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www.italoamericano.org 21 GIOVEDÌ 20 APRILE 2017 L'Italo-Americano IN ITALIANO | I l modo di vestire è espressio- ne di ogni cultura, definisce l'individuo e il suo rapporto con la società. In genere, la scel- ta di un capo riflette uno stato d ' a n i m o o u n ' o c c o r r e n z a a livello sociale. Per l'italiano invece, la moda è un'esigenza. Ma c'è un capo che più degli altri definisce la persona che lo indossa, divenendone un'esten- sione - il cappello. Una prote- zione, una maschera, un perso- naggio, ma soprattutto il cappel- lo è una firma: Borsalino. La storia del cappello più famoso al m o n d o è m e s s a i n s c e n a d a l docu-film Borsalino City, diret- t o e p r o d o t t o d a l l a t o r i n e s e Enrica Viola. " D e a r V i t t o r i o , y o u m a y r e m e m b e r m e . . . m y n a m e i s Robert Redford." Nel 1965 uno d e i p i ù c e l e b r i a t t o r i d i Hollywood parte da un set in G e r m a n i a p e r a r r i v a r e a d A l e s s a n d r i a , a l l a f a b b r i c a Borsalino. Si era innamorato di un cappello che richiese in una lettera al discendente della fami- glia, Vittorio Vaccarino. Era il Borsalino nero che Mastroianni indossava in 8 ½, il cappello di F e l l i n i ! F i n a l m e n t e R o b e r t Redford lo tiene sulle ginocchia mentre racconta la storia dietro il suo cappello. Borsalino City apre il sipario sui due differenti mondi di Borsalino: tra l'artigia- nato italiano e la magnificenza dello star system, definendo sin d a l l ' i n i z i o i l c a p p e l l o c o m e mito. "Il cappello è inseparabile da una mitologia del cinema", come evidenzia lo sceneggiatore Jean-Claude Carrière. Ed è un fedele alleato dell'immagine, fedele al cinema che ha consa- crato il suo stile leggendario. La storia del cappello italiano parte da una piccola provincia del Piemonte, dove Giuseppe Borsalino fonda il suo impero nel 1857, durato per oltre 125 anni. Era un'epoca in cui il cap- pello era d'obbligo, e a parte la sua principale funzione di riparo dagli elementi, era rivelatorio dello stato sociale - la bombetta s u l l a t e s t a d e l f i n a n z i e r e , i l cilindro su quella dell'aristocra- tico, il berretto su quella dell'o- peraio. E Borsalino ne produce- va di ogni genere, distinguendo- si per lo stile e la qualità; stabi- lendosi precursore del Made in Italy. Nel 1900, Borsalino era già un'icona – compare, infatti, nell'Oxford Dictionary come nome comune di cappello dalla falda larga. M e n t r e i l c i n e m a t o g r a f o veniva inventato, la folla di ope- rai che uscivano dalla fabbrica Borsalino avrebbe colpito i fra- telli Lumière. L'azienda era il cuore di Alessandria, "diede da mangiare a tutta Alessandria" rivela la testimonianza di un'o- peraia. La sirena della Borsalino puntualmente risuonava per la città, scandendo la vita di cia- scuno. Se si indossa il cappello, si possono vedere gli operai al lavoro: soffiatura, follatura, rifi- nitura – un cappello dopo l'altro. Si può toccare il soffice e pre- giato pelo di coniglio importato d a l l ' A u s t r a l i a d a G i u s e p p e ormai anziano. Sentire il rumore delle macchine inglesi in azione, acquistate per accelerare la pro- duzione, mentre lavorano all'u- nisono con gli operai. E dopo una lunga giornata di lavoro osservare le Borsaline uscire, le donne più belle della città. Questa realità di provincia aveva il suo eco a Hollywood, nelle sparatorie dei gangster movies anni '40, nei personaggi ambigui dei film noir anni '50, e nei volti delle dive più belle del mondo. Il cappello ha trasforma- to volti anonimi in leggende. C h e c o s a s a r e b b e C h a r l i e Chaplin senza il suo cappello? Questo era il palcoscenico dove Borsalino si esibiva e il modello Fedora era il nuovo protagonista sulle teste di ciascuno. Dietro le quinte, ad Alessandria, la suc- cessione di Giuseppe portò alla nascita di due distinti stabili- menti della fabbrica: Borsalino A n t i c a C a s a e B o r s a l i n o F u Lazzaro; a capo di ciascuna, due cugini si contendevano il nome di famiglia a colpi di annunci pubblicitari. Così prese piede la pubblicità in Italia. Ma all'estero n o n f a c e v a n o d i s t i n z i o n i , l a Borsalino era una sola. Nel 1929 l'azienda era al suo picco: due milioni di cappelli esportati in un anno, e contava includendo entrambe le fabbriche 3000 ope- rai sui 2000 abitanti della città. Borsalino: Il cappello italiano a Hollywood Raggiunta la vetta iniziava la discesa, in concomitanza con la seconda guerra mondiale, l'a- z i e n d a B o r s a l i n o i n i z i a v a a vacillare con il modificarsi della società "l'uomo ha perso il pia- cere di levarsi il cappello di fronte a una signora" afferma Vittorio Vaccarino. Negli anni '60 le nuove generazioni dai capelli lunghi rifiutavano il cap- pello in favore di una libertà dei costumi e il boom delle automo- bili rendeva Borsalino un ele- mento sempre più marginale. Alcuni anni dopo la seconda g u e r r a m o n d i a l e d u r a n t e l a quale la Borsalino fu bombarda- ta, un uomo venne alla fabbrica confessando di essere stato il pilota che rilasciò le bombe; e anche lui parte di una famiglia di cappellai, voleva esprimere le sue sincere scuse. Nonostante il cappello abbia perduto il suo ruolo originario in società, que- sta storia rivela quanto il cappel- lo sia parte di un immaginario collettivo, lo stesso che indusse i l p i l o t a e R o b e r t R e d f o r d a recarsi alla fabbrica. E lo stesso che a tutt'oggi continua. Come il cappello ha viaggia- to da una piccola provincia fino a l m o n d o d e l g l a m o u r h o l - lywoodiano, anche Borsalino City, la fantomatica città di cap- pelli, da Torino sino all'estero, ha incluso artisti, familiari, ope- rai, che hanno condiviso le loro memorie sul cappello. Questa è la forza di un mito. Mentre la maggior parte delle aziende di c a p p e l l i a v e v a c h i u s o , l a Borsalino rimase. La Fabbrica fu venduta e la ciminiera simbo- lo della città fu demolita, ma le emozioni che il cappello ci ha r e g a l a t o r e s t a n o i n d e l e b i l i . Sarebbe immaginabile la scena finale di Casablanca, quando Humphrey Bogart dice addio a Ingrid Bergman, senza cappelli? Quei cappelli che si salutano e come afferma Deborah Landis, "quei due cappelli, innamorati". Robert Redford si innamorò del Borsalino nero che Mastroianni aveva indossato in 8 1/2 LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA