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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 20 APRILE 2017 L awrence DiStasi, residente a Bolinas, California, è l'autore di molti libri sul- l'esperienza migratoria e post- migratoria in America. Fra i suoi lavori c'è Il Grande Libro sulla Cultura italiana americana, Mal Occhio: il lato nascosto della visione, ed Una Storia Segreta: La Storia Segreta dell' Evacuazione italo-americana e dell'Internamento durante la II Guerra Mondiale. Quest'ultimo libro, pubblicato da DiStasi, è una raccolta di saggi che raccon- tano l'evacuazione forzata dai luoghi strategici sulla costa cali- forniana e l'internamento degli immigranti italiani dopo che Mussolini si alleò all'Asse. Rivela anche che più di seicen- tomila immigranti italiani furono ufficialmente considerati "Nemici Alieni" degli Stati Uniti e furono costretti a portare con loro, ventiquattro ore al giorno, un libretto di colore rosa che conteneva il loro numero uffi- ciale di registrazione e le regole da seguire che includevano il coprifuoco notturno e la proibizione di possedere fucili, radio e altri strumenti che il gov- erno del tempo considerava potenzialmente una minaccia per la sicurezza degli Usa in tempo di guerra. La paura era, irrazionale come potrebbe sem- brarci oggi, che in qualche modo gli immigrati italiani potessero allearsi a una cospirazione per favorire l'invasione degli Usa. L'attuale lavoro di DiStasi, Segnati, è una panoramica com- prensiva di Una Storia che colma vuoti che c'erano nella prima raccolta di saggi. Comincia con una prefazione informativa nella quale DiStasi spiega il preludio alla guerra, Mussolini che si allea all'Asse, e le reazioni dell'immi- grato italiano e italo-americano all'aggressione di Mussolini in luoghi come l'Etiopia nel 1935. Lui spiega ad un certo punto, un tema vicino a L'Italo- Americano: "La maggior parte degli editori e degli annunciatori radiofonici italiani hanno creduto che gli italo-americani avrebbero potuto essere al tempo stesso sia dalla parte dell'Italia sotto Mussolini che dalla parte dell'America." Ma il governo americano era diffidente e lo era a ragion veduta. La macchina della propaganda di Mussolini a partire dalla metà degli anni Trenta aveva diligentemente localizzato tutte le pubblicazioni italiane in America ed aveva cominciato ad inondare di pub- blicazioni italiane Canada e Usa con la propaganda fascista. Nel capitolo V, DiStasi sostiene argomentazioni sul dibattuto supporto fascista nei giornali di San Francisco del tempo che attirarono l'attenzione del governo e risultarono moni- torati dal governo. Sebbene poco noto solamente a pochi di noi abbonati al gior- nale, questo periodo è un capito- lo sfortunato nella storia de L'Italo-Americano. L'Italo-Americano era fra quei giornali che aveva ricevuto la propaganda pro-fascista. Quando Mussolini si unì l'Asse con Germania e Giappone, l'Italia divenne improvvisamente un nemico dell'U.S. Di con- seguenza, il sospetto iniziale da parte degli ufficiali statali degli U.S. rispetto alle pubblicazioni italiane aveva improvvisamente un fondamento nella realtà. Poco noto ai lettori de L'Italo- Americano è che le edizioni del giornale dal 1941 al 1945 man- cano. Al di là delle preoccupazioni per i sospetti del governo e dei suoi uditori ufficiali a San Francisco, sembra che l'editore de L'Italo-Americano abbia dis- trutto le copie del giornale del periodo bellico che potessero contenere propaganda fascista compromettente. Nessuno lo sa per certo. Ma quando incontrai per la prima volta l'editore di allora, Mario Trecco vidi le edi- zioni posteriori de L'Italo- Americano nell'ufficio originale di Spring Street nel 1976, quan- do cominciai la mia rubrica sui libri per il giornale. Solamente più tardi scoprii le edizioni man- canti del giornale. Oltre alla sua prefazione, nel capitolo II, Guerra e Restrizioni, DiStasi racconta le restrizioni imposte agli immigranti italiani, dalle arma da fuoco alle mac- chine fotografiche. Quello che mio nonno che parlava siciliano, e il cui libretto colore rosa possiedo ancora, potesse fare con un fucile da caccia calibro dodici o una radio è