L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-13-2017

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/848923

Contents of this Issue

Navigation

Page 26 of 43

GIOVEDÌ 13 LUGLIO 2017 www.italoamericano.org 27 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Le splendide vite professionali della professoressa emerita Marga Cottino-Jones La copertina del libro "Women, Desire, and Power in Italian Cinema" (Italian and Italian American Studies), di Marga Cottino-Jones LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES A vete mai visto in spiaggia un granchio eremita che cambia la sua "casa"? È uno spettacolo molto raro allo stato selvatico, in parte perché è per lo più un animale notturno. In ogni caso, potreste aver visto quel fenomenale crostaceo in un acquario, passare da una conchiglia all'altra, perché è cresciuto di dimensioni e ha bisogno di portare sulle spalle una casa più grande. Allo stesso modo, Marga Cottino-Jones, professoressa emerita al Dipartimento d'Italiano della Ucla, ha ripetutamente mod- ificato le sue specializzazioni durante la sua carriera accademi- ca, passando dalla Letteratura inglese, attraverso i Classici americani e, poi ancora una volta, alla Cultura italiana medievale e rinascimentale, campo in cui è diventata una delle maggiori esperti di Boccaccio negli Stati Uniti, co-dirigendo l'American Boccaccio Association a metà anni '70. Alla fine, ha contribuito a riconfigurare i corsi di studi cine- matografici, all'interno del Dipartimento di Italiano della Ucla, e ha scritto un libro, Women, Desire, and Power in Italian Cinema, che ha attenta- mente valutato la condizione fem- minile nel cinema e nella società italiana nel corso del ventesimo secolo, modernizzando un affasci- nante capitolo della nostra storia e portando la barra davvero in alto per chiunque intenda trattare l'ar- gomento in futuro. Qual è il suo background culturale in termini di studi e cosa l'ha portata in primo luogo alla cultura italiana, in partico- lare alla letteratura e al cine- ma? Dopo aver conseguito un dot- torato in Lettere Moderne presso l'Università di Torino, la mia città natale, con una specializ- zazione in Letteratura inglese, ho seguito i consigli del mio mentore e sono venuta negli Stati Uniti alla fine degli anni '50 per studi- are Letteratura americana con il professor M.R. Davis, uno spe- cialista nei classici americani, presso l'Università di Washington a Seattle. Lui ha mostrato interesse per il mio curriculum e il Dipartimento di Inglese mi ha ammesso al programma di laurea, offrendomi un Assistentato di Insegnamento per insegnare francese e italiano nel loro vicino Dipartimento di Lingue Romanze. A quel punto, ho anche fatto domanda per altre borse che il Dipartimento mi ha suggerito e mi è stata assegnata una borsa Fulbright e una borsa American Business and Professional Women che mi hanno assicurato una buona assistenza finanziaria mentre lavoravo per il mio dot- torato all'Università di Washington. In pochi trimestri, ho soddis- fatto i requisiti del corso per un M.A. in Letteratura americana, e dopo aver completato gli esami, ho iniziato a scrivere la mia tesi di M.A su "The Marble Fawn" di Hawthorne. Come ha finito per inseg- nare al Dipartimento di Italiano della Ucla? Attraverso il mio insegnamen- to nel Dipartimento di Lingue Romanze, ero a conoscenza di quanto poco i miei studenti amer- icani sapessero del grande patri- monio umanistico che la cultura italiana medievale e rinascimen- tale aveva fornito allo sviluppo della civiltà occidentale e che era stata una parte così importante della mia educazione. Quindi, ho affrontato un vero dilemma: continuare i miei studi nel Dipartimento di Inglese e tornare in Italia con un dottorato in Letteratura americana per essere pronta a presentare doman- da per una delle nuove cattedre in quel settore, come avevo pro- grammato prima, o rimanere negli Stati Uniti e insegnare cultura medievale e rinascimentale ital- iana agli studenti universitari americani che avevano veramente bisogno di una simile esperienza di apprendimento per migliorare la loro vita e la loro comprensione del mondo attorno a loro? Nel frattempo ho incontrato un giovane compagno di studi ameri- cano, la cui conoscenza della cul- tura italiana era povera quanto quella dei miei studenti, ma che era stato in Italia durante il servizio militare nella Marina ed era rimasto affascinato dalla pro- fondità e dalla ricchezza della cul- tura italiana e del suo passato storico. Pertanto mi ha incorag- giato a rimanere negli Stati Uniti, a sposarlo e a insegnare qui. E' stato molto convincente! Così ho cambiato i dipartimen- ti e ho conseguito un dottorato di ricerca in Lingue romanze spe- cializzandomi in studi italiani medievali e rinascimentali con una tesi sul Decameron di Boccaccio e mi sono trasferita in California con mio marito e una figlia di un anno. E' stata tra i primi tre vicepresidenti della American Boccaccio Association, a metà degli anni '70. Cosa ha signifi- cato quel capitolo della sua vita? Boccaccio divenne così l'argo- mento di un paio di altri miei libri, mentre ero stata presa in considerazione per un posto da professore associato e la presiden- za del Dipartimento di Italiano alla Ucla, dove in seguito ho organizzato il Simposio Internazionale per festeggiare il centenario della nascita di Boccaccio, un evento che ha atti- rato l'attenzione su tutto il mondo medievale. Di conseguenza mi fu chiesto di entrare a far parte della American Boccaccio Association, che più tardi è passata sotto la guida illuminata di alcuni miei ex studenti della Ucla, come Elissa Weaver e Pier Massimo Forni. A quel tempo, oltre a pre- siedere il mio dipartimento, ero coinvolta anche in altri program- mi del campus, come il Programma di Studi delle Donne, gli Studi Comparati e i Programmi Folkloristici, ed era difficile per me trovare tempo per altre attività al di fuori del cam- pus. Inizia il suo libro, Women, Desire, and Power in Italian Cinema (2010), con un inciso della diva italiana Monica Vitti, con le sue considerazioni sul ruolo passivo delle donne nel cinema italiano. Potrebbe spie- gare l'influenza esercitata dal "divismo" nel costruire l'im- magine delle donne solamente come begli oggetti da guardare? A metà anni '70 ero stata anche coinvolta nella ristrut- turazione e modernizzazione del nostro corso di primo livello di cinema, nonché nell'organiz- zazione di una nuova classe di laurea di studi cinematografici che in seguito mi aiutarono a ideare il mio recente libro Women, Desire and Power in Italian Cinema. Mi interessavano gli studi cin- ematografici, per quello che pen- savo fosse la mia missione nella vita, cioè la mia convinzione che il mio insegnamento della cultura italiana e dei suoi preziosi con- cetti e manufatti, avrebbe giovato e illuminato la vita dei miei stu- denti e affinato la loro compren- sione della complessità della vita e dei rapporti umani. Ho sempre cercato di trovare strumenti effi- caci per aumentare l'interesse degli studenti verso l'apprendi- mento. Gli effetti visivi che il cin- ema offre sono molto utili in tutti i tipi di situazioni di apprendi- mento. Per quanto riguarda il libro in esame, dalla ricerca sulle donne nella società italiana e nel cinema che ho accumulato negli anni, posso dire che c'è stata una lenta ma costante acquisizione di con- sapevolezza dell'infelicità della loro condizione sia nella società italiana che nel cinema italiano, a cominciare dal movimento neore- alistico degli anni '40 e '50, soprattutto nei film di Rossellini e Pietrangeli. Il cinema fascista aveva eroga- to con forza il tipico messaggio fascista dell'importanza della virilità / autorità maschile e della sottomissione sessuale femminile, o della mera funzione materna. Niente può essere più evidente per la comprensione del "divis- mo" e del ruolo sociale delle donne, esclusivamente come begli oggetti di desiderio, che il modo in cui la telecamera si concentra ossessivamente sul bel corpo di Clara Calamai nei film fascisti. Immergendosi più profonda- mente nel suo libro, titola il suo primo capitolo "Cabiria". In che modo questo epico film muto italiano è così rilevante da occupare l'intero capitolo? Per quanto riguarda la mia scelta di dedicare il primo capito- lo del mio libro a Cabiria, il film muto è un capolavoro di tutti i tempi. Lo sostengo ancora! L'omonima bambina Cabiria mostra come le donne sono state viste nella società italiana per sec- oli. Lei è in realtà la forza che mette in moto tutto il film, come ogni donna in una famiglia è nor- malmente la forza che attiva la sua stessa famiglia. Eppure, una volta che l'azione è iniziata, Cabiria è lasciata sola sul pavimento come un oggetto inanimato, in un angolo della stanza, nascosto per bene, da non essere visto o sentito finché gli eroi maschi non tornano e iniziano una nuova azione coin- volgendo lei e un altro protettore affinchè si prenda cura di lei. Poi, non appena cresce, diven- ta oggetto di desiderio, sia un desiderio lecito sia un desiderio illecito, e ancora una volta contin- ua a mantenere il suo ruolo passi- vo, in quanto "altri" personaggi (maschi e femmine) agiscono per lei e si prendono cura di lei, come ci si aspetta sia curata ogni gio- vane ragazza in una società patri- arcale. Così Cabiria rappresenta bene la condizione delle donne nella società italiana, una donna la cui voce non è mai udita (nem- meno nei sottotitoli!!!) e che può essere vista soltanto se uno sguar- do maschile la guarda. Potrebbe riassumere, in un paragrafo o giù di lì, l'evoluzione delle donne nel cin- ema italiano, dagli anni '50 agli anni '60, '70, '80, fino agli anni '90? Questa condizione è stata spesso evidenziata negli anni '50 dai film della Commedia Italiana che hanno scelto di usare il ridi- colo per rappresentare l'ipocrita comportamento maschile e la megalomania. Questa lezione è stata ripetuta in forma più dram- matica in alcuni film dei grandi maestri del cinema italiano, come Antonioni, Fellini e Visconti e nei successivi film di registi comici come Benigni e Troisi. Michelangelo Antonioni, in particolare, è stato molto impor- tante nello studio delle relazioni maschili e femminili, mettendo in evidenza le debolezze maschili e indicandole direttamente come la causa della nevrosi e dell'alien- azione delle loro partner fem- minili.

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-7-13-2017