L'Italo-Americano

italoamericano-digital-2-23-2017

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GIOVEDÌ 23 FEBBRAIO 2017 www.italoamericano.org 33 L asciandoci alle spalle Santa Rita e la sua Cascia, il nostro viaggio in Umbria procede verso la ripida collina di Todi, nostra seconda destinazio- ne. Situata nella parte sudocci- dentale della regione, a metà stra- da fra Perugia e Orvieto, nel corso degli anni Novanta Todi è salita alla ribalta mondiale a causa di uno studio sulla sosteni- bilità condotto dall'Università del Kentucky: in esso, questo piccolo borgo medievale affacciato sul fiume Tevere era stato indicato come "la città più vivibile al mondo", spiccando quale vero e proprio modello grazie al suo ideale equilibrio di dimensioni, posizione, clima, cultura, agricol- tura, alimentazione e armonia con la campagna circostante. Oltre a essere una "città verde" famosa nel mondo, tutta- via, Todi è nota prima di tutto come luogo d'origine di Fra Jacopone da Todi (ca. 1230- 1306), il mistico frate francescano che fu anche uno dei più impor- tanti poeti medievali italiani. Proprio come il suo maestro e conterraneo San Francesco d'Assisi – il cui "Cantico delle creature" è considerato il primo vero testo della letteratura italiana – Jacopone scrisse numerose laude (canzoni sacre) in volgare umbro, contribuendo così all'isti- tuzione di una prima lingua lette- raria italiana: fra le sue opere più note, il "Pianto della Madonna" e "O Signor, per cortesia...", ma anche la preghiera in latino "Stabat Mater", un inno alla Vergine Maria che è stato in seguito musicato da vari compo- sitori europei, fra cui Vivaldi, Rossini e Verdi. Come si può notare, fra le altre cose, dai nomi dei negozi, delle scuole e dei cinema di Todi, Jacopone è ancora tenuto in gran- de considerazione dai suoi concit- tadini. Tuttavia egli non è assolu- tamente l'unica personalità reli- giosa a essere venerata in questo paese, fondato dagli Umbri già in epoca preromana: al contrario, Todi ha una lunghissima tradizio- ne cristiana che risale quantome- no a San Terenziano (II secolo). Di conseguenza, il luogo è oggi ricco di ogni genere di chiese di varie epoche passate: per esem- pio, la Cattedrale romanico-gotica che si affaccia su Piazza del Popolo, in cima alla collina, oppure il tempio in stile rinasci- mentale di Santa Maria della Consolazione, collocato su un prato verde al di fuori delle mura cittadine. Non ancora elevato al rango di "Santo" della Chiesa Cattolica ma onorato come "Beato", Jacopone riposa oggi nella Basilica di San Fortunato. Questa chiesa in parte romanica e in parte gotica – dedi- cata al santo patrono di Todi, S. Fortunato (VI secolo) – è davvero una delle più suggestive dell'inte- ra zona, soprattutto a causa della sua singolare posizione: situata sulla sommità di una piazza in pendenza, ricoperta d'erba e attra- versata da una scalinata a forma di X che conduce al suo ingresso principale, la chiesa è a soli pochi passi dall'antica Rocca (oggi un parco pubblico). Allo stesso tempo, è possibile trovare nelle vicinanze la vecchia casa di Jacopone, mentre una statua del mistico ai piedi della scalinata dà il benvenuto a tutti i visitatori con il suo profilo severo. Nato col nome di Jacopo dei Benedetti da una nobile famiglia, quest'uomo era originariamente un avido avvocato: solo in seguito alla morte prematura della moglie entrò nell'Ordine Francescano, spogliandosi di tutti i suoi averi, predicando la penitenza e dive- nendo un asceta. A causa della sua eccentricità e del suo mistici- smo, il frate venne ben presto deriso come un folle nella nativa Todi e divenne così noto come "Jacopone": in realtà, egli si con- siderava un semplice "folle per Cristo". Questo atteggiamento rigoroso emerge indubbiamente dalle innovative poesie del misti- co, così come la sua critica alla corruzione e al lusso, che avreb- bero alla fine portato alla scomu- nica e all'incarcerazione di Jacopone per ordine di Papa Bonifacio VIII. In seguito al suo rilascio, trascorse gli ultimi anni della sua vita nel vicino convento di Collazzone, dove morì e fu sepolto. Nel 1433, i suoi resti ven- nero trasferiti all'interno di San Fortunato. La prima pietra della moderna Basilica di San Fortunato era stata posta qui verso la fine del XII secolo, probabilmente sullo stesso sito di un antico tempio etrusco. Nel 1292, fu poi deciso di conver- tire la chiesa dal romanico al nuovo stile gotico: dopo quasi 150 anni di lavori, però, la sua facciata dovette essere lasciata incompiuta a causa dei debiti di guerra di Todi, accrescendo così l'odierna peculiarità di San Fortunato. In ogni caso, la Basilica oggi sembra tutto tranne che imperfetta, come suggerisco- no i bassorilievi meticolosamente incisi attorno ai suoi tre portoni d'ingresso. Inutile a dirsi, anche gli interni a volta – scarsamente affrescati – sono meravigliosi, così come la cripta che contiene il sarcofago coi resti di cinque santi locali (Fortunato, Cassiano, Callisto, Digna e Romana) e la reliquia del braccio di S. Fortunato. La tomba di Jacopone è ben più modesta, ma la sua pre- senza qui è altrettanto percepibile: si tratta di una semplice lapide che ne anticipa la morte al 1296, prima della sua scomunica, come a scagionare definitivamente il mistico. Vista di Todi, conosciuta per aver dato i natali a Jacone da Todi, il frate e mistico francescano, che fu anche uno dei più importanti poeti italiani medievali. Photo: ValerioMei Scorcio di una tipica strada di Todi. Photo: clodio GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO Umbria, terra di santi e tradizioni (Parte II): Todi L'Italo-Americano IN ITALIANO |

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