cosa poco chiara. Gli italiani, inoltre, furono costretti anche ad allonta- narsi da quelle che erano consid- erate ubicazioni strategiche lungo le coste e altre aree del- l'entroterra ritenute strategiche dal governo. DiStasi cita storia orale, resoconti di giornale, e rapporti ufficiali del dislocamen- to degli italiani, delle loro deten- zioni, degli interrogatori ed in generale della sorveglianza degli italiani da parte dell'FBI. Per esempio, l'immigrato italiano Ferdinando Ghibaudo nell'otto- bre 1942 fece domanda per una licenza, come l'FBI gli richiede- va di fare, per muoversi da Richmond a Santa Rosa per prendere un lavoro nuovo. Quando l'FBI andò per fare con- trolli su di lui e lo trovarono fuori a mezzanotte, in violazione del coprifuoco delle 8 PM imposto agli immigrati italiani, gli ufficiali l'arrestarono. Nel processarlo l'FBI trovò poi che lui era negli Usa illegalmente. Ghibaudo combattè una lunga battaglia legale per rimanere negli 'U.S., come molti immi- granti ispanici oggi, che poi Ghibaudo vinse. Nel capitolo III, l'Internamento, DiStasi racconta l'internamento degli italiani e gli sforzi di J. Edgar Hoover di arrestare gli alieni sospetti. Fra i 1, 393 tedeschi, 2 192 giappone- si, Hoover arrestò 264 italiani. Alla fine della guerra Hoover avrebbe arrestato circa 3, 300 italiani sebbene ufficialmente il numero di quegli internati salirebbe di centinaia. Molte migliaia di tedeschi e giapponesi furono arrestati quando Hoover cercò di aumentarne i numeri per ragioni politiche. Alla fine della guerra approssimativamente 110, 000 giapponesi sarebbero stati trasferiti nei campi di interna- mento. Come Vincent Cannato indica in Passaggio americano (American Passage), il governo non internò gli italiani perché loro erano troppo preziosi all'a- gricoltura della California e gli U.S. avevano bisogno dell'ap- provvigionamento di cibo per le truppe. Il Dipartimento di Stato non volle inoltre, provocare un eccessivo dissenso tra la consis- tente popolazione italiana della California. Come Cannato indica, cosa poco risaputa dagli studiosi di questo periodo, allora c'erano 160, 000 giapponesi che vive- vano alle Hawaii. Sebbene il Congresso fece uno sforzo per internare anche loro, i giappone- si non furono internati per la stessa ragione per cui furono risparmiati gli immigranti ital- iani: il governo li considerò trop- po importanti per gli affari e la comunità agricola delle isole. In quanto erano probabilmente il più importante avamposto belli- co nel Pacifico, le Hawaii erano indispensabili, e gli U.S. non potevano permettersi un crollo nell'economia hawaiana o l'alienazione della grande comu- nità giapponese sulle isole. In Evacuazione e Coprifuoco, DiStasi resoconta l'evacuazione degli italiani dalle ubicazioni strategiche della California e la riduzione dei loro diritti civili durante la guerra. Offre sia l'evi- denza documentaria, mappe incluse, sia la storia orale ital- iana appresa dai residenti locali. Nel capitolo V, Esclusione Individuale, DiStasi affronta lo spionaggio governativo mentre cita documenti con citazioni dagli ascolti e dai registri gover- nativi che concernono l'esclu- sione dei "Nemici Alieni" giap- ponesi e italiani dalle località costiere dell'Est e dell'Ovest. In quello che forse è il capitolo più illuminante, L'Impegno dei Pescatori, DiStasi documenta la confisca del governo di tutte le barche da pesca italiane e giap- ponesi negli U.S., incluso quelle lungo la costa della California. La confisca non incluse solo le barche degli immigranti italiani, ma anche la confisca delle barche italo-americane. Non solo i pescatori si videro privati dei loro mezzi di sostenta- mento ma la politica devastò l'in- dustria della pesca in America e questo fu controproducente allo sforzo bellico. Quando Mussolini cadde, il governo si sentì obbli- gato a restituire le loro imbar- cazioni a causa del bisogno di proteine delle truppe. Comunque, il governo stabilì che ogni barca doveva imbarcare almeno un cittadino americano. Quando i pescatori riebbero le loro barche, loro scoprirono che in molti casi la Marina militare le aveva usate e ormai erano in un avanzato stato di degrado. I