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GIOVEDÌ 29 GIUGNO 2017 www.italoamericano.org 37 Primitivo: cosa c'è in un nome chero di aumentare naturalmente. Poiché è una tendenza naturale delle uve di Primitivo quella di accumulare facilmente gli zuc- cheri, un vino Primitivo raccolto peso e la consistenza dell' Amarone di Valpolicella. Nelle annate assaporate, 2010 e 2013, i vini hanno alcol al 16,5% e zucchero residuo al 2%. M entre il suo nome evoca immagini di rusticità primitiva, il Primitivo, uno dei dieci vitigni più coltivati in Italia, può produrre vini pieni e armoniosi e, con il tempo, dalla texture vellutata. Una delle primissime uve ita- liane da maturazione, il Primitivo vede derivare il suo nome rispet- tivamente dai termini latini e ita- liani primativus e primaticcio, parole che descrivono la sua ten- denza alla maturazione precoce. In Puglia, la sua patria italiana, il Primitivo viene raccolto già nel mese di agosto. Aver raggiunto il consenso sull'origine del Primitivo non è stato così facile come dargli un nome. Soprattutto perché è emer- so che i test genetici hanno dimo- strato che c'era Primitivo italiano sia nello Zinfandel della California che nel Tribidrag della Croazia. Gli italiani hanno assun- to la posizione che la varietà è arrivata in Italia attraverso coloni greci o commercianti fenici (l'ori- gine è fornita dal sito del Consorzio Primitivo). Nella spe- ranza di rivendicare un figlio nativo, alcuni qui negli Stati Uniti hanno sostenuto che lo Zinfandel della California fosse una specie autoctona. Dar fiducia a quella idea sarebbe comunque difficile. La Vitis vinifera non è nativa del Nord America. Il Primitivo, però, è stato anche dimostrato essere un genitore del Plavac Mali, Croazia. In Italia il Primitivo è coltiva- to quasi interamente in Puglia. Due biotipi principali, Primitivo di Gioia del Colle (provincia di Bari) e Primitivo di Manduria (provincia di Taranto) fanno vini alcolici con aromi e sapori di ciliegia rossa, prugna e fragola. Spesso, note di tabacco e di erbe saporite aumentano la comples- sità. I vini di Gioia del Colle, nel confronto, possono mostrare leg- gerezza, verve e raffinati tannini rispetto ai vini di Manduria che, da parte loro, tendono verso una maggiore maturazione e a vigore in bocca. In entrambi i casi, quan- do non è ben fatto, il Primitivo può perdere il suo gusto nel pas- saggio ad una percentuale elevata e squilibrata di alcool. È interessante notare che un tipo di Primitivo dalla raccolta tardiva, realizzato dal produttore Attanasio, è recentemente entrato nel mio radar di degustazione. Da vigneti situati lungo la penisola salentina della Puglia, Carlo Attanasio imbottiglia il suo rac- colto tardivo con l'appassimento in vigna, vale a dire asciugando parzialmente l'uva sulla vite. L'idea è che i nutrienti conti- nuino a nutrire le uve del Primitivo mentre si trovano sulla vite, permettendo ai livelli di zuc- tardi sembra una conclusione piuttosto ovvia del corso della natura. Il risultato dello sforzo di Attanasio è un vino voluttuoso che ritengo ricordi il profilo, il Secondo Attanasio, lo stile molto maturo del raccolto tardivo tra- smette in modo più preciso il vero messaggio e la natura del Primitivo e permette di sviluppa- re una complessità più profonda. Dopo aver degustato i vini, è dif- ficile non essere d'accordo. In ogni annata, i vini risolvono l'al- col più elevato e lo zucchero resi- duo del loro stile molto maturo, con un maggiore equilibrio e armonia rispetto a molti vini Primitivo con alcol/livelli di zuc- chero residuo più moderati. È un peccato che un vino come quello della vendemmia tardiva del Primitivo di Attanasio debba affrontare un percorso in salita sul mercato. Per dirlo chia- ramente, il mainstream della stampa enologica per anni ha così demonizzato il residuo di zucche- ro nel vino (associandolo con un vino poco costoso, fatto male), che i potenziali consumatori oggi reagiscono negativamente al solo menzionarlo. Dovete indubbia- mente sciacquare la mente da tali sciocchezze. Il vino non ha biso- gno di diventare secco come un osso per essere "buono". Quello che è importante è che lo zucche- ro residuo (o percentuale di alcool, per quella materia) sia in equilibrio con gli altri componen- ti del vino. Alla fine, si tratta di armonia, equilibrio ed emozione. Ci sono vini meravigliosa- mente unici ed emozionanti là fuori. Ognuno può scoprirli. Ma apprezzare il loro spessore e i loro piaceri può richiedere una mente aperta. Non possiamo ren- derci uguali a qualcosa che non siamo. Ma, educarci in modo tale da capire il motivo per cui un vino è in un modo, perché un produttore ha fatto un vino parti- colare in un certo modo, può dare una preziosa prospettiva. Prospettiva che, infatti, può illu- minare nella rivalutazione di altri vini, cioè le nostre preferenze e/o le cose che non ci piacciono, l'im- portanza della tradizione, l'impat- to su altri produttori, ecc. Detto altrimenti, per capire le gioie di un ottimo hamburger, a volte ci si deve liberare da un eccesso di miopia nell'apprezzare l'hot dog. Attanasio Primitivo Raccolta tardiva, Salento IGT Colore rubino intenso. Aromi e sapori di frutta rossa matura, prugna, uva passa, accenno di buccia d'arancia. Struttura vellu- tata, lussureggiante e voluttuosa in bocca, un semi-palato di qua- lità quasi portuale, note di spezie e polvere di cacao nel finale. Un ottimo vino da tavola o medita- zione. Si accoppia con piatti a base di carne, carni alla brace, stufati, formaggi stagionati, dolci secchi. Gladiator Wine Imports, NY, NY. VINO NEWS RECENSIONI TENDENZE Nella speranza di rivendicare un figlio nativo, alcuni qui negli Stati Uniti hanno sostenuto che lo Zinfandel della California fosse una specie autoctona È interessante notare che un tipo di Primitivo dalla raccolta tardiva, realizzato dal produttore Attanasio, è recentemente entrato nel mio radar di degustazione L'Italo-Americano IN ITALIANO |