L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-13-2017

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www.italoamericano.org 15 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 13 LUGLIO 2017 A lessia Botturi è nata in un villaggio vicino a Milano, capoluogo della Lombardia. È cresciuta nella campagna che si estende tra Mantova e l'area geografica chia- mata "Brianza", ai piedi delle Alpi. Forse, non è un caso che Alessia sia cresciuta nello stesso paesaggio idilliaco di Virgilio, uno dei più grandi poeti latini del- l'antica Roma. Come la maggior parte dei ragazzi italiani, molto presto nella vita, Alessia ha assaporato l'"ambrosia", che sicuramente era tenuta in grande considerazione nell'antichità. Infatti, il nettare rosso non poteva mancare nei banchetti degli dei greci, oltre ad essere estremamente apprezzato dai Romani, che consideravano il vino una necessità quotidiana, e lo trasformarono in una bevanda "democratica" e onnipresente. In ogni caso, l'amaro e il secco dei vini non sono abitudine popo- lare tra i bambini italiani, più di quanto non lo sia in altri Paesi. Tuttavia, Alessia, che ha ricevuto la sua educazione in un ambiente degno delle Bucoliche, ha iniziato a raffinare il suo palato sorseg- giando Lambrusco, il vino rosso schiumoso e semi-spumante, le cui uve "vitis labrusca" furono celebrate dallo stesso Virgilio nel suo poema bucolico numero cin- que. Successivamente, punto di riferimento essenziale nell'istru- zione enologica di Alessia si è avuto quando ha conosciuto i Caprai, una famiglia umbra che produce uno squisito Sagrantino di Montefalco. Ha poi ulterior- mente ampliato la sua conoscenza del cibo e del vino viaggiando molto all'estero. Nel 2006, Alessia Botturi ha messo radici nella zona di Los Angeles, che è diventata il suo "locus amoenus". Da allora, ha condiviso la sua esperienza vini- cola con persone desiderose di affinare il loro senso dell'odorato e di migliorare la loro capacità di distinguere vini buoni da vini cat- tivi. A che età ha iniziato a bere vino e come definirebbe il con- tributo della sua famiglia alla sua educazione al cibo e al vino? In Italia, il vino è così parte della cultura che è difficile dire quando ho cominciato a bere. Per quanto mi ricordo, quando avevo 5 o 6 anni, mia nonna aveva alcu- ni ospiti e quando se ne sono andati, ho sorseggiato tutto il vino rosso rimasto nei loro bicchieri. Fu un momento simpatico e la mia famiglia ne fu divertita! Ricordo che era normale avere una piccola goccia di vino rosso con l'acqua, solo per darle colore, e poi il bicchiere diventava metà e metà fino a quando si diventava abbastanza grandi per avere due bicchieri sul tavolo: uno per l'ac- qua e uno per il vino. Poiché il vino è parte del pasto, è sempre stato parte della mia vita e della mia cultura. Conoscerlo, significa apprezzare meglio e comprendere tutti i diversi livelli e la complessità che ha una bottiglia di vino. A volte, come vediamo, negli Stati Uniti gli italiani sono ami- chevolmente presi in giro per lasciar bere i bambini in età precoce. Secondo lei, quali sono i pro e i contro di una mentalità proibizionista? Il fatto che nella cultura italia- na il vino sia accettato come parte di un pasto e come parte della nostra cultura è estremamente importante per lo sviluppo degli adolescenti in adulti. Così come è accettato come parte della nostra vita quotidiana, è raro vedere un'eccessiva indulgenza o un abuso. Al contrario, quando il consu- mo di alcol è proibito fino ai 21 anni, è molto facile poi abusarne. Se si inizia a bere in giovane età, si impara come regolare il passo e quando dire "stop". Se devi impa- rare tutto a 21 anni, non sai come regolare la velocità. Inoltre, perdi gran parte del piacere di abbinare cibo e vino. C'è stato un momento specifi- co in cui ha deciso di seguire una carriera legata al vino nella California del Sud? O la sua decisione è stata piuttosto il risul- tato di un processo graduale? Quali sono i passi necessari per diventare un sommelier certifica- to AIS, Associazione Italiana Sommelier? La mia grande passione per il vino di qualità è iniziata durante i miei anni universitari, quando lavoravo in un ristorante. Quella è stata la prima volta che ho cono- sciuto vini