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GIOVEDÌ 23 MARZO 2017 www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | S e dovessi tirare fuori un "denominatore comune" dalla squadra di artisti ital- iani che ha vinto il Premio dell'Academy per il miglior risultato in Trucco e Acconciature per Suicide Squad di David Ayer (2016), direi innanzitutto e soprattutto che sono tutti rappresentati da The Milton Agency (con uffici a Los Angeles e Londra). In secondo luogo, sembra che le carriere dei due artisti del truc- co, Alessandro Bertolazzi e Marta Roggero, così come quella dell'acconciatore, Giorgio Gregorini, sono cambiate in meglio grazie a incontri fortuiti. Ultimo ma non meno impor- tante, tutti loro condividono lo stesso rispetto e ammirazione per il regista americano David Ayer che è stato capace di tirare fuori il meglio da loro (con l'Oscar di quest'anno come dimostrazione). Andiamo a conoscere meglio Alessandro Bertolazzi che ha incominciato come assistente dis- egnatore per produzioni sceniche in Italia, prima di mettersi a lavo- rare per il trucco di scena per il cinema. Lavorare con l'attrice ital- iana Monica Bellucci in Malèna (2000) di Tornatore, le ha dato più opportunità di lavorare a livello inter- nazionale. Potrebbe parlar- cene? Lavorare con la Bellucci che, tornando ad allora si era già fatta un nome, certamente mi ha dato molta credibilità internazionale. Fatti alla mano, la prima cosa che chiunque ti chiede all'estero sono i nomi delle persone con le quali hai lavorato. Un passo decisivo verso la mia internazionalizzazione, tut- tavia, è venuta dopo, quando mi sono associato alla Milton Agency. A partire da Fury (2014), ha cominciato a lavorare con il regista americano, David Ayer. Questa collaborazione l'ha por- tata quest'anno a vincere il premio della Academy per il miglior trucco e acconciatura per Suicide Squad. C'è una sin- ergia speciale tra lei e il reg- ista? C'è sicuramente una sinergia perfetta tra David e me. Lui ha fiducia in me e nel mio lavoro, e dà carta bianca alla mia creativ- ità. E' chiaro che è il regista la figura più rispettata sul set, ma noi lavoriamo pressocché come pari e mi piace essere diretto da lui. Abbiamo già finito la nostra ultima collaborazione in Bright - un film di fantasia in cui sono protagonisti Will Smith, Joel Edgerton e Noomi Rapace, attualmente in postproduzione - e stiamo già parlando dei nostri prossimi progetti. Qui comincia il racconto di un altro make up artist molto tal- entuoso, Marta Roggero, che sta creando il look di personaggi memorabili insieme ad Alessandro. Cosa l'ha portata al design del make up e come ha impara- to il mestiere? Io sono sempre stata una sog- natrice e mi sono innamorata del cinema sin da quando ero una bambina. Un giorno, quando avevo dieci anni, guardai in tivvù il backstage de "La Storia Infinita" e finalmente scoprii come erano fatte le mie creature preferite. Pensai: "desidero fare lo stesso lavoro, voglio realizzare i sogni"... e poi alla fine ce l'ho fatta! Dopo il liceo artistico, ho fre- quentato il Centro di Bellezza di Milano (BCM), una scuola di make up artistico a Milano. Al momento dei diploma mi si è presentata un'opportunità fortu- nata, visto che il maestro Carlo Rambaldi (tre-volte vincitore di Oscar per i migliori effetti visivi) aveva aperto l'Accademia Europea degli Effetti Speciali a Terni (città italiana nella regione dell'Umbria). Quando l'accademia chiuse dopo poco, compresi immediata- mente quanto difficile fosse diventare un professionista nel settore in Italia, specialmente per chi, come me, viene da una fatto- ria, senza collegamenti familiari nel mondo del cinema. Così, cominciai a lavorare come artista di make up per film italiani dai budget molto bassi, fino