L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-27-2017

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GIOVEDÌ 27 LUGLIO 2017 www.italoamericano.org 5 L'Italo-Americano IN ITALIANO | i dialetti di ogni regione, tutto può risalire al modo in cui le culture locali e quelle degli immigrati hanno trovato un equilibrio tra di loro. In realtà, se volessimo andare più a fondo nella storia di qualsia- si paese, capiremmo agevolmente che ciascuno è stato inizialmente, almeno in parte, popolato attra- verso le migrazioni. Migliaia di anni prima dell'ascesa al potere della gloriosa Roma, l'Italia era un crogiolo di tribù e di popoli di origine indoeuropea che si trasfe- rirono nella penisola attraverso varie ondate di migrazione. Talvolta pacificamente, talvolta con l'allontanamento delle tribù indigene locali, si stabilirono nella penisola e, nel corso dei decenni, divennero loro stessi - perdonando l'uso anacronistico dell'aggettivo - "italiani". Andando velocemente avanti verso l'VIII secolo A.C, i miste- riosi Etruschi diventarono il popolo più importante della peni- sola. La verità è che anche loro erano probabilmente migranti, anche se ancora oggi resta un po' un mistero da dove esattamente siano venuti. Nello stesso periodo, pochi chilometri a sud, i Greci, padri della nostra stessa civiltà e cultu- ra, hanno messo piede sulle fertili terre della Sicilia, della Calabria, della Campania, della Puglia, della Basilicata: ne è nata la Magna Graecia. Per molti di noi, l'arrivo dei nostri cugini greci nelle coste meridionali dell'Italia è l'esempio più antico di migra- zione di massa verso il paese. Quelle furono genti che ven- nero per la ricchezza della natura e delle risorse della penisola ita- liana, genti che hanno contribuito notevolmente, per tutta la loro permanenza, a rendere "l'Italia" l'entità culturale e storica che tutti noi conosciamo e amiamo oggi. In molti modi, questi primi flussi migratori furono essenziali per la formazione stessa dell'identità dei primi "italiani". Tuttavia, per vedere qualcosa di più simile a quello che consi- deriamo una forma moderna di migrazione, non dovremmo cer- care oltre gli anni gloriosi dell'Impero Romano. Includendo dozzine di culture, di lingue e di fedi, l'Impero fu un crogiolo vero e proprio; i Romani avevano abbracciato un approccio tolle- rante nei confronti delle credenze e delle abitudini diverse, e a volte contrastanti, di coloro che vive- vano sotto il loro dominio. I costumi di Roma furono accettati senza essere imposti brutalmente. La libertà di culto era normale anche se tutti i credi dovevano essere associati al culto dell'Imperatore. I cristiani, per esempio, non sono stati persegui- tati perché credevano in un'entità spirituale diversa, ma perché ave- vano negato apertamente la natu- ra divina dell'Imperatore. Le culture di tutti i tipi diven- nero parte dell'Impero e nel giro di un paio di generazioni la romanità divenne il cuore e l'ani- ma di tutti i suoi abitanti. Nel mondo occidentale, l'Impero Romano - e per estensione l'Italia, il suo centro nevralgico – unificò l'Europa culturalmente sotto la stessa bandiera ma, soprattutto, sotto la stessa gamma di valori morali ed etici. Valori che erano romani, ma anche in parte ispirati a secoli di contatti culturali e di relazioni. Vivere nell'Impero divenne un obiettivo per molti, attratti dalle migliori opportunità offerte dal suo sviluppo sociale, culturale ed economico: movimenti migratori dall'interno e dall'esterno alle terre romane divennero una natu- rale conseguenza e un risultato della sua ricchezza e della sua stabilità, proprio come sta succe- dendo nel mondo occidentale nei tempi moderni. Roma aveva poli- tiche precise quando si trattava d'immigrazione: erano accettate tutte le persone di cui l'Impero aveva bisogno come forza lavoro, mentre tutti gli altri erano espulsi o rifiutati all'ingresso, spesso con metodi tutt'altro che umanamente accettabili. In definitiva, la forza dell'Impero Romano è stata, in effetti, anche il risultato di quanto bene e completamente tutti i non- Romani sono diventati Romani e come diverse culture e patrimoni hanno trovato spazio sotto l'ala protettiva della cultura e delle istituzioni dell'Impero. Tra tutti questi movimenti migratori, uno spicca certamente su tutti gli altri, quello dei cosid- detti "barbari", spesso rigorosa- mente associati all'idea di "inva- sori" violenti e combattenti, quan- do in verità l'arrivo di queste per- sone nelle terre di Roma fu spes- so più pacifica e di basso profilo di quanto ci si possa aspettare. Nel Medioevo, la migrazione verso l'Italia è stata meno etnica e più orientata dalle professioni, con persone che si sono mosse da altre parti dell'Europa, oltre che dall'interno dell'Italia, per rag- giungere gli importanti centri cul- turali ed economici del paese. Quanto più ci avviciniamo ai tempi contemporanei, tanto più il paese è diventato un luogo di emigrazione tanto quanto un paese di immigrazione: dalle sponde del Mediterraneo a quelle dell'Atlantico, l'Italia e le sue genti sono state accolte tanto quanto hanno accolto: la comu- nità italoamericana negli Usa ne è rappresentazione e simbolo. Durante i secoli, come è facile immaginare, l'immigrazione è stata una risorsa enorme per il paese, anche se a volte ha causato problemi, radicati soprattutto nelle difficoltà legate all'integra- zione e alle differenze culturali. Mai come oggi, superare tali dif- ficoltà appare più difficile per un paese che è l'unico hub che acco- glie nel Mediterraneo per migliaia di persone che fuggono dalla guerra, dalla fame e dalla morte. Lo sforzo è reale e sta metten- do in crisi l'intero paese, le sue istituzioni e i cittadini. La solu- zione rimane, alla radice di essa, una ed una sola: rispetto. Rispetto delle vite, dei diritti e del dolore di chi cerca rifugio, ma anche il rispetto per la gente, gli ideali e la cultura italiana, culla della nostra stessa civiltà. Italia: (più di) mille anni di immigrazione Lo sforzo è reale e sta mettendo in crisi l'intero paese, le sue istituzioni e i cittadini. La soluzione rimane, alla radice di essa, una ed una sola: rispetto. Rispetto delle vite, dei diritti e del dolore di chi cerca rifugio, ma anche il rispetto per la gente, gli ideali e la cultura italiana, culla della nostra stessa civiltà NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ Continua da pagina 1

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