L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-4-2017

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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 4 MAGGIO 2017 CULTURA ARTE LIBRI PERSONAGGI D a Italia e Spagna a Egitto, Cipro e Corea, i Cacciatori di Ricetta stan- no setacciando il globo alla ricer- ca delle tradizionali ricette di famiglia. Raccogliere olive per fare l'olio d'oliva in Calabria, coltivare i percebes sulla costa galiziana della Spagna, fertiliz- zare gli alberi di dattero nelle oasi egiziane, raccogliere cavoli per fare kimchi in Corea... E' il genere di cose in cui li vedrete impegnati. I loro nomi sono Anthony e Leila, cofondatori della Culinary Heritage Corporation e questa è la loro storia. I Cacciatori di Ricetta viag- giano in tutti i Paesi del mondo e documentano le ricette tradizion- ali attraverso fotografia, scrittura e video. Per circa sei mesi all'an- no, con l'aiuto di campagne di crowdfunding e le opportunità che trovano postate su WorkAway.com, fanno volon- tariato in case coloniche e fattorie locali di prodotti organici dove lavorano con le famiglie per coltivare il raccolto stagionale della zona. Si integrano nelle comunità, imparano la lingua, stringono amicizie con le persone del posto ed imparano le ricette tradizionali che incorporano almeno un ingrediente stagionale tipico del luogo. In questo modo, sostengono i coltivatori locali, preservano il ricco ed eclettico patrimonio culinario del mondo, ed accrescono la consapevolezza sulla cultura che stanno speri- mentando. Per capire meglio la loro sto- ria, dobbiamo cominciare dal- l'inizio. Ho preso contatto con Anthony e Leila con una chiama- ta Skype mentre erano di passag- gio a Cipro. Erano appena rien- trati da un soggiorno di 3 setti- mane in Palestina ed erano in viaggio per il Libano. La coppia va a caccia di ricette attraverso rotte piuttosto inaspettate. Anthony è nato in una famiglia italo-americana a Garden City, New York. Leila è un'americana irlandese-libanese cresciuta a Duxbury, Massachusetts. I loro percorsi si sono uniti tre anni fa quando, come la maggior parte dei ventenni, entrambi sta- vano attraversando una fase vitale di transizione. Dopo esser- si laureato, Anthony ha lavorato in una banca di investimenti per tre anni, e poi ha fondato una società di tecnologie sanitarie in Costa Rica dove lui è stato per due anni prima di decidere di perseguire altri obiettivi. Leila seguiva un percorso pre-medico. Dopo gli studi su anestesiologia e cancro, ha compreso che non era così che voleva passare la vita. "E' cambiata tutta la mia prospettiva di vita. Ho capito che volevo vivere la vita secondo le mie passioni" dice. Quindi si è trasferita a Chicago per lavorare da volontaria in una fattoria di pecore. "Noi c'innamorammo con il cibo", dice Leila. Gran parte della loro relazione è scaturita da uno scambio culturale tra di loro. "Lei stava venendo a casa mia per sperimentare la cultura italo- americana, ed io stavo andando a casa sua per sperimentare la cul- tura libanese. Ero curioso delle cose. Li ho visti usare la melan- zana ma pestata e messa nel ganoush di baba. Noi la usiamo, ma ci mettiamo il parmigiano nella melanzana", dice Anthony. Confrontarsi sulle loro radici li ha portati a farsi domande sui modi diversi in cui gli ingredien- ti sono usati nelle cucine delle varie culture. Loro cominciarono negli Stati Uniti, e poi misero gli occhi sul resto del mondo. Tre anni fa prenotarono il volo più conveniente fuori New York e fecero la prima fermata del loro viaggio internazionale: Norvegia. Da allora hanno viag- giato in Spagna, Corea, Svezia, Cina, Israele, Egitto, Croazia, Cipro, Libano ed Italia. "Il problema di crescere negli Stati Uniti è che tutto è così veloce, e che sei così chiuso nella tua bolla sociale. Essere capaci di farla scoppiare ed essere capaci di essere chi real- mente si vuole essere viaggiando è così incredibile. Il viaggio è così importante perché davvero comprendi che nulla di tutto ciò è veramente importante. Le aspettative sociali che hai crescendo negli Stati Uniti sono così intense e stressanti. Allontanarsene e vedere quante altre opportunità ci sono in questo mondo mi ha dato speran- za e positività" dice Leila. E' stato in particolare il tempo speso in Italia Meridionale che si è rivelato sig- nificativo per entrambi. I nonni di Anthony sono di Napoli e della Calabria. Determinato a imparare meglio la lingua ital- iana e a riconnettersi con le sue radici, lui e Leila sono stati nella città natale del suo Nonno, Caulonia, in Calabria dove hanno imparato le ricette per le braciole di melanzane e delle zeppole con alici. Hanno anche lavorato nei campi di ulivo, aiu- tando con il raccolto. "Quell'esperienza di essere capaci di aiutare su una terra da cui provieni è qualche cosa di intangibile", dice Anthony. Ha I Cacciatori di Ricette: Preservare l'Eredità Culinaria del Mondo, Un Paese ed Una Ricetta alla volta espresso un sentimento che la maggior parte di noi che