L'Italo-Americano

http://italoamericanodigital.uberflip.com/i/831558-italoamericano-digital-6-15-2017

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/837066

Contents of this Issue

Navigation

Page 18 of 43

GIOVEDÌ 15 GIUGNO 2017 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | C on il maggior numero di siti patrimonio mondiale dell'UNESCO rispetto a qualsiasi altro paese del mondo, e una storia che copre millenni dal- l'antico Impero Romano attraver- so l'arte rinascimentale di Michelangelo e fino al mondo del teatro lirico, preservare la cultura storica d'Italia è un affare che costa. Il problema è che, nonostante i milioni di turisti che la visitano ogni anno, il Ministero della Cultura d'Italia non ha abbastanza soldi per evitare che la sua archeologia, l'architettura e i tesori artistici si riducano in polvere. Ora si sono fatte avanti famose case di moda italiane, i nuovi filantropi del paese con grandi disponibilità finanziarie. Quali stilisti finanziano questi fondamentali restauri e ristrutturazioni e per- ché? Se vi è capitato di prendere il vaporetto lungo il Canal Grande di Venezia all'inizio dell'anno scorso, avrete visto il glorioso ponte di Rialto, di quattrocento anni fa, avvolto nei ponteggi. Stava subendo un intervento di pulizia davvero necessario e un restauro per riparare i danni che i milioni di turisti che lo calpes- tano avevano lasciato nel corso degli anni. Tre imprese edili e 24 conservatori hanno lavorato sul ponte per 18 mesi per riparare, ripavimentare e rinforzare la struttura antica per altri 400 anni. Quel tipo di lavoro non è stato tuttavia economico. Il conto finale è arrivato ad un enorme cifra di 3,4 milioni di euro ($ 3,8 milioni), ma il Comune di Venezia non aveva a dispo- sizione quel tipo di somma. Fortunatamente, la società vene- ta di moda OTB, Only The Brave, ha fatto una donazione di 5 milioni di euro (5,6 milioni di dollari) per coprire abbondante- mente la spesa. OTB è gestita da Renzo Rosso, fondatore del marchio Diesel, ed anche, tra l'altro, capogruppo della Maison Martin Margiela e Viktor & Rolf. Hanno spiegato che la donazione è stata fatta per contribuire a sal- vare lo storico ponte per le gen- erazioni future, perché la società ha sede in Veneto e anche perché Rosso ha un legame personale con la città, avendo studiato lì da universitario. È certamente un gesto onorevole da fare e che si inserisce facilmente nella politi- ca di responsabilità sociale di una società. Ma la donazione non è stata senza controversie. In un apparente scambio quid pro quo per la sua generosità, Diesel è stato autorizzato a porre enormi coperture pubblicitarie sul Ponte di Rialto per la durata del restauro di 18 mesi. Alcuni cittadini e visitatori sono stati sconvolti da quello che hanno visto come una profanazione dello storico arco di marmo e hanno accusato la compagnia di mettere in scena un grande strat- agemma pubblicitario, anche se costoso. Ma molti altri si sono uniti al Consiglio veneziano per accogliere pragmaticamente il contributo vedendolo come una soluzione win-win per entrambe le parti e un passo essenziale per preservare il celebre ponte della città. Una seconda città che si è riv- olta al mondo della moda e del commercio per colmare i buchi di denaro pubblico è Roma, dove il conto per il restauro del suo patrimonio monumentale ammonta a molti, molti, milioni. Una delle prime aziende che hanno risposto alla richiesta d'aiuto è stata Tod's, un marchio di scarpe che ha staccato un mas- siccio assegno da 25 milioni di euro ( $28 milioni) per un prog- etto multifase per pulire e ripristinare l'antico Colosseo romano prima di aggiungere un centro per i visitatori e ricostru- ire il palcoscenico. La prima fase è stata completata l'estate scorsa quando l'esterno nuovamente ripulito è stato rivelato con un concerto vip. Decenni di fumi di scarico, sporcizia e sudiciume sono stati rimossi da un team di conservatori che hanno usato mini scalpelli per rivelare il rosa pallido della pietra di marmo travertino. E la città sta attenta a mantenere il lifting, impedendo al traffico di guidare attorno all'arena, nel tentativo di non annullare tutto il buon lavoro. Un altro è stato Bulgari, gioielleria di lusso e società di borse che si è fatta avanti con 1,5 milioni di euro (1,7 milioni di dollari) per finanziare lo scrupoloso restauro della Scalinata di Piazza di Spagna in città. Ottanta restauratori e arti- giani hanno lavorato con preci- sione quasi chirurgica per togliere la sporcizia, le gomme da masticare e le macchie da circa 32.000 metri quadrati di pietra di travertino, mattoni e marmi. Il lavoro d'amore ha richiesto un anno per essere por- tato a termine spingendo Paolo