L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-10-2017

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www.italoamericano.org 17 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 10 AGOSTO 2017 M olto antica e di grande interesse è la storia della Tuscia romana o Alto Lazio. Le sue caratteristiche naturali ne delineano un paesag- gio molto particolare. Il nostro viaggio può partire dalle terme etrusche, vicino Viterbo, dal parco del Bulicame, se non altro per la citazione dantesca "Quale del bulicame esce ruscello" o anche perché ce ne tramanda il disegno Michelangelo o soltanto perché la bianca montagnola cal- carea da cui sgorga un'acqua sul- furea a 58gradi, è anche la più famosa della zona. C'è sempre qualcuno immerso fino al collo nella piscina naturale del parco piena dell'acqua sospinta dai gas sulfurei e carbonici che alla sor- gente bolle come in una pentola. Sono chiamate Terme dei Papi perché furono meta privilegiata dei Pontefici: nel 1235 vi sog- giornò Gregorio IX, Bonifacio IX nel 1404, Niccolò V nel 1450. Oggi un moderno impianto termale ed alberghi, fra questi il più noto Niccolò V, sono stati costruiti negli stessi luoghi dove sorgevano un tempo i fastosi palazzi dei Papi. Dopo l'imperdi- bile sosta alle Terme ci si può dirigere verso i rilievi dei monti Volsini coronati da Montefiascone, in splendida posizione panoramica sul lago di Bolsena. Che sia il mitico Fanum Voltumniae, centro nevralgico di tutta la civiltà etru- sca, è un'ipotesi suggestiva nata soprattutto per la sua posizione dominante. Il Fanum era il luogo dove i potenti Lucumoni si riuni- vano per pregare, confrontarsi e decidere le strategie di guerra. A lungo patrimonio della Chiesa, Montefiascone conserva anco- ra nella parte alta, attorno alla Rocca papale, un che di grave e severo ed è una delle maggiori attrattive del luogo. Vi passarono il Cardinale Albornoz quando la Rocca, era il 1353, divenne la più efficace e temibile centrale operativa dell'esercito pontificio, ma vi soggiornarono anche Urbano V di ritorno dall'esilio avignonese, Pio II Piccolomini, Giulio II, Leone X, Paolo III Farnese. Una porta introduce al centro antico. La chiesa di San Flaviano è un curioso gioiello architettonico: formato da due chiese sovrapposte, l'in- feriore romanica, la superiore gotica simile a un grande matro- neo, le pareti hanno affreschi del 300, pilastri e colonne di varie forme sostengono l'originale struttura. L'Alta Tuscia è stata anche terra di briganti e le loro gesta sono divenute leggenda. Domenico Tiburzi è il più famo- so perché, simile a Robin Hood, rubava ai ricchi per dare ai poveri. Volendo si può per- correre a piedi il sentiero dei briganti attraverso aree di inte- resse storico e naturalistico (www.altatuscia.vt.it). Proseguendo invece il nostro itinerario motorizzato, dopo aver visitato Civita ( vedere articolo a parte) ed essersi fermati a Bagnoregio, in piazza Sant'Agostino, almeno per ammirare il monumento a San Bonaventura di Cesare Aureli, ci dirigiamo verso Bolsena. Lago di Bolsena E' il più grande dei laghi vul- canici italiani e si è costituto nel corso di millenni attraverso una serie di sprofondamenti del suolo provocati da un'intensa attività sismica della catena dei Monti Volsini. Le macchie gialle dei campi coltivati a grano e i filari di olivi non riescono a dis- sipare la malinconia che comu- nica questo lago. Le scure acque enigmatiche si illuminano di cupi bagliori barbarici, veleni e assassinii: Bolsena