nasci- amo da genitori che vengono da altri posti prova spesso: una sen- sazione costante e comunque vaga, smarrita dell'identità o del- l'appartenere. Quando viaggi nel tuo paese natale, attraversi le strade dei tuoi antenati e sudi sulla stessa terra nella quale loro si sono affaticati, qualche cosa dentro di te cade nel luogo. "Vai bene senza dovere andare bene. Mentre qualche volta negli Stati Uniti io sento di non essere affat- to nel posto giusto. Devo ancora esprimere la mia cultura in un certo modo. Quando le persone ti chiedono quello che sei, tu dici 'io sono un italo-americano'. Non dici 'sono un americano", dice Anthony. Incontrando le persone con cui condividi lo stesso sangue è qualche cosa che Anthony e Leila sentono fortemente. "Io penso che è essenziale, e penso che è nostro dovere, è una forma di rispetto verso le generazioni che ci hanno preceduti e che hanno lavorato così duramente per arrivare negli Stati Uniti e darci queste opportunità, ritornare e vedere da dove loro sono venute. Perché poi, forse, si rispetterà di più l'opportunità che hai di essere negli Stati Uniti", dice Anthony. Oltre alla Calabria, i Cacciatori di Ricetta hanno viag- giato anche in Basilicata, dove sono andati alla ricerca dell'as- parago selvatico, a preparare conserve di carciofi e funghi, e a fare la soppressata. In Puglia hanno fatto la burrata. In Campania hanno aiutato a piantare viti per il vigneto di un uomo a Giovanni di San a Piro nel Parco del Cilento. A Roma hanno imparato le ricette per i saltimbocca alla romana, il gela- to, i tonnarelli alla gricia. In Toscana sono stati con un prete che ha chiesto il loro aiuto per accompagnare 44 adolescenti in un pellegrinaggio in Galizia, nella parte Nordovest della Spagna. Prima di partire per il viaggio hanno imparato come fare i pici, un tipo di pasta toscana, e gli occhiali, un tipo di ravioli, dalle persone del posto nella città di Castel del Piano. "Molte persone ci dicevano di non andare in Italia Meridionale, che è pericoloso. Non potevano avere più torto. L'Italia Meridionale è il cuore dell'Italia. È dove la cultura tradizionale ancora esiste, e dove le persone stanno ancora mante- nendo le tradizioni delle vecchie generazioni", dice Leila. Attraverso i loro brevi docu- mentari, i Cacciatori di Ricetta puntano a mettere in luce i tradizionali sistemi alimentari dei luoghi dell'Italia Meridionale come la Puglia, la Basilicata, la Calabria, e la Campania. "C'è un deserto di turismo che nessuno visita in Italia Meridionale. Per noi è una tale vergogna che non sia né apprezzato né conosciuto. Vorremmo dar luce a quella cul- tura e offerta culinaria, e a quei prodotti alimentari artigianali", dice Leila. I Cacciatori di Ricetta sono grandi sostenitori dello Slow Food, organizzazione rurale e globale fondata da Carlo Petrini in Italia nel 1986. La no-profit è nata dal desiderio di incoraggiare la sostenibilità e la coltivazione che conserva l'eredità e pro- muove le aziende locali. Auspica creazione, crescita e consumo di cibi che sono buoni, puliti ed equi, cioè sani, che non usano pesticidi, con prezzi accessibili ai consumatori. "[L'Italia] rappre- senta una straordinaria inno- vazione agricola, ed allo stesso tempo ha radici tradizionali. Se si torna all'Impero romano, questi volevano creare contesti sostenibili. Una città come Roma era sostenibile attraverso la sua agricoltura. Le persone erano molto orgogliose di essere capaci di vivere della loro terra. Oggi, ognuno conta su un'economia mondiale e sull'import-export per sopravvivere. Slow Food sta cercando di conservare queste piccole connessioni alimentari" spiega Anthony. Attraverso il loro no-profit, Antony e Leila si sono associati al movimento, e lavoano per cambiare il modo in cui gli amer- icani pensano e consumano il cibo. Nel 2015 hanno fondato la Culinary Heritage Foundation. Incoraggiando il movimento dello Slow Food, sperano di dirottare gli americani dal cibo veloce, e di riportarli verso una cultura che valuta la condivi- sione dei pasti sani, salubri, attorno alla tavola da pranzo. Il loro scopo è insegnare gli ameri- cani come cucinare e come man- giare sano condividendo le ricette, ospitando officine culi- narie, e invitando persone a partecipare ai mercati dei colti- vatori. Quale è la prossima fermata del loro viaggio? Il paese di provenienza di Leila, Libano. Siccome l'acqua di rosa è usata comunemente nella cucina araba, loro raccoglieranno rose in una fattoria di rose, per poi distillare l'acqua di rosa con una nonna. Lei poi insegnerà la ricetta per il Mammoul, un dolce tradizionale libanese. "Andremo poi a lavo- rare ancora con i rifugiati siriani. Qualsiasi cosa per aumentare la consapevolezza su di loro, dare loro voce è davvero importante per noi" dice Leila Leila Elamine. I "Cacciatori di Ricetta" viaggiano in tutti i Paesi del mondo e documentano le ricette tradizionali attraver- so fotografia, scrittura e video. @TheRecipeHunters

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