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www.italoamericano.org 17 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 6 APRILE 2017 N ell'estate del 2015, la città di Bologna ospitò nel suo municipio una riuscita esposizione intitolata Emilia-Romagna, Terra di Cineasti: inspirata da un saggio eponimo scritto nel 1990 dall'in- fluente critico cinematografico Renzo Renzi, che identificava questa regione come quella "in cui erano nati e cresciuti molti dei migliori registi italiani". Quell'occasione fu solamente l'ultimo tentativo per decifrare le ragioni della fecondità cinemato- grafica, estremamente straordi- naria, di questa terra. Dopo tutto, è un dato di fatto che l'Emilia- Romagna sia la terra natale di registi così innovativi ed impor- tanti come Pier Paolo Pasolini, Valerio Zurlini, Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Pupi A vati, M arco Bellocchio e Bernardo Bertolucci. N o i ci concentreremo ora sulla stretta relazione tra questa regione ed il suo cinema seguen- do le tracce di alcuni dei registi più famosi d'Italia in un itinera- rio composto di tre parti per sco- prire la loro città natale. Muovendoci attraverso la Rimini di F ellini, la F errara di A nto nioni e la P arma di Bertolucci, in particolare, visite- remo i luoghi che sono più stret- tamente collegati alla vita e ai lavori di questi grandi registi mentre vedremo anche a come l'Emilia-Romagna è stata immor- talata s ul grande s chermo, entrando così nella storia del cinema attraverso l'occhio della loro macchina da presa. Il nostro punto di partenza in questo viaggio non è nientemeno che il luogo di nas cita di Federico Fellini, il celebre autore di pietre miliari della cinemato- grafia come La strada, Le notti di Cabiria e La dolce vita, fra gli altri capolavori. Prima che lui si trasferisse a Roma per comincia- re la carriera di regista che lo avrebbe fatto vincere molti premi dell'Accademy, legitti- mandolo come uno dei registi più influenti di tutti i tempi, Fellini visse per circa venti anni a Rimini, la famosa città della costa romagnola dove nacque nel 1 920. S ituata s ul M are Adriatico, Rimini è da tempo rinomata come nota località bal- neare e città d'arte; per i cinefili da tutto il mondo, comunque, è soprattutto un'ubicazione irreale, s ogn ata, che appartiene alla nostra coscienza collettiva, se non proprio un " luogo della mente": quello rappresentato dal Maestro nei suoi film. Infatti, Fellini aveva una rela- zione strana con la sua città nata- le: anche se lui non ha mai girato una sola scena nella sua città natale, come dis s e nella s ua composizione Il mio paese, il regista ha continuato a ritornare molte volte alla Rimini della sua gioventù, ma solamente per rico- struirla e re-inventarla attraverso l'occhio cinematografico, asse- condando i suoi sogni e i ricordi d'infanzia. Inoltre, molti dei monumenti della città che gli spettatori di Fellini credono essere veri, sono solo luoghi immaginari: ne sono esempio il lungomare di alcune delle scene autobiografiche più evocative di 8½, o della Rocca Malatestiana, ricostruite sul set per la scena di apertura de I Clowns, in cui un ragazzo - verosimilmente il gio- vane Fellini - vede una tenda da circo montata fuori dalla sua finestra. I vitelloni (1953), film sulle avventure di cinque giovani uomini di una piccola città sull'Adriatico, è stato il primo dei lavori di Fellini ad essere stato interamente ambientato a Rimini, almeno idealmente: come dato di fatto, anche se il film è chiaramente autobiografi- co, I vitelloni fu alla fine girato al Lido di Ostia, così che nessu- na delle ubicazioni riconoscibili - come il porto, il lungomare, o la stazione - è davvero Rimini. Nondimeno, il film è stato capa- ce di creare, nel pubblico, la comprensione del vero spirito urbano di Rimini. Il lavoro nel quale la città natale di Fellini gioca il ruolo più importante, comunque, è indubbiamente Amarcord (1973) il cui titolo viene dal dialetto romagnolo che traduce la frase "io ricordo". Ancora una volta, richiamando la sua gioventù e i ricordi di infanzia, vent'anni dopo i suoi primi lavori cinema- tografici, per ques to film il Maestro decise di ricostruire let- teralmente la Rimini degli anni '30 negli studi di Cinecittà a Roma. Più precisamente, il regi- sta ha incluso una ricostruzione del leggendario Grand Hotel Rimini a 5 stelle, quale set per molti degli episodi memorabili di Amarcord, che in realtà derivano Vista di Piazza Cavour a Rimini. Photo by Leonid_Andronov GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO Emilia-Romagna, Terra di Cineasti (I Parte): Fellini e Rimini dai sogni ad occhi aperti del gio- vane Fellini su questo edificio maestoso e misterioso. Ma altri luoghi caratteristici della città sono altrettanto importanti in questo film: per esempio, la piazza principale, Piazza Cavour - con la sua Scala di Arengo (dove avevano luogo le esibizio- ni ginniche in epoca fascista) e la sua Fontana della Pigna (dove si appoggia un pavone durante la scena della nevicata) – o anche il Cinema Fulgor, dove Fellini vide il suo primo film (Maciste all'inferno) e dove il protagoni- sta di Amarcord, Titta, tenta avances su Gradisca, la bella del villaggio. In anni recenti, la città di Rimini ha deciso di onorare il suo cittadino più famoso dando il suo nome all'aeroporto locale, così come al parco e alla piazza che circondano il G rande Albergo. Inoltre, le persone del posto stanno lavorando per la realizzazione di un museo dedi- cato a Fellini. Ma soprattutto, quasi ogni angolo di Rimini rimanda al genio profondo di questo grande regista: dalla sua casa natale in Via Dardanelli nr. 10 al cimitero che è il luogo dove riposano lui e sua moglie Giulietta Masini, giacendo sotto il monumento del noto artista Arnaldo Pomodoro, che fu inspi- rato dal film di Fellini E la Nave va. Ci sono comunque, altri due luoghi nei quali si sente partico- larmente la pres enza del Maestro: le strade lungo il lun- gomare di Rimini che portano il nome dei film di F ellini e, soprattutto, il suo adorato villag- gio dei pescatori di Borgo San Giuliano (localizzato fuori dalle antiche mura urbane, appena oltre il Ponte romano di Augusto e Tiberio), dove, sulle facciate delle case, ci sono murali colora- ti che riproducono scene e per- s onaggi dei s uoi più grandi capolavori. Fellini e Bruno Zanin sul set di Amarcord nel 1973