costosi e ho iniziato a imparare la differenza. I miei studi poi mi hanno portato a una carriera diversa, fino a quando, pochi anni dopo, ho deciso di fare un corso da Sommelier. Per diventare sommelier certi- ficato AIS, devi passare attraverso i 3 livelli del corso, quindi fare un esame che consta di due parti, esame scritto e orale. È un pro- gramma molto serio e impegnati- vo. Quello che è iniziato come un hobby, alla fine è diventato una professione quando mi sono tra- sferita a Los Angeles. E' stato un passo naturale cercare un posto di lavoro nel settore del vino e final- mente ho potuto combinare la mia passione con la mia professione. Qual è stato il suo ambienta- mento a Los Angeles? All'inizio non mi è piaciuto. Lo stile di vita era troppo diverso dall'Europa. Per diversi anni mi mancava camminare invece di guidare ovunque. Adesso mi piace vivere qui e non voglio vivere in nessun altro posto. Inoltre, quando sono venuta qui 11 anni fa, c'erano poche occasioni per i vini italiani e il cibo italiano, ora puoi trovare tutto quello che vuoi. Nel 2007, ha tradotto dall'i- taliano all'inglese il libro del corso, Food & Wine, che viene utilizzato come una sorta di "bibbia" dell'insegnamento per corsi e seminari tenuti dall'asso- ciazione AIS in California. Può parlarcene? La traduzione del libro è stata determinante per l'espansione dell'AIS in California. Senza quel libro non sarebbe stato possibile fare un corso completo da som- melier in inglese. Quando mi sono trasferita a Los Angeles nel 2009, l'AIS California c'era già, ma teneva solo un corso completo da som- melier in italiano. A questo si aggiunga che allora AIS era un ramo dell'Associazione Italiana Sommelier negli Stati Uniti, da cui dipendeva per l'intera organiz- zazione e gestione. Una volta che sono stata coinvolta, ho contribui- to a sviluppare l'Associazione e a creare una vita attiva dei membri. E' anche il fondatore dell'or- ganizzazione educativa North American Sommelier Association (NASA). Perché ha sentito la necessità di una tale organizzazio- ne? Qual è la sua missione? NASA ha iniziato dove AIS finiva. Era arrivato il momento di tagliare il nostro cordone ombeli- cale dall'Italia e di fondare una nuova Associazione Sommelier con regole proprie e finanziaria- mente indipendente. NASA è stata in grado di adottare i curricu- la dell'Associazione Italiana Sommelier, sviluppati in oltre 60 anni di studi, e di muoversi su una scala più ampia perché a quel punto tutti i libri sono stati tradotti in inglese. NASA è stata l'unica associa- zione responsabile dell'insegna- mento dei vini italiani a livello professionale in tutti gli Stati Sommelier A.I.S. a Los Angeles: intervista a Alessia Botturi Uniti, con il nostro "Corso di spe- cialisti del vino italiano". Inoltre siamo stati i primi a promuovere una vita sociale e una rete tra i nostri membri e sommeliers. Ho lasciato NASA all'inizio di quest'anno, dopo diversi anni di grandi successi. So che la loro missione è continuare a promuo- vere corsi di qualità. Attualmente, è specialista di lusso per Ste. Michelle Wine Estates. Di cosa si tratta? Attualmente occupo la posi- zione di specialista di lusso per Ste. Michelle Wine Estates. Nel mio portfoglio ho alcune delle migliori cantine della costa occi- dentale insieme ad Antinori, uno dei migliori produttori italiani e ad alcuni ottimi Champagne. Il mio ruolo è quello di espan- dere e sviluppare un elenco di clienti di lusso. È un ottimo lavo- ro che mi permette di entrare in contatto con i vini di tutto il mondo al livello più alto. Per concludere, a cosa sta lavorando adesso e come si pre- sentano le sue tipiche attività quotidiane? Il mio ruolo di specialista di lusso è piuttosto nuovo, quindi sto attualmente lavorando per farlo crescere. Tipicamente, nella mia settimana, ho poco tempo d'ufficio poiché la maggior parte del tempo è speso con i miei clienti. Faccio anche molti corsi di formazione e cene di vino. Sto anche studiando per arric- chire la mia conoscenza dei vini nazionali, perché la mia specialità è stata per molti anni legata ai vini italiani. Alessia Botturi, sommelier A.I.S. a Los Angeles SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO

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