L'Italo-Americano

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GIOVEDÌ 23 FEBBRAIO 2017 www.italoamericano.org 5 I l Fulbright Program, che dà borse di studio in base al meri- to per scambi educativi inter- nazionali da e per gli Stati Uniti, divenne operativo nel 1946, gra- zie all'avvocato delle Nazioni Unite, James William Fulbright. Quest'ultimo aveva vinto la borsa di studio Rhodes, un pre- mio di perfezionamento inter- nazionale per studiare all'Università di Oxford, Regno Unito, prima di essere eletto Senatore dell'Arkansas, in servizio dal 1945 al 1974. Nel Vecchio Continente, per uno scambio, dobbiamo aspettare fino al 1987, per la ratifica uffi- ciale del programma di scambio studentesco europeo, il Programma Erasmus. Ha preso il nome dell'umanista del Rinascimento olandese Erasmus di Rotterdam, e abilita i vincitori di borsa a frequentare un anno in un'istituzione accademica a loro scelta all'interno dell'Europa. Interessante notare che tutto cominciò con Sofia Corradi, soprannominata "Mamma Erasmus", che era stata desti- nataria di una borsa Fulbright alla Columbia University, New York. Infatti, la sua esperienza merav- igliosa all'estero cambiò il corso della sua vita. Tornando in Italia, l'archivista universitario le negò il riconosci- mento accademico del suo Master guadagnato all'estero. La frus- trazione di Corradi si trasformò nella decisione della sua vita di dare a tutti lo stesso fondamentale diritto e opportunità di avere un'esperienza di studio all'estero che cambia la vita. Da quel giorno in poi, mise tutti i suoi sforzi per raggiungere quella meta, finalmente conquis- tata nel 1987 quando il Programma Erasmus fu final- mente inaugurato. Paola Sartorio, Direttore Esecutivo della US-Italy Fulbright Commission, invece di avere all'estero la sua fondamen- tale esperienza, è cresciuta in un luogo dove multiculturalismo e tolleranza per la diversità sono coltivate per tradizione: "Da bambina, studiai alla 'Scuola Internazionale di Ginevra'. La maggior parte dei miei compagni di classe venivano da tutto il mondo e vivevano nella città svizzera perché i loro geni- tori erano diplomatici o impiegati internazionali. Le loro vite mi inspirarono nel seguire la stessa carriera perchè compresi che volevo essere esposta al mondo e lavorare in un ambiente multicul- turale. Mi iscrissi più tardi all'Università La Sapienza di Roma, dove mi laureai in Relazioni Internazionali e, suc- cessivamente, conseguii una spe- cializzazione post-laurea nell'Unione europea e SIOI ('Società italiana per le Organizzazioni Internazionali)". Dalla teoria alla prativa non è sempre un passo breve, ma Paola cominciò con un trampolino: "La mia carriera inter- nazionale cominciò con un tirocinio alla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per il cibo e l'agricoltura) sugli usi non-nautici dei corsi d'acqua. Nel 1998 divenni un 'Junior Professional Officer', un pro- gramma patrocinato dal governo d'Italia. Ogni anno il governo italiano finanziava un numero di cittadini italiani per lavorare nelle Organizzazioni Internazionali. All'inizio, fui selezionata per lavorare all'UNFIP ('Fondo delle Nazioni Unite per le relazioni Internazionali), un ufficio parte del Segretariato ONU che gestiva 1 miliardo di dollari di donazioni fatte dal magnate americano dei media, Ted Turner, approssimati- vamente venti anni fa. UNFIP seguiva progetti di sviluppo gestiti dalle Nazioni Unite in associazione con NGO ed il settore privato. Io avevo l'opportunità di vedere quali erano le priorità del sistema ONU in giro per il globo. Poi lavorai a New York City, nell'Ufficio Esecutivo del Segretario Generale dove, insieme con una piccola squadra, sostenni il lavoro del Deputato Segretario generale Sig.ra Louise Fréchette nel concepire, svilup- pare e lanciare la seconda fase delle Riforme delle Nazioni Unite. La maggior parte del mio lavoro si concentrava sullo sviluppo sociale ed economico e del coordinamento sul campo. Tornata in Italia, sono stata