pescatori dovettero ripararle a loro spese. La copertura di DiStasi di questo periodo nella storia degli immigrati italiani e italo-ameri- cani è ben documentata ed è un importante contributo non solo per gli italiani in America ma in generale per l'esperienza migra- toria negli Usa. Sembra impor- tante specialmente oggi visto il tentativo irrazionale dell'attuale presidente di costruire un muro lungo il confine meridionale con il Messico e la demonizzazione irrazionale degli immigranti in generale, specialmente dei musulmani. Quello che "Segnati" di DiStasi ci dice è che noi dob- biamo mettere tutto il caos attuale generato dalla Casa Bianca in una prospettiva storica. Ma sembra che ogni qualvolta studiosi, avvocati, trasmissioni televisive e giornalisti di carta stampata tentano di scrivere o di dire sulla storia dell'esclusione degli immigrati, si dimentica il più importante "muro" che il governo federale ha eretto per impedire agli immigranti di entrare negli U.S.: l'Atto di Immigrazione d'Emergenza del 1921 e la sua revisione finale, l'Atto di Immigrazione del 1924, altrimenti noto come Atto di Johnson-Reed. Gli atti del 1921 e del 1924, basati sulla teoria razz- ista dell'eugenetica, ambivano a fermare i tre principali gruppi migratori dall'ingresso negli Usa: asiatici, europei orientali, ed europei meridionali. Specificamente, gli atti mira- vano a fermare l'arrivo di cinesi, giapponesi, ebrei, e italiani meridionali negli U.S. Nei molti libri scritti sui meridionali prima della II Guerra mondiale, si dovrebbe aggiungere che il Cattolicesimo era considerato come l'Islam di oggi: una reli- gione sospetta che avrebbe tenu- to i suoi fedeli legati all'ortodos- sia e lontani dall'assimilazione piena nella società americana. Fuori da tutti e quattro i grup- pi, gli italiani, con più di 200.000 migranti all'anno che passavano attraverso Ellis Island (e gli altri porti di entrata), erano di gran lunga il più grande gruppo di migranti in entrata negli U.S., con 85% degli italiani che veni- vano dal Sud. L'atto del 1921 limitò gli italiani del 97.8% del loro totale annuale. La bozza del- l'atto finale del 1924 aumentò la percentuale al 98.7%. L'Atto non mise alcuna quota a messicani, canadesi, ed americani meridion- ali. È giusto dire che, fra tutti i gruppi di migranti europei, gli italiani erano l'obiettivo princi- pale ed avevano il "muro" più alto eretto contro la loro entrata. Nel 1943, come indica Vincenzo Cannato, a causa della guerra nel Pacifico contro i giap- ponesi, la politica di guerra del tempo richiese che gli Usa avessero un alleato nel Pacifico e l'esclusione cinese fu tolta ed ai cinesi fu dato libero ingresso negli U.S. In tutti gli altri casi, l'atto rimase in vigore fino alla sua revisione con l'Atto dei Diritti civili del 1965. La longevità dell'esclusione italiana dagli U.S., per più di quaranta anni, spiega perché negli Usa sparirono le Little Italy nel perio- do del dopoguerra: non c'erano abbastanza immigranti italiani che entravano per riempire quelle sistemazioni italiane. Se gli Atti sono discussi dai media, i commentatori descrivono solamente certe con- dizioni dell'Atto, tralasciando il "muro" eretto contro gli italiani, soprattutto se meridionali. Gli italiani devono essere con- sapevoli della loro storia e di come la conoscenza della loro storia speciale – non fatti falsi – richiami le politiche che escono oggi dalla Casa Bianca. È signi- ficativo che il termine per gli immigrati illegali, prima della II Guerra Mondiale, persistono nel nostro lessico corrente: WOP è un acronimo razzista che si è identificato solamente con gli italiani. DiStasi ha aggiunto l'ap- pellativo "Nemico Alieno." Minacciati da irrazionali ordi- ni esecutivi presidenziali, gli immigranti sono oggi bersaglio di un revival della stessa xenofo- bia contro gli immigrati, che un tempo dovettero affrontare gli immigranti cattolici italiani negli Usa. il libro di DiStasi è, per le generazioni future, un esempio opportuno di quello a cui assomigliano le nostre attuali politiche governative. Marchiati: come gli emigrati italiani divennero "Nemici" durante la II Guerra mondiale CULTURA ARTE LIBRI PERSONAGGI