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GIOVEDÌ 20 APRILE 2017 www.italoamericano.org 40 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO Plautilla, la prima artista donna di Firenze riscoperta a Firenze con la fondazione americana Awa N el 2017 le Gallerie degli Uffizi hanno iniziato un percorso a lungo termine finalizzato alla valorizzazione delle artiste donne. Una delle prime iniziative è la mostra dedicata a suor Plautilla Nelli (1524 – 1588), considerata la prima pittrice fiorentina. La mostra, intitolata "Plautilla Nelli. Arte e devozione in convento sulle orme di Savonarola", è curata da Fausta Navarro e sarà visitabile fino al 4 giugno. Polissena de' Nelli, questo il suo nome da ragazza, entrò nel convento di Santa Caterina a Cafaggio, Firenze, a 14 anni. Qui, imparò da sola l'arte della pittura, copiando opere e disegni e usando le consorelle come modelle. Riuscì a realizzare opere di grande qualità di cui fino a una decina di anni fa si cono- scevano solo tre importanti opere: Il compianto sul Cristo morto conservato al Museo di San Marco, l'Ultima cena, con- servata nel refettorio del conven- to di Santa Maria Novella oggi in restauro e la Pentecoste conserva- ta nella Chiesa di San Domenico a Perugia. Dipinse soprattutto opere a tema religioso: chi posse- deva il quadro dipinto da una suora, assegnava all'oggetto un potere quasi magico. I lavori di Plautilla erano dunque non solo molto apprezzati, ma anche con- siderati molto preziosi. Plautilla fu interprete appas- sionata della poetica figurativa ispirata al magistero di Girolamo Savonarola nel campo delle arti e al nuovo modello disciplinato di santità femminile della riforma FABRIZIO DEL BIMBO Plautilla Nelli ritrasse soprattutto soggetti sacri e fu a capo di una fiorente bottega artistica a Firenze R i a p r e d o p o 2 0 a n n i i n Va l d'Elsa il Museo San Pietro I n Toscana c'è una nuova realtà museale che è il frutto della fusione del Museo Civico e Diocesano d'Arte sacra con la Collezione del Conservatorio di San Pietro, il monastero di San Pietro e il monastero di Santa Caterina e Maddalena, la Collezione Romano Bilenchi e la Collezione di Walter Fusi. Ha riaperto le porte il rinnova- to Museo San Pietro, dopo quasi venti anni di chiusura. Al confine tra i territori di Siena e Firenze, Colle Val d'Elsa fu luogo di scontro politico, culminato in battaglie e assedi, ma anche luogo di incontro tra la tradizione artistica senese e quella fiorenti- na. Il percorso espositivo realiz- zato su progetto dell'Arcidiocesi di Siena, del Comune di Colle Val d'Elsa e della Fondazione Musei Senesi, ripercorre la storia della città attraverso le espressio- ni d'arte, in un dialogo costante tra religiosità e ambizione civica propria dei comuni medievali. L'allestimento, scandito sui grandi avvenimenti storici, cerca di cogliere e proporre i momenti in cui il linguaggio artistico diventa espressione della cultura del popolo colligiano e della sua fede. Particolare importanza acqui- sta la sezione dedicata alla Collezione di Romano Bilenchi, che propone una selezione scelta della ricca biblioteca dello scrit- tore colligiano donata al Comune di Colle di Val d'Elsa, nel conte- sto in cui si trovava: le opere di Ottone Rosai, Moses Levy e Mino Maccari raccontano la for- mazione di Romano Bilenchi, arricchendo il quadro fornito dalle sue opere letterarie, specifi- candone la personalità. Tutta questa vicenda è raccon- tata nelle sale del museo e nella città, in un percorso integrato che, partendo dal San Pietro, porta ideale della città, si svolge per le vie ed i vicoli del Borgo di Santa Caterina e del Castello, per terminare al Museo Archeologico "Ranuccio Bianchi Bandinelli", che, a breve, riaprirà le porte con nuovo allestimento. tridentina. Nel monastero fiorentino rico- prì la carica di priora e fu a capo di una fiorente bottega artistica grazie alla quale numerose con- sorelle sue discepole contribuiro- no alla diffusione di immagini sacre, avvalendosi di una tecnica pittorica da vere professioniste. Intesa come parte integrante del lavoro delle suore e approva- to come regola di tutte le terziarie domenicane, la creazione di immagini sacre era valutata per la loro efficacia devozionale e non per l'originalità dello stile o della composizione. Il gusto "conser- vatore" nel campo artistico delle suore rifletteva la scala dei valori maggiormente stimati, tra cui al sommo grado quelli che rappre- sentavano la continuità della tra- dizione artistica domenicana. La mostra degli Uffizi presen- ta anche codici da lei miniati, testimonianza della grande vita- lità artistica del monastero. La riscoperta del lavoro di Plautilla e i primi restauri delle sue opere si devono ad Awa (Advancing Women Artists Foundation), organizzazione sta- tunitense e in particolare alla sua fondatrice, Jane Fortune. "Pochi sanno che da ben più di cinque secoli Firenze è un vero e proprio centro per l'arte al fem- minile" spiega Fortune. "Le opere di donne che abbiamo cen- sito nei musei e chiese di Firenze sono più di 2.000. Sono una parte 'invisibile' della storia dell'arte, che va restituita al pubblico. Nelli ha aperto la strada ad altre donne della sua epoca e ha goduto di un successo senza precedenti. È l'i- spirazione lo stimolo della nostra missione: dare voce alle donne artiste del passato invisibili". FABRIZIO DEL BIMBO