L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-20-2017

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GIOVEDÌ 20 APRILE 2017 www.italoamericano.org 27 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Carol Togneri riporta alla luce alcune "gemme" dal caveau del Norton Simon Museum L'esibizione Rotari al museo Norton Simone di Pasadena. Photo Courtesy of Emma Jacobson-Sive LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES L a s coperta decis iva di Carol Togneri accadde ad Alhambra, CA, quando lei era una bambina e la sua nonna toscana le mostrò le riproduzioni dei tesori d'arte conservate nella Galleria degli Uffizi di Firenze. N es s un viaggio cos tos o o "Grand Tour" in Italia, ma sem- plicemente le immagini stampate su un piccolo libro, permisero la rivelazione intima di Carol. Carol Togneri, attuale cura- tore capo al N orton S imon Museum di Pasadena, ha tirato fuori dal caveau otto merav- igliosi ritratti di giovani donne civettuole del pittore P ietro Rotari (1707-62), originario di Verona, in mostra dal 3 marzo al 31 luglio, in occasione del 310° anniversario della nascita del- l' artis ta, con la s peranza di provocare fra gli osservatori la stessa intima scoperta che lei ha vissuto da bambina. Potrebbe spiegarci la genesi d ell'es p os izion e, S erial Flirtations: Rotari's Muses, attu a lmen te in mos tra al Norton Simon Museum? Io non ho mai avuto l'oppor- tunità di andare in Russia, ma sono sempre stata innamorata della grande stanza del Peterhof Palace (situato a Petergof, San Pietroburgo) le cui fotografie ho visto e rivisto. Questa stanza è decorata solo da un pittore italiano, i dipinti di Pietro Rotari, dal pavimento al soffitto, su tutti e quattro i muri. Noi dobbiamo immaginarcelo, come un mosaico, soprattutto con tes te di belle e giovani donne, e, di quando in quando, quelle di donne anziane, così come di giovani ragazzi e uomini vecchi. Questo luogo "magico" è sempre stato una mia curiosità enorme e, un giorno o l'altro, spero di vederlo. Il fondatore della nostra rac- colta d'arte, N orton S imon acquistò sei di questi "studi di carattere" , conos ciuti anche come "Passioni", come Rotari li chiamava alternativamente. Sono ritratti anonimi di donne vestite in costumi diversi, indicativi delle diverse parti del mondo da cui vengono, inclusa l'Italia, la P olonia, e molte aree della Russia. Rotari le aveva fatte per far piacere ad Elisabetta, imperatrice di Russia che invitò l'artista a San Pietroburgo attorno al 1750. Comunque, il pittore aveva real- izzato alcuni di quei ritratti, quando era a Dresda, prima di trasferirsi in Russia. Inizialmente, Pietro Rotari - originario di un villaggio vicino V erona e che veniva da una famiglia piuttosto benestante di possidenti - dipinse commissioni religiose e pale di altare per chiese di quella zona. Più che trentenne prima viaggiò a Vienna, poi a Dresda e, infine, a San Pietroburgo. In queste capi- tali europee, influenzato dallo s tile, fra altri, dell' artis ta francese-svizzero, J.-E. Liotard, abbandonò, quas i completa- mente, i temi religiosi dei dipinti tardo barocchi e si dedicò ai ritratti. Rotari sviluppò un raffinato stile molto personale. I gover- nanti europei gli chiedevano di ritrarre non solo loro ma anche le persone che vivevano nelle loro corti. N orton S imon acquistò sei ritratti di giovani donne russe di Rotari, incluso uno più grande con una ragazza che scrive una lettera. Quei dip- inti probabilmente furono realiz- zati in Russia, poco prima della morte misteriosa dell'artista. N elle s ue volontà, las ciò un certo numero di dipinti a Caterina, ma stabilì anche che tutto nella sua casa e nel suo stu- dio dovesse essere rispedito a suo fratello a Verona. Il nostro set di Rotari viene dalla famiglia Cartolari che ancora possedeva i dipinti negli anni Sessanta e Settanta e poi li vendette a Simon attraverso una serie di rivenditori di arte. Da quando Simon li comprò, ques ti ritratti di volti s ono rimasti nel caveau ed io ho sem- pre voluto mostrarli. Finalmente è arrivata una buona occasione per appendere insieme quelli con il ritratto menzionato prima della ragazza che scrive una lettera ed una copia, dopo Rotari, che è stata donata al museo. Nella stessa piccola galleria, dove è ospitata la nostra mostra, sul muro è stato istallato uno specchio che è la fotografia che lascia senza fiato della stanza del Palazzo di