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GIOVEDÌ 23 FEBBRAIO 2017 www.italoamericano.org 27 L'Italo-Americano IN ITALIANO | L a American Studies Association of Italy (AISNA - Associazione Italiana di Studi Nord- Americani), che alimenta lo scambio e il dibattito nei campi della lingua e letteratura norda- mericana, della storia, della poli- tica, della società, del cinema, è in ottime mani. Infatti, Elisabetta Vezzosi, professoressa di storia nordame- ricana all'Università di Trieste (capitale della regione autonoma del Friuli-Venezia Giulia) ha dis- sezionato in lungo e in largo il fenomeno dell'immigrazione che certamente ha plasmato il passato degli Stati Uniti e, nell'era di glo- balizzazione e della libera mobi- lità, continuerà a formare il suo presente ed il suo futuro. Non dimentichiamo che, come Cicerone ci disse nel suo De Oratore, la "Storia è maestra di vita". Nessun bene può venire fuori da provincialismo e margi- nalizzazione. Per favore, si presenti. Quale è la sua formazione cul- turale e come ha sviluppato il suo interesse nello scavare nella storia di Stati Uniti e delle loro istituzioni? Sono professore ordinario di Storia nordamericana all' Università di Trieste. Sono anche direttore del Dottorato in "Storia delle Società, Istituzioni e Pensiero. Dall'età medievale alla storia contemporanea". La mia passione verso la sto- ria degli Stati Uniti deriva dai miei studi all'Università di Firenze, dove seguivo storia con- temporanea. Soprattutto, fui incantata dalle lezioni di Anna Maria Martellone, professore di Storia nordamericana. Mi laureai con una tesi sugli immigranti italiani, membri dell'Industrial Workers of the World (IWW), un sindacato internazionale attivo negli Stati Uniti. Una volta laureata, ho fatto un Dottorato in storia ed istituzioni del Nord America. La tesi del mio dottorato riguardava immi- granti italiani riuniti nel Partito Socialista degli Stati Uniti. Ho condotto gran parte dei miei studi negli Stati Uniti. Particolarmente adatto alla mia investigazione è stato il Centro di Ricerca di Storia dell' Immigrazione di Minneapolis, allora presieduto dallo storico italo-americano Rudolph J. Vecoli. I suoi campi principali di studio sono stati la storia del- l'immigrazione politica italiana verso il Nord America, ed un confronto tra le politiche di welfare in Italia e negli Stati Uniti. Potrebbe parlarci di entrambe? I miei studi iniziali si concen- trarono sulla relazione tra immi- granti italiani ed istituzioni degli Stati Uniti, specialmente partiti politici e sindacati di lavoratori. Il mio scopo principale era di investigare se, e fino a che punto, quelle istituzioni erano luoghi per l'inclusione e l'americaniz- zazione, o se, anche in quei con- testi, gli immigranti furono emarginati. Nella mia ricerca sulle politi- che di welfare negli Stati Uniti, mi concentrai su agenzie che fin dai primi del Novecento, lottava- no per i diritti delle donne e dei loro bambini, come la Children's Bureau. Gli studi comparati trattavano nello specifico il New Deal che ha caratterizzato gli anni Trenta negli Stati Uniti in opposizione al fascismo in Italia. Più recentemente, sto guar- dando agli sforzi internazionali- sti portati avanti da donne afroa- mericane, così come dalle asso- ciazioni che, durante la Guerra Fredda, si mobilitarono per il riconoscimento dei diritti umani per gli scienziati sovietici, e in particolare il Committee of Concerned Scientists (Ccp). A suo parere, quali sono alcuni dei possibili scenari, in relazione alla chiusura dei con- fini voluta oggi dal Governo degli Stati Uniti? Io credo che è assolutamente sbagliato, per ogni paese, chiude- re i confini. Nel caso degli Stati Uniti, questo è anche peggiore perché la loro storia, nonostante molte contraddizioni, è sempre stata basata sui valori dell'acco- glienza e della tolleranza. L'odierna chiusura dei confini rappresenta una inaccettabile violazione dei diritti umani e condurrà gli Stati Uniti ad amari conflitti interni, così come a un isolamento profondo dal resto del mondo. Quali sono i suoi principali compiti e le responsabilità come attuale presidente di AISNA, l'Associazione Italiana per gli Studi Nord-Americani? Quali sono i principali obiettivi dell'associazione? I miei doveri, come presiden- te dell'Associazione consistono nell'essere in contatto con l'Ufficio dei Affari Pubblici, all'Ambasciata degli Stati Uniti a Roma, così come con le univer- sità che attualmente offrono corsi in storia e letteratura nordameri- cana, o dove quei programmi possono essere introdotti. Io coordino anche tutte le attività all'interno dell'associazione e sostegno la ricerca e l'investiga- zione scientifica dei nostri mem- bri. Lo scopo istituzionale di AISNA - membro dell' Associazione europea di Studi americani (EAAS) e dell' Associazione internazionale di Studi americani (IASA) - è pro- muovere la ricerca, l'insegna- mento e la cultura nel campo di studi nordamericani in Italia, incoraggiando la collaborazione transnazionale e gli scambi tra i nostri membri, gli studiosi e le associazioni in tutto il mondo. A questo fine, AISNA organizza riunioni e conferenze, anche in collaborazione con le università italiane ed il Centro per gli Studi americani a Roma, che culmina- no ogni anno in una Conferenza Internazionale. Al momento, AISNA dedica grande attenzione ai giovani stu- diosi del Graduate Forum che ha interesse nello studio della lette- ratura nordamericana, della sto- ria, delle arti, della cultura, della società e delle istituzioni. Ogni anno, AISNA premia con due borse di studio - Premio Lombardo and Premio Caterina Gullì – le migliori tesi di laurea sul argomenti nordamericani, discussi l'anno precedente in una università italiana. Fin dal 2005, AISNA ha avviato una serie di seminari interdisciplinari in collabora- zione con il Center for American Studies Association e la Fulbright Commission. Potrebbe riassumerci i princi- pali risultati di un un decennio di dibattito culturale e scambi? Questi seminari interdiscipli- nari sono stati un importante punto di riferimento per molti giovani studiosi interessati agli studi nordamericani. Durante il corso degli anni, non solo si è discusso di storia e letteratura, ma anche di affari correnti e poli- tica. L'ultimo seminario, che ha intrecciato cultura nordamerica- na, storia e letteratura, ha esplo- rato il tema "Il Dominante ed il Subalterno". Lo studioso Alessandro Portelli ha tenuto una conferenza su "Springsteen, lavo- ro, sogni, e la classe operaia bianca nell'età di Donald Trump". È stata mai a Los Angeles e qual è la sua opinione della città? Sono stata a Los Angeles nei tardi anni Novanta. Secondo me, la città e le sue istituzioni cultu- rali sono un "laboratorio sociale" di incredibile rilevanza. Desidero ritornarci presto, così da poter sperimentare diret- tamente la sua evoluzione negli ultimi venti anni. L'Intervista: Elisabetta Vezzosi, Presidente dell'AISNA Elisabetta Vezzosi, professoressa di storia nordamericana all'Università di Trieste SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO