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GIOVEDÌ 6 APRILE 2017 www.italoamericano.org 29 L'Italo-Americano IN ITALIANO | C ome detto nell'edizione del 23 marzo de L'Italo- Americano, Insulae è un'esposizione sulla fotografa italiana Claudia Corrent in mostra all'Istituto Culturale ita- liano (ICI) di San Francisco dal 7 marzo al 7 aprile. Insulae (isole) è un progetto fotografico sulla città di Venezia ed il suo territorio che investiga- no la relazione tra luogo e iden- tità. Alla ricerca di una prospetti- va fresca sulla topografia visuale della città, Corrent ha sviluppato uno sguardo attenuato, dai toni pastello, sulla laguna di Venezia e le isole. Il suo fuoco è sui pic- coli dettagli e sui momenti quieti della vita veneziana di ogni gior- no, lontani dalle rappresentazioni standard delle destinazioni turi- stiche della città. Nata nel 1980, Corrent è una fotografa indipendente con base a Bolzano, Italia. Dopo essersi laureata in Filosofia all'Università di Trento, ha parte- cipato ad una master class al Centro di Ricerca in Comunicazioni Fabrica di Treviso, Italia, ed è stata selezio- nata per partecipare a una resi- denza con Henry Gruyar, patroci- nata da Camera, il centro interna- zionale dedicato alla fotografia. Corrent ha ricevuto il "Prix Festival City Enterprise 1000 Talents of Venezie" ed il suo lavoro è stato esibito a Milano, Roma, Lucca, Bolzano, Corigliano Calabro, Venezia, Genova, Monopoli e Lecce. Le sue immagini sono state pubbli- cate su Vanity Fair, Der Spiegel, Die Zeit, Gioia, Courrier International, National Geographic, Il Post, e Corriere della Sera. L'Italo-Americano ha avuto l'opportunità di parlare con Corrent della sua filosofia e della sua arte. Le abbiamo chiesto di descrivere il progetto fotografico Insulae. "Ho avviato anni fa questo progetto, quando indagavo su quali collegamenti ci fossero tra territorio e identità, facendo lo sforzo di evitare gli stereotipi e i cliché che una città come Venezia offre inevitabilmente. Ho mappato il territorio della laguna con le sue isole (Burano, Lido, San Erasmo, San Francesco del Deserto, Torcello, e Pellestrina), alla ricerca di segnali, icone urbane, panorami e persone, tutte attraverso una vista minima che si attarda sulle picco- le cose e gli oggetti marginali". Come ha deciso il titolo Insulae? Insulae vuole dire isola. Venezia e le sue isole sono soste- nute dall'acqua. L'isola è sia un luogo fisico sia un luogo dell'a- nima, una rappresentazione con- cettuale ed un luogo di rifugio. Con Insulae cercato di rappresen- tare il panorama della città di Venezia e la realtà insulare. Il disegno concettuale e basi- lare dei miei lavori fotografici riferiti al panorama, è concentra- to sulla ricerca e la mappatura dei luoghi. Trovo il concetto di pano- rama culturale molto interessan- te, il genius loci. Capisco la rela- zione tra le persone che occupa- no i luoghi ed i posti stessi. Le domande che mi faccio sono sempre le stesse: c'è una forma di riconoscimento, di amore tra le persone e i luoghi? C'è una cor- relazione tra i due? E ancora, qual è il senso del luogo? Quale è stata la sua ispira- zione? Le ispirazioni sono molte e sono collegate alla fotografia documentaria. Amo Luigi Ghirri, Gabriele Basilico e Guido Guidi, fotografi italiani che hanno inve- stigato i paesaggi. Anche, Steven Shore, William Eggleston e Joel Sternfeld, nella cui arte il banale, le aree aree urbane e rurali di ogni giorno, diventano importan- ti. Ogni oggetto è degno di inte- resse. Ha studiato Filosofia. Come quello studio influenza la sua fotografia? I miei studi filosofici mi hanno dato un profilo mentale che mi ha portato a guardare le cose con un occhio critico e curioso. La filosofia è una disci- plina meravigliosa, anche se spesso è vista come di scarso valore. Permette di pensare alle cose in profondità e così è una buona base per capire quello che è reale, cosa si vive, e quello che sta accadendo. In questo senso, la filosofia mi ha perciò dato gli attrezzi teo- retici per interpretare la realtà. Le immagini, per me, hanno sempre avuto una forza e un'immedia- INSULAE - I panorami quotidiani di Venezia tezza che altri mezzi non hanno. La fotografia è una forma cultura- le meravigliosa con il suo lin- guaggio, con i suoi codici com- plessi di interpretazione. Cosa ha portato la sua espo- sizione all'Istituto Culturale Italiano di San Francisco? Un anno fa, un giornale on- line italiano aveva pubblicato il mio lavoro su Venezia (http://www.ilpost.it/2016/03/03/ venezia-claudia-corrent). Il diret- tore dell'Istituto Culturale Italiano di San Francisco, Paolo Barlera, ha visto quei ritratti e mi ha chiesto se avessi voluto esibirli all'Istituto di San Francisco. Questo mi fa riflettere sul fatto che il web offre l'opportunità di mostrare il tuo lavoro all'altro capo del mondo in una maniera rapida ed immediata. È incredibi- le! Io vivo in una piccola città dell'Italia settentrionale e la mia esposizione su Venezia ora è a San Francisco! Interessante, no? L'uso di pastelli nelle sue fotografie è unico e stupendo. Perché ha scelto di accentuare la natura pastello del panorama e delle scene? Grazie molte! Io ho scelto di sovraesporre le immagini per dare un senso più rarefatto, sospe- so, personale, e metafisico. Quali sono i suoi progetti futuri? Mi piacerebbe fare un viaggio storico sul treno Transiberiano. La Ferrovia Transiberiana e la linea da Pechino a Mosca, o da Mosca a Vladivostok sul Mare del Giappone, è una linea ferro- viaria di oltre 9,000 chilometri che attraversano una miriade di culture, gruppi etnici, panorami, architetture e modi di vivere. Gli altri progetti sarebbero seguire le orme di Marco Polo, o fotografa- re il Mare Mediterraneo seguendo la pista dell'Odissea. Mi piace- rebbe fotografare posti così pieni di significato. Uno sguardo attenuato, dai toni pastello e l'attenzione ai piccoli dettagli e ai momenti quieti della vita veneziana di ogni giorno caratterizzano la mostra fotogra- fica di Claudia Corrent. Photo: Claudia Corrent LA COMUNITÀ DI SAN FRANCISCO