al giorno in cui ho incontra- to, quasi per caso, il mio collega disegnatore di make up Alessandro Bertolazzi, e la mia carriera è cambiata. Cominciando con il film di guerra Fury, ha avviato una collaborazione come artista di make up 'chiave' con David Ayer. L'anno scorso, ha lavora- to di nuovo con lui come artista del make up 'capo reparto' per Suicide Squad. Come sono cam- biati i suoi compiti dal primo al secondo incarico? Cosa le piace del lavoro con Ayer? L'unico aspetto che realmente è cambiato è che ho ottenuto di essere rappresentata da un agente, Mandi Martin, che lavora per l'a- genzia internazionale Milton. Il fatto è che Bertolazzi ha sempre avuto fiducia in me, così il mio titolo di lavoro è solo una classificazione secondo le regole locali. 'Chiave' o 'Capo, sono sempre il suo "braccio destro", la seconda in carica dopo di lui, e nulla è realmente cambiato nei miei doveri. Cominciando dalle preparazioni necessarie per pre- disporre il lavoro o dalle prove di trucco, dividiamo i doveri ed io mi assicuro che ognuno nel repar- to seguirà le sue indicazioni e il suo stile. Lavorare con Ayer è assoluta- mente grande! Lui non è solo un regista di talento, è un artista ed uno che lavora duro! Si prende cura di ogni singolo dettaglio del film. Sa molto bene quello che vuole, così tanto che spesso se lo fa da solo più velocemente. Dal fracassare un muro con un grande martello allo schizzare il sangue sulla faccia di un attore. E fa tutto con tale abilità che da lui ho imparato alcuni bei trucchi! L'ultimo a prendere il treno per la celebrità è stato l'acconcia- tore, Giorgio Gregorini. Cosa l'ha portata alle acconciature e come ha imparato il mestiere? E' tutto cominciato per caso. Sono nato e cresciuto nel quartiere romano di Trastevere. Quando ho lasciato la scuola, la mamma di uno dei miei amici che aveva un salone ci offrì di aiutarla a fare gli shampoo alle sue clienti in estate. Il lavoretto mi piacque al punto che, di notte, mi misi a fre- quentare una scuola di hairstyling professionale per i due anni seguenti, mentre ancora lavoravo nel suo salone di parrucchiera. Dopo avere aperto il mio salone, una delle miei clienti, una signora che lavorava nell'indus- tria dei film, mi invitò a darle una dimostrazione. Dietro a Suicide Squad c'è il team italiano di truccatori e acconciatori che ha vinto l'Oscar Una mattina sono andato sul set di una pièce storica, ambien- tata nel 1942, e sono rimasto scioccato nel vedere una sala piena di specchi con molte sig- nore che pettinavano parrucche. Mi sono sentito come un pesce fuor d'acqua. Attraverso l'aiuto di molte persone di talento, ho ricomincia- to da principio una nuova carri- era caratterizzata da abilità com- pletamente differenti. Quali sono state alcune delle sfide affrontate e alcuni dei momenti gratificanti mentre ha lavorato per Suicide Squad? All'inizio, non era previsto che ci lavorassi. Bertolazzi ed il regista avevano ricevuto alti riconoscimenti da tutti gli acconciatori che avevano cercato. Mi richiesero un consulto sulla parrucca del personaggio dell'Incantatrice. Senza alcuna preparazione sull'universo del libro comico da ricreare nel film, arrivai a una soluzione soprannominata ironi- camente "Mocio Vileda" come le scope tedesche che portano lo stesso nome (conosciuto negli Stati Uniti sotto la marca di O- Cedar). Ho avuto l'opportunità merav- igliosa di lavorare accanto al reg- ista David Ayer che gioca una parte attiva in ogni aspetto del film ma che, allo stesso tempo, ti coinvolge nell'intero processo. Giorgio Gregorini, Alessandro Bertolazzi, Marta Roggero and Christopher Allen Nelson vincitori quest'anno del Premio Oscar per il miglior trucco e acconciature NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