L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-10-2017

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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 10 AGOSTO 2017 D iciamo che vi trovate a F i r e n z e i n u n r o v e n t e p o m e r i g g i o e s t i v o , a camminare per le strade strette della città in modo spensierato. Diciamo anche che, improvvisa- mente, vi sembra di notare la silouette di una minuscola porti- cina che emerge dalla facciata di u n p a l a z z o a n t i c o c o m e u n miraggio. Non preoccupatevi, non è che siete appena arrivati a Lilliput: vi è semplicemente accaduto di imbattervi in una delle tradizionali "buchette del vino". Sparse in tutto il centro di Firenze, ma presenti anche nelle aree vicine e in altre città tosca- ne, queste particolari "porticine" sono ovviamente troppo piccole per essere una vera porta o una fines tra: per cos a s ono fatte quindi? E perché questi partico- lari "oblò" sono così popolari che ce ne sono più di 150 ancora a Firenze? Come suggerisce il n o m e s t e s s o , l e c o s i d d e t t e "buchette del vino" (o "finestrini del vino") erano fondamental- mente "piccoli fori" (o "piccole finestre") utilizzate per il vino. Il loro scopo non era certa- mente quello di adornare le fac- ciate in cui erano costruite: al contrario, c'erano piuttosto per un motivo funzionale, essendo legate a un modo particolare di vendere il vino locale dal pro- duttore al consumatore, diretta- mente per strada. Nella maggior parte dei casi, oggi le buchette sono purtroppo ignorate o trascurate dai turisti che passano veloci. Anche quan- do le nicchie vengono finalmen- te notate, spesso si pensa che siano solo vecchi tabernacoli, a c a u s a d e l l a l o r o s t r u t t u r a e forma simili: una porta d'acces- so in pietra arcuata di 15 pollici, di solito situata accanto alle grandi finestre al piano terra dei palazzi e collegata alla cantina con una piccola porta in legno o in metallo. Dopo tutto, non è un caso che queste buchette venis- sero chiamate "tabernacoli del vino". Ma il fatto è che rappre- sentano una specifica caratteri- stica architettonica e culturale di Firenze e dei suoi dintorni. Le origini delle buchette del vino risalgono almeno agli ulti- mi decenni del XVI secolo: in seguito ai grandi cambiamenti nella politica e nell'economia europea, molte ricche famiglie fiorentine dovettero mettere da parte le attività bancarie e tessili con cui avevano fatto la loro fortuna per reinventarsi come produttori di vino, riconvertendo così la loro terra ad un'attività più redditizia. Da allora, tutta- via, la città di Firenze è stata associata alla produzione e al consumo di vino per diversi secoli, nella misura in cui questa attività era già diventata una delle fonti più importanti di entrata: come risulta dalle cro- nache di Giovanni Villani e di Giovan Battista Tedaldi, tra gli altri, allora i vigneti non erano tutti relegati alla famosa zona del Chianti, ma erano presenti anche nella campagna che poi si trovava appena fuori le mura della città. Così, famiglie impor- t a n t i c o m e g l i S t r o z z i , g l i Albizi, i Pazzi, i Ricasoli e gli Antinori cominciarono a investi- re nel settore vitivinicolo. Comunque sia andata, fu solo nel XVII secolo che le buchette del vino ebbero il loro picco di popolarità, soprattutto nelle stra- de più affollate della città e nel quartiere Oltrarno. C'era almeno un triplice motivo per la capilla- re diffusione delle "piccole fine- stre": innanzitutto, vendendo direttamente al cliente sulla stra- da attraverso le proprie buchet- te, le famiglie ricche di viticol- tori hanno ridotto i costi, mentre allo stesso tempo hanno tenuto g l i a c q u i r e n t i f u o r i d a i l o r o grandi palazzi. Inoltre, per via della bassezza e della dimensio- ne della buchetta (che era appe- na più grande di una bottiglia di vino), era possibile per i clienti rimanere completamente anoni- mi. Bussando alla "porta picco- la" di un palazzo nobile, tutti potevano chiedere al servo che lavorava lì un fiasco o solo un bicchiere di vino della casa, come pure un po' di olio d'oliva, di farina, prosciutto o verdura dai possedimenti dei ricchi pro- prietari. Allo stesso tempo, in onore di San Martino Vescovo ( s a n t o p a t r o n o d e l l ' a r t e d e i Vinattieri, la "Gilda dei vinai" di Firenze), le persone potevano lasciare nelle nicchie cibo o vino extra per quelli che si trovavano in difficoltà. Oggi, anche se molti buchette sono state distrutte o dimenticate dopo tutti questi secoli, ancora se ne possono trovare mentre si cammina lungo le strade uniche della città rinascimentale. Negli ultimi anni sono state create anche alcune associazioni locali per scoprire, salvaguardare e c e r c a r e d i e l e n c a r e t u t t e l e buchette del vino. Molti dei "tabernacoli del vino" sono stati recentemente murati: ad esempio quelli su Via d e g l i A l f a n i 8 4 , V i a d e l l e Caldaie 28, Via de 'Ginori 7 (Palazzo Neroni) e Borgo degli Albizi 12 (Palazzo Albizi) in cui a n c o r a s o p r a v v i v e s o l o u n segno. Altri invece sono sicuramente ben conservati e ancora mostra- no non solo la porta originale, ma anche le relative targhe e gli orari: una delle più notevoli buchette di tutta la città, quella in Via del Giglio 2 (Palazzo Bartolini Salimbeni), ha le paro- le "Vendita di Vino" scritte in lettere maiuscole, mentre una targa vicina ci informa sugli orari di apertura della cantina, p r o p r i o c o m e a v v i e n e p e r l a b u c h e t t a s u V i a d e l l e B e l l e Donne 2 (Palazzo Viviani ). Ma c'è qualcosa di più delle buchette del vino rispetto all'es- Oggi, anche se molte buchette sono state distrutte o dimenticate dopo tutti questi secoli, ancora se ne possono trovare mentre si cammina lungo le stra- de uniche della città rinascimentale sere semplici retaggi del passa- to: molte di loro sono state rein- v e n t a t e e d e s t i n a t e a s c o p i diversi e più moderni. La nic- chia su Borgo degli Albizi 17 (Palazzo Landi) è ora una cas- setta postale, mentre quelle su V i a d e i G e p p i 1 e V i a Sant'Agostino 3 sono state tra- sformate in veri campanelli. U n a b u c h e t t a s u V i a d e 'Bardi 31 è stata usata per pub- blicizzare una gelateria locale, mentre i "tabernacoli del vino" in via San Cristofano 2 e Via di Santo Spirito 25 sono diventati tabernacoli effettivi, con le effi- gi della Santa Vergine. Almeno uno dei portali del vino della città (quello con "VINO" in Via del Trebbio 1, all'angolo con Palazzo Antinori) è un falso, installato come una pubblicità per il vicino ristorante Buca Lapi. T u t t o s o m m a t o , a n c h e s e quello delle buchette del vino è forse un piccolo fatto curioso nella grande storia di Firenze, è comunque molto interessante per quei viaggiatori curiosi che vogliono imparare qualcosa di nuovo sulla vita quotidiana dei suoi cittadini passati e presenti. Buchette del Vino, i piccoli tabernacoli del vino di Firenze LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA C'è qualcosa di più delle buchette del vino rispetto all'essere semplici retaggi del passato: molte di loro sono state reinventate e destinate a scopi diversi e più moderni

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