Peterhof dove erano originariamente appesi. Pietro Rotari viaggiò esten- sivamente tra molte corti reali in Europa, ottenendo successo all'estero ed anche avviando uno studio prolifico con un numero di seguaci in Russia. Il suo caso era qualche cosa di ab itu ale, o era p iù comu n e seguire l'altra via, quella degli artisti stranieri che venivano in I talia p er il loro " Gran d Tour?" È vero che, cominciando dal diciassettesimo secolo, molti artisti, soprattutto dai Paesi Bassi vennero a vivere a Roma e nelle altre città d'Italia assumendo anche nomignoli italiani. Comunque, è anche vero che, dal diciottesimo secolo, sempre più artisti italiani viaggiarono a nord delle Alpi. Io credo che la ragione fosse perché, soprattutto le corti di V ienna, D res da e S an Pietroburgo avevano cominciato a diventare molto ricche in ter- mini di raccolte. Mandavano agenti in Italia e Francia, per rac- cogliere opere di vecchi maestri. Stavano mettendo insieme così, gallerie enormi e di questo si parlava. I lavori in mostra erano incisi e spediti in giro. Qualche volta si potevano vedere anche incis ioni con l'interno delle stanze di esposizione. Molti artisti italiani ricevet- tero commissioni dall'estero. Anche architetti italiani erano richiesti per costruire strade ed edifici a San Pietroburgo. Quella non era solo un'epoca in cui gli artisti italiani andavano lontano dal loro paese, guadag- navano molti soldi ed erano trat- tati quasi "realmente" dai loro ricchi patroni, ma, dobbiamo considerare come la Repubblica Veneziana, almeno fino al 1600, era uno dei principali hub com- merciali. I mercanti possedevano gli oggetti che si spedivano dalle diverse parti del mondo. Al tempo di Rotari queste rotte erano ben battute. Inoltre, Napoli era combattuta tra Austria e Spagna. I secondi vinsero, ma l'Austria mantenne il controllo su grande parte dell'Italia settentri- onale. Prendendo in considerazione tutti questi fattori, il caso di Rotari non era certamente insoli- to. Ha tenuto recentemente una conferenza, intitolata In Praise of Women: Pietro Rotari in Russia. Qual è l'aspetto che l'entusiasma di più delle otto "muse" ritratte da Rotari? I ritratti del nostro Rotari non sono completamente emotivi come altri dello stesso artista nel quale si può vedere una ragazza che sfiora leggermente i suoi occhi cominciando a piangere, un individuo adirato o una per- sona gelosa. Rotari, comunque, non s i stava solo tenendo al passo degli altri trend artistici, ma anche di trattati e libri di modello che istruivano su come dipingere e mostrare le emozioni. Ciò è evi- dente nei s uoi primi lavori, incluse le pale di altare, sparse per l'Italia. Penso che questo sia un truc- co popolare, o un tropo, con cui il pittore giocava. Persone a Vienna ed altrove non solo cer- carono Rotari per fare i loro ritratti, ma anche per ritrarre le giovani donne vestite differente- mente e nei vari stadi emotivi. Il talento mostrato da lui, incorag- giò molti a innamorarsi del suo lavoro. Gu ard an d o le d ate d ei ritratti, sembra che la tecnica di Rotari si sia evoluta verso una crescente luminosità, par- ticolarmente evidente nella Giovane Ragazza che Scrive una Lettera d'Amore (circa 1755). È così? Penso che lui stesse probabil- mente elaborando quello stile e stava imparando a capitalizzarlo mettendo la giovane ragazza pro- prio davanti alla composizione. È importante notare come questi ritratti hanno tonalità di blu, o più spesso, uno sfondo verde e scuro, che non distrae l'osserva- tore. La giovane poteva es s ere all'interno o all'esterno. Il pittore mise tutta l'enfasi sul soggetto e sul suo dover scrivere, ma anche sul momento in cui lei inter- rompe la sua attività. Si può trovare qualche cosa di simile in artisti come Vermeer e in altri artisti olandesi del dicias- settesimo secolo. Rotari fece comunque anche un passo avan- ti, togliendo lo sfondo e puntan- do la luce sulla ragazza. La luminosità di Rotari è uno dei suoi trucchi per renderla, di fronte e al centro, la prima cosa che si vede quando si cammina verso il ritratto. La ragazza è l'u- nico punto focale che cattura l'at- tenzione dell'osservatore, ad eccezione forse di alcuni oggetti che servono per scrivere - penna, inchiostro e sigillo - sulla sua scrivania. Quindi l'uso della luce da parte di Rotari migliora effi- cacemente questa esperienza.

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