responsabile di tutti gli aspetti collegati all'apertura di un asilo nido nell'ambito dell'IFAD ('Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo'). Per più di dieci anni, IFAD è stata l'unica agenzia ONU a Roma ad offrire questo servizio al personale". A parte l'impegno di Sartorio al servizio di organizzazioni internazionali, ha insegnato ai suoi studenti con la stessa dedi- zione: "A Roma ho insegnato in molte organizzazioni di studio all'estero, soprattutto a studenti americani. Insegnare ti dà l'op- portunità di dividere la tua pas- sione con altri ed è sempre stato un piacere vedere quanto ansiosi fossero i miei studenti nel poter studiare molti mesi in Europa. Roma è il terzo hub dell'ONU nel mondo: con classi che anda- vano dalle Relazioni Internazionali alla Politica ital- iana, avevano l'opportunità di fare molte esperienze sul campo ed i miei studenti avevano l'op- portunità di sperimentare diretta- mente quello che stavano impara- ndo in classe." La US-Italy Fulbright Commission, guidata da Paola Sartorio promuove studio, ricerca e insegnamento sia in Italia che negli Stati Uniti attraverso un programma di borse di studio basate sul merito per italiani e cit- tadini Usa (70 borse di studio "per lato" ogni anno): "La chiarezza con cui concedi- amo le borse è assicurata da un processo di selezione rigido e trasparente. I candidati superano un primo giro di selezione anoni- ma. Poi, una short list di candi- dati è intervistata da un gruppo scelto di ufficiali statali ed ex- alunni. Come per l'insegnamento, c'è un interesse crescente su ambo i lati dell'oceano per fare program- mi universitari più internazionali e diversi. E fare partenariato con il Fulbright Program è un modo molto efficace per attirare stu- diosi qualificati nelle proprie isti- tuzioni." Nel 2016, il Fulbright Program ha celebrato il suo 70° anniversario. Nel 1946, il Congresso degli Stati Uniti pun- tava ad "abilitare il governo degli Stati Uniti ad aumentare la com- prensione reciproca tra le persone degli Stati Uniti e le persone di altri paesi." Fin dal primo accordo tra gli Stati Uniti ed il Governo italiano firmato il 18 dicembre 1948, c'è stata un'evoluzione significativa secondo Sartorio: "La natura delle relazioni tra Stati Uniti e Italia si sono evolute significativamente durante il corso degli anni. Quando il pro- gramma di Fulbright fu lanciato in Italia, uno degli scopi princi- pali era dare ai borsisti l'opportu- nità di imparare di più sul paese che li ospitava. Oggi, quando arrivano, i borsisti hanno più familiarità col paese e traggono profitto dallo scambio culturale e dal confronto con un sistema accademico diverso." C'è ancora, chiaramente, tanto lavoro da fare: "Il numero degli studenti che vanno all'estero con il nostro pro- gramma è ancora basso e gli sforzi stanno cercando di incorag- giare una maggiore diversità fra i partecipanti." Vi starete ancora chiedendo quale sia l'opinione di Paola Sartorio su Los Angeles e quale sia il coinvolgimento di Fulbright nella California Meridionale. Soddisfiamo allora la vostra curiosità: "Io amo la sua atmosfera ed energia contagiosa. Los Angeles è la prima città che ho visitato negli Usa a 16 anni. Fui impres- sionata da quanto le persone fos- sero accoglienti e aperte. Da allo- ra ho visitato la città molte altre volte ed ho ricordi affettuosi di ciascuna mia visita. Ogni anno molti borsisti ital- iani di Fulbright studiano e fanno ricerca nelle istituzioni accade- miche della California Meridionale. In più, l'Istituto di Cultura italiano di Los Angeles regolarmente coinvolge i borsisti italiani di Fulbright nelle sue attività." Viaggiare con la Fulbright Commission di Paola Sartorio Alcuni membri dello staff Fullbright Commission. Da sin: Sasha Dvorzova, Cecilia Niccoli Vallesi, Paola Sartorio, Federica Di Martino, Barbara Pizzella, Sandro Zinani L'Italo-Americano IN ITALIANO | NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ

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