L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-18-2017

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GIOVEDÌ 18 MAGGIO 2017 www.italoamericano.org 43 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT favoriti: il palleggio madridista ha bisogno di ritmi più rilassati rispetto a quelli che la Juve abi- tualmente concede, in più, la vocazione offensiva del Real, può prestare il fianco alla verti- calità iper-concreta degli schemi di Allegri. Quanto alla 'potenza di fuoco' iberica: una mediana e una difesa che hanno annichilito Messi, Suarez e Neymar posso- no sperare di fare altrettanto contro Bale (s e ci s arà), Benzema e Ronaldo. S ono piuttos to le lacune difens ive del Real a des tare preoccupazione: una retroguar- dia 'di spinta' saprà reggere la forza d'urto di Cuadrado, Dybala, Higuain e Mandzukic? I difensori del Real, che pure bril- lano per mezzi individuali, hanno spesso fatto registrare cali di concentrazione e poca com- pattezza. Zidane dovrà fare molta attenzione. Anche le statistiche 'strizzano l'occhio' alla J uve: nes s una squadra ha vinto per due volte di fila la Champions nel formato attuale e il Madrid, campione in carica, questo lo sa bene. Gli scontri diretti parlano di un equi- librio con 'tendenza' bianconera: 8 le vittorie italiane, 8 quelle spagnole, 2 i pareggi. Però è stata la Juventus a passare il turno in 4 occasioni su 6. Il fiore all'occhiello a favore d el M ad rid è la fin ale d i Champions del 1998, vinta con un gol di Mijatovic (una motiva- zione in più per l'orgoglio bian- conero). Tutto s cr itto, ins omma? Assolutamente no. Per quanto ci siano motivi di ottimismo più che fondati, la Juve non dovrà assolutamente dimenticare la strepitosa padronanza del gioco del Madrid (una mediana con Modric, Casemiro e Kroos può imbrigliare il gioco per 90'), né l'enorme bagaglio di esperienza degli Spagnoli o la tradizione 'mostruosa' del club iberico (decisamente più abituato a pal- coscenici del genere). Il calcio, infine, è uno degli sport meno prevedibili: bastano pochi centimetri, una deviazione sfortunata, un palo amico per passare dal trionfo alla dispera- zione e viceversa. La certezza resta una sola: a Cardiff si affronteranno le vere dominatrici della Champions, due squadre diverse ma ugual- mente forti. Chiunque sarà cam- pione, lo avrà meritato. Il Dna vincente di Porzio: record di trofei da Napoli alla nazionale canadese di Waterpolo Pino Porzio, dopo le tante vittorie nella pallanuoto giocata, ha una carriera di successo anche da allenatore A lla fine è andata come tutti ipotizzavano: la Juventus ha liquidato il Monaco, mentre il Real Madrid, con qual- che apprensione in più, si è sba- razzato dei 'cugini' dell'Atletico. A Cardiff, il 3 giugno, la finale di Champions League sarà tra i Bianconeri di A llegri e i Merengues di Zidane. Giusto così. Juventus e Real Madrid sono state le due squadre più forti di tutto il torneo: la Vecchia Signora non ha mai perso e, in tutto il torneo, ha subito solo 3 reti. Il Madrid - che nel complesso ha dovuto affron- tare avversari di caratura supe- riore, ma è stato anche piuttosto fortunato in episodi chiave - ha invece perso una sola partita e ha messo a segno la bellezza di 32 gol. Le due squadre, già da questi pochi numeri, si confermano agli antipodi: Allegri ha costruito una vera e propria corazzata, in grado di inibire anche l'attacco più prolifico (ne sa qualcosa il Barcellona, lasciato a secco nel doppio confronto); Zidane si giova dell'elevatissima capacità offensiva delle sue stelle (in par- Juventus in finale di Champions con il Real Madrid ticolare di quella di un Cristiano Ronaldo sempre più attaccante puro). A ttacco co ntro difes a? M us coli con tro tecnica? Organizzazione contro estro? In qualche modo sì, ma attenzione a sottovalutare il talento della Juventus. Mai come quest'anno, infatti, a Torino sono stati in grado di abbinare i 'marchi di fabbrica', costituiti da atletismo e tatticismo, con un'iniezione di talento (l'esplosione di Dybala, le geometrie di Pjanic, la rigene- razione di Dani Alves) che ha conferito per davvero alla Juve la tanto agognata dimensione euro- pea. Certo, nel complesso ci sarà sempre da pagare dazio al pal- leggio madridis ta, ma i Merengues sanno bene di dover temere la compattezza e la con- cretezza dei Bianconeri. Tradizionalmente, specie su questi palcoscenici, quando il livello di talento è in fin dei conti simile, l'ago della bilancia pende a favore di chi è 'più squadra' e, in questo senso, a Torino hanno di che star tranquilli. Un'analisi razionale può sug- gerire che i Bianconeri siano Continua da pagina 42 napoletano, in due anni, ha con- quistato uno scudetto (2004) ed una Coppa dei Campioni (2005). Il suo talento e la sua capacità di leadership sono state subito notate dalla Pro Recco, la più blasonata e titolata società di pal- lanuoto al mondo. Negli otto anni di guida tecni- ca alla Pro Recco, Porzio ha fatto man bassa di trofei: otto scudetti (proprio come quelli vinti da atleta con il Posillipo), quattro Champions League, tre Supercoppe Len, una Adriatic League e sette Coppe Italia. D alla s cors a es tate P ino P orzio è l' allenatore della Carpisa Yamamay Acquachiara, società giovane ed emergente, presieduta dalla nipote Chiara e fondata nel 1997 dal fratello Franco, con cui Pino ha sempre giocato vincendo tutto. Non solo, dal 2015 è anche l'head coach della nazionale canadese di pal- lanuoto con cui, recentemente, ha strappato il pass qualificazio- ne ai prossimi mondiali di palla- nuoto in programma a Budapest il prossimo luglio. Quando si dice Dna vincente. il ritorno, stavolta da guida tec- nica, al Posillipo, club nel quale è nato e cresciuto. Con il circolo vincendo i primi due 'tituli' inter- nazionali da tecnico (Coppa Comen, 2002 e 2003). Nel 2004 fare la vecchia e cara 'gavetta'. Dopo aver guidato il Bogliasco è arrivato all'Ortigia di Siracusa N ell'ambiente della palla- nuoto è ch iamato lo "Special One", proprio come il più famoso allenatore di calcio José Mourinho che però, a differenza sua, ha vinto la metà delle volte. Stiamo parlando di Giuseppe (Pino) Porzio, uno degli sportivi più vincenti di tutti i tempi. Porzio, dopo aver conquistato 18 trofei nella sua personale car- riera da giocatore con le calottine di Posillipo e Settebello, ha deci- so di intraprendere la carriera da allenatore incrementando ulte- riormente i suoi successi. Nel '97 ha detto addio alla pallanuoto giocata ed è approda- to s ulla panchina della Rari Nantes Salerno, squadra di Serie B, sfiorando la promozione dopo solo un anno. Non è stato mai abituato ad avere regali dalla vita e, così, a differenza di tanti altri tecnici che vengono "gettati nella mischia" con la possibilità, dopo aver smesso di giocare, di poter allenare calcando palcoscenici prestigiosi, Porzio ha deciso di GIANLUCA LEO Il tecnico della Juventus Massimiliano Allegri

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