Bulgari, presidente della omoni- ma casa di moda, a chiedere che i gradini venissero chiusi di notte o addirittura l'accesso fosse total- mente limitato per impedire a turisti distratti di annullare tutto il duro lavoro. Fortunatamente il sindaco di Roma ha rifiutato e la scala ancora collega Piazza di Spagna con l'incantevole chiesa rinascimentale del XVI secolo, di Trinità dei Monti. E poi c'è Fendi, stilista di borse di fascia alta e casa di moda, che ha tirato fuori 2,6 mil- ioni di euro ($3.2 milioni) per pagare la difficile manutenzione della Fontana di Trevi dopo che un grosso pezzo di pietra era caduto dalla parte anteriore. L'attività familiare ha ripagato così la città dove loro e la loro compagnia sono nati, il loro restauro è stato un fenomenale successo che ha riportato la fontana a brillare e risplendere nel sole italiano. E Roma ha rim- borsato la loro generosità perme- ttendo una sfilata di moda sulla fontana, unica nella storia, per il 90° compleanno dell'azienda che ha visto Kendall Jenner e Bella Hadid librarsi sull'acqua nelle creazioni da favola di Karl Lagerfeld. Ancora una volta un'altra soluzione win-win. Come OTB a Venezia, Fendi sta investendo nella città che considera casa dal 1925 e questo è un tema che attraversa gran parte dei finanziamenti della moda. Così, oltre a questi colossi leader di stile, molti altri hanno risposto alla chiamata all'azione del ministro della Cultura Dario Franceschini per aiutare le loro città natali. A Milano, Prada e Versace hanno impegnato 3 milioni di euro per l'accurata ripulitura della Galleria Vittorio Emanuele II, sede della prima boutique di Prada dal 1913. Gucci ha promesso 2 milioni di euro per il lavoro sui Giardini di Boboli di Firenze, famosi nel mondo, dietro Palazzo Pitti. E proprio dall'altra parte del fiume, per rin- novare la famosa galleria degli Uffizi di Firenze, è stato promes- so un bonus di 600.000 euro da Salvatore Ferragamo. Ma l'azienda che probabil- mente ha fatto il massimo per la sua città natale è Brunello Cucinelli, il brand di lusso del cachemire che non sta solo ristrutturando un singolo edifi- cio, ma l'intero paese dove ha la sua sede. Sfruttando la possibil- ità di creare un luogo d'ispi- razione e aspirazione e uno stile di vita ideale per i suoi dipen- denti, Cucinelli ha acquistato il borgo medievale di Solomeo in Umbria alla fine degli anni '80 e ha avviato i lavori di restauro per costruire un centro d'eccellenza artigianale. Per lo stilista non si tratta solo di orgoglio civico, ma anche di nutrire talenti e di creare un modo più umano di vivere e lavorare insieme come una comunità a cui tutti con- tribuiscono. Tornando al mondo del com- mercio, non ci si allontana dal fatto che il valore PR di finanziare un importante sito di eredità culturale sia enorme ed è probabile che i marchi avranno anche vantaggi di marketing. Non fa male lasciare una targa per ricordare alla gente la tua generosità. Ma se la gente del posto non si oppone e il governo lo incoraggia attivamente con generose detassazioni fiscali per i vantaggiosi filantropi, perché dovremmo obiettare? Si potrebbe addirittura sostenere che ci siano poche differenze tra i Gucci o i Versace di oggi e i Medici o i Papi del Rinascimento che hanno sponsorizzato, sovvenzionato e sostenuto l'arte e l'architettura stanziando milioni durante le loro vite. Forse se ne hai davvero di milioni, dovresti ostentarli e farne buon uso. In ultima analisi, se si tratta di responsabilità sociale aziendale, dovere civico, altruismo, rep- utazione del brand o di una chiara manovra di marketing quel che fa sì che la moda paghi il conto del restauro del patrimo- nio, non si scappa dal fatto che l'Italia ha disperatamente bisog- no della setosa disponibilità finanziaria dell'haute-couture visto che le casse del governo sono vuote. E sebbene le aziende hanno finora destinato un valore stimato di circa 100 milioni di euro ($ 112 milioni) alla causa del patrimonio, è solo una picco- la goccia in un enorme oceano di finanziamenti che è necessario per fermare il decadimento. Fortunatamente, dove va la moda italiana, il resto del mondo la segue con i più recenti donatori provenienti da una società tessile giapponese e da un'azienda inter- nazionale di telecomunicazioni. Speriamo che sia davvero una tendenza alla moda che duri per sempre. Bulgari si è fatta avanti con 1,5 milioni di euro per finanziare lo scrupoloso restauro della Scalinata di Piazza di Spagna GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO 19 Salvare i monumenti italiani con una borsa di marca alla volta

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - http://italoamericanodigital.uberflip.com/i/831558-italoamericano-digital-6-15-2017