiva lineare o il chiaroscuro, e includono alcuni delle molte pratiche che ancora si usano oggi. Questa esplosione di energia creativa è stata ben documentata e criticata anche se pochi studi sono stati condotti per analizzare i nomignoli degli artisti del Rinascimento italiano. Per esem- pio, chiunque conosce i grandi lavori di Giotto. Il suo genio artis- tico è legato agli affreschi nella città di Firenze e nella città stori- ca di Assisi, dove dopo settecento anni un terremoto, nel 1997, ha danneggiato i suoi lavori, poi ripristinati miracolosamente anni dopo. Il lascito di Giotto di Bondone (1266?-1337) vive attra- verso i suoi affreschi; nondimeno, non molti studenti di arte o quelli lontani dal Rinascimento italiano, sanno che il suo nome di battesi- mo è in realtà un nomignolo. Similmente ad altre ere nella sto- ria europea, il Rinascimento fu un tempo in cui bambini ricevevano il nome dei loro padri. Il nome del padre di Giotto era Bondone, perciò il suo nome era Giotto inteso il figlio di Bondone. L'esame, comunque del nome di Giotto non finisce qui. Nella biografia di Giotto Luciano Bellosi l'autore spiega, che l'artista era "stato chiamato Angiolo, dopo suo nonno e da lì era arrivato al nomignolo di Angiolotto, o Giotto. Per linguisti ed appassionati di lingua, il nome di Giotto è un termine ipocoristi- co derivato da Angiolotto, cioè il nome di battesimo attuale è accorciato ed il suffisso si è evo- luto in un nomignolo. Questo è anche evidente con il maestro Donatello. La sua famiglia, secondo Giorgio Vasari nelle Vite dei più Eccellenti, Pittori Scultori, Architetti, dice che a Donatello fu dato un nomignolo dalla sua famiglia per- ché il suo primo nome era Donato. Ad altri artisti furono dati nomignoli dalla professione dei loro padre come Andrea Domenico d'Agnolo Francesco (1486 -1531), che era noto come Andrea del Sarto. Il padre di Andrea era un sarto e questo appellativo dell'artista voleva sig- nificare che Andrea era appunto il figlio del sarto. O Jacopo Robusti (1518 -1594),che è più noto come Tintoretto perché suo padre era un tintore veneziano. Ricordiamo anche che nel Rinascimento ital- iano, come in molte altre epoche, ognuno aveva nomi di battesimo simili e i cognomi erano troppo lunghi (se avevano un cognome) o erano difficili da pronunciare o ricordare, così spesso si preferiva dare un nomignolo. Un altro esempio di un popo- lare artista del Rinascimento il cui nome fu influenzato dal padre e che più tardi divenne il suo nome di battaglia nel mondo dell'arte è Domenico di Tommaso di Currado Doffo Bigordi (1449 -1494) noto come Ghirlandaio. Suo padre, Tommaso Bigordi era un orefice e faceva copricapi come ghirlande per le dame aristo- cratiche di Firenze. Da qui l'ap- pellativo di Ghirlandaio che vuole dire creatore di ghirlande. Non dimentichiamo poi gli artisti di fine quindicesimo secolo, i fratelli Pollaiuolo, Antonio di Jacopo d'Antonio Benci e Piero di Jacopo d'Antonio Benci. I due fratelli erano conosciuti con il loro primo nome e con il nomignolo Pollaiuolo, perché il loro padre aveva un grosso alle- vamento di polli. Tanti giovani e talentuosi artisti furono messi a fare apprendistato per divenire pittori e scultori più abili, molti viaggia- rono in tutta l'Europa, e furono conosciuti con i loro nomignoli, non con il loro nome di nascita. La pratica di soprannominare nel mondo dell'arte non è diverso dall'uso che se ne fa in molte altre società con un atleta profes- sionista, un politico o il membro di una banda. La pratica di soprannominare è simile a quella degli artisti che vissero durante questa era. I nomignoli vengono assegnati talvolta a causa della professione di un padre talvolta per via di qualche caratteristica fisica. Giorgio Barbarelli (1447?- 1510) era noto come Il Giorgione, o Zorzo in alcuni testi. Vogliono dire Giorgio il grande. L'appellativo di Andrea Solari (1460 -1524) era Gobbo o con la gobba, similmente al nomignolo di Geronimo Amelunghi, il Gobbo di Pisa o il gobbo da Pisa. Inoltre, in alcuni casi, serviva per distinguere tra vecchio e giovane: Jacopo Palma era il vecchio e suo nipote era Jacopo Palma Il Giovane. C'è poi Botticelli (vuole dire il piccolo barilotto); alcune fonti indicano che a lui fu dato questo nomignolo perché era l'ap- pellativo di suo fratello che sarebbe poi passato a lui. Il nome completo di Sandro Botticelli Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi, ma ora sapete perché lui, come tanti altri, ebbe bisogno di un nomignolo. C'è poi Raffaello noto come Il Principe di Pittori, anche se il suo nome completo era Raffaello Sanzio, ma a lui di solito è asseg- nato solo il primo nome, come a Michelangelo. Michelangelo di Lodovico Buonarroti Simoni, è uno dei pochi che è conosciuto semplicemente con il suo nome di battesimo. Quanti di noi pos- sono dire di essere riconosciuti solo con il nome, come lo sono oggi i cantanti Cher, Usher, Bono o Madonna? D'altra parte c'è Leonardo da Vinci, che letteraria- mente vuole dire Leonardo dalla città di Vinci: lui è per sempre collegato alla città di nascita, una pratica certamente comune durante il Rinascimento italiano. Noi spesso restiamo merav- igliati ammirando i loro dipinti su tela e le loro sculture senza com- prendere che questi grandi maestri sono conosciuti con i loro nomignoli. Nomi d'arte, tesori del Rinascimento italiano Autoritratto di Tintoretto (1547 circa) LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA