L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-27-2017

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GIOVEDÌ 27 LUGLIO 2017 www.italoamericano.org 27 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Liza Salvatore e il suo TerraBella Services per tutti gli appassionati di cose italiane TerraBella Services è una azienda di nicchia che organizza circa otto pro- grammi culturali immersivi all'anno LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES L iza Salvatore, fondatrice e capo del TerraBella Services di Santa Monica, è in grado di offrire un servizio sia alle persone della South California che desiderano immergersi nella cucina, nell'arte, nella storia, nella cultura italiana, sia ai residenti di Sant'Elia Fiumerapido - in provincia di Frosinone, nella parte meridionale della regione Lazio - in cerca di maggiori opportunità di lavoro. Ha anche ricoperto la carica di Vice Presidente della Santa Monica Sister City Association (SMSCA) ed è stata fondamen- tale nell'espansione di un pro- gramma di turismo sostenibile, avendo istituito un virtuoso gemellaggio tra la sua città natale Sant'Elia Fiumerapido, Cassino e Santa Monica. Ultima cosa ma non meno importante, Liza Salvatore ha pro- mosso con successo la cucina ital- iana e i prodotti italiani, come l'Olio Extra Vergine di Oliva. Infatti, tiene un programma annuale, "Raccolta delle olive, storia e cucina", che ripropone la tradizione millenaria della raccol- ta a mano delle olive, senza dimenticare la tradizione italiana dell'intrattenimento, come l'opera e la musica napoletana in mezzo agli uliveti. E' nata in Italia, ma è cresci- uta negli Usa. Che cosa ha por- tato a Los Angeles lei e la sua famiglia? Come si è ambientata rispetto allo stile di vita del Sud della California? Sono venuta negli Stati Uniti con i miei genitori quando avevo dieci anni. Ci siamo spostati dalla mia città natale Sant'Elia Fiumerapido, perché durante la seconda guerra mondiale era stata quasi completamente distrutta, quando gli alleati bombardarono la vicina e famosa Abbazia di Montecassino, usata dalle unità di artiglieria tedesche come punto di osservazione. Ci siamo prima trasferiti a Detroit, MI, dove c'era una grossa comunità italiana partita dalla mia zona, ma c'era un clima troppo caldo e umido in estate e troppo freddo in inverno, perciò ci siamo spostati in California meridionale, dove viveva mia zia. Poiché bambina di dieci anni, mi sono ambientata molto rapida- mente e ho parlato fluentemente inglese nel giro di sei mesi. Ho amato la California del Sud, con tutte le palme a perdita d'occhio. Inoltre, nel 1960, non era così congestionata e mi sembrava un paradiso in terra. Come le è sembrato il panorama alimentare di Los Angeles, sia in termini di offer- ta di prodotti che di ristoranti, quando lei e la sua famiglia vi siete trasferiti in California meridionale, a differenza di oggi? Non ricordo quali ristoranti ci fossero quando ci siamo trasferiti a L.A., perché ero ancora una bambina e non abbiamo mai mangiato fuori, ma ricordo che era molto più facile trovare prodotti italiani di qualità. Oggi, a Santa Monica, per quanto riguarda i prodotti italiani, esistono solo Bay Cities e Guidi Marcello Ltd., che è amato dai buongustai. Entrambi hanno molto successo e se dovessero aprire altre gastronomie italiane, sono sicura che avrebbero anche loro molto successo, perché i Californiani amano tutte le cose italiane. Parliamo ora della sua azien- da, Servizi TerraBella. Che cosa la rende unica? TerraBella Services è una azienda di nicchia che organizza circa otto programmi culturali immersivi all'anno. Si concentra sulla zona tra Roma e Ravello / Costiera Amalfitana, e i program- mi durano generalmente una setti- mana, anche se le lezioni full immersion di lingua durano due settimane. Tengo i prezzi estremamente bassi, perché il mio obiettivo è aiutare S. Elia a creare più posti di lavoro. Porto i partecipanti in un affascinante hotel relais a S. Elia. Incoraggio il leader del gruppo a trovare altri partecipanti, che guadagnano uno sconto sul prez- zo da pagare, creando coesione poiché tutti si conoscono. Il pro- gramma non è stressante perché faccio in modo che i partecipanti siano raccolti all'aeroporto FCO- Leonardo da Vinci di Roma e siano trasportati in tutte le escur- sioni con un mini-furgone Mercedes con un conducente di S. Elia. In questa città, più volte nel corso della settimana mangiamo in ristoranti, in cui le signore che cucinano e anche gli chef sono gente del posto. Quindi, posso dire che l'area ha beneficiato notevolmente dei miei tour di immersione culturale. È molto gratificante per me che tutto il profitto aiuti la città. Ho sponsorizzato un concorso di fiori per abbellire la città, offro borse di studio e insegno l'inglese alle persone del posto per accrescere la loro familiarità con la lingua dei partecipanti proveni- enti dagli Stati Uniti. Ho anche donato un bellissimo pannello "Welcome/Benvenuti" per l'ingresso a S. Elia in memo- ria di mio Padre Giuseppe Antonio Salvatore, che mi ha trasmesso il suo amore per questa città. Lei è vicepresidente per i programmi in Italia della Santa Monica Sister City Association (SMSCA) ed è responsabile della creazione di una relazione tra le città gemellate di Santa Monica, Sant'Elia Fiumerapido (in provincia di Frosinone, Lazio) e Cassino, Italia. Può spiegare? Il programma di gemellaggio è un'idea del presidente Dwight Eisenhower dopo la seconda guerra mondiale per creare ponti di amicizia tra le culture. Dal momento che ho vissuto una vita con la doppia cultura e ho potuto apprezzare il mio back- ground italiano tanto quanto la mentalità imprenditoriale ameri- cana, so che la relazione d'amore che sembra esserci tra la California meridionale e l'Italia e viceversa è un buon punto di partenza per lo scambio culturale e l'apprezzamento. La parte interessante del pro- gramma di gemellaggio tra Santa Monica e Sant'Elia-Cassino che ho creato è che inizialmente SMSCA voleva gemellarsi con una città in Toscana, perché la maggior parte degli americani vuole andare in Toscana, ma la mia motivazione era quella di creare un progetto turistico sostenibile a S.Elia per con- tribuire a creare posti di lavoro, per cui era necessario creare il rapporto di gemellaggio con la mia città natale. Tuttavia, la popo- lazione di Santa Monica è di circa 91.000 e quella di S. Elia è di circa 6.400, quindi hanno inizial- mente respinto la mia proposta. Io, allora, ho chiesto se potevo abbinare Cassino (40.000 abitan- ti) e S. Elia, per creare il gemel- laggio. Era qualcosa di molto insolito, ma dopo aver convinto i principali cittadini di Santa Monica, i membri dei club princi- pali, come il Rotary, i Lions, i Kiwanis, con un viaggio esplo- rativo di dieci giorni tra Roma e Ravello, il Consiglio di amminis- trazione della SMSCA lo ha approvato a condizione che io avrei operato come vicepresidente per i programmi per l'Italia. E' stato un grande successo, con presentazioni in biblioteche, tornei di calcio e scambi di del- egazioni. Di recente ho lasciato il Consiglio di Amministrazione di SMSCA e ho viaggiato in Italia per supervisionare la costruzione del Centro Salvatore per la Cultura a S. Elia Fiumerapido. Dal 2015 sono esponenzial- mente aumentati gli sforzi per promuovere il messaggio "Compra l'autentico italiano. Avrai di più", lanciato dal Ministero dello Sviluppo Economico e da ICE - Commissione per il Commercio Italiano. Qual è la sua idea sul- l'importanza dei prodotti Made in Italy? I clienti statunitensi sono più consapevoli del vero cibo ital- iano o ci sono ancora confusioni? Come ho scoperto con i miei programmi di immersione cultur- ale, l'Italia si vende. Tutti amano l'Italia: il suo cibo e il suo vino, la sua gente, la sua storia, la sua arte, la sua musica, il suo design e ancora e ancora. Mi preoccupa comunque il fatto che, con le norme dell'Unione Europea, potrebbe esserci una omogeneizzazione che appiattisce la cultura italiana nel modo in cui vengono prodotti i formaggi e altri prodotti, nonché la contraffazione del "Parmigiano Reggiano", dell'olio d'oliva ital- iano, del prosciutto, eccetera. L'Italia ha sempre bisogno di assicurare che quei prodotti con- traffatti siano rintracciati e fermati prima di svalutare il prodotto "italiano autentico". Lo scorso novembre, è stata organizzata in diversi luoghi di Los Angeles, la prima Settimana della Cucina italiana nel mondo: lo straordinario gusto italiano, con cuochi famosi trasformati in ambascia- tori del cibo italiano. Ha parte- cipato a uno di questi eventi? Cosa pensa di iniziative come questa? Se ne avesse l'opportu- nità, come organizzerebbe la prossima Settimana della Cucina italiana nel mondo a L.A.? Purtroppo no, non ho parteci- pato, perché spesso trascorro l'au- tunno in Italia, tenendo corsi di cucina, raccolta di olive, ricerca di tartufi, ricerca di porcini ecc. Comunque penso che queste iniziative siano grandi e spero che le organizzino regolarmente. La cucina italiana è un tesoro e può davvero aiutare l'economia ital- iana. Non ho suggerimenti concreti, ma penso che queste fiere alimen- tari dovrebbero sempre includere dimostrazioni di cucina, a giudi- care dal successo di programmi televisivi come quelli di Giada de Laurentis, Mario Batali e Lidia Bastianovich. Ho fatto anch'io un program- ma di cucina sulla tv di Santa Monica che aveva venti minuti di ricette e la gente l'amava. In conclusione, può condi- videre con noi i suoi pensieri sul fatto che il 2018 sarà l'anno dedicato al cibo italiano, come annunciato dal Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Maurizio Martina e il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini? Sono certa che sarà un grande successo. Gli americani amano il cibo italiano e l'Italia deve coglierne il 2018 per riaffermare la propria cultura e la propria cucina. Ho scoperto che i parteci- panti ai miei programmi amano sempre sentire l'origine di una ricetta, quindi il mio suggerimen- to è: siate sempre sicuri che lo chef lo preveda nella sua presen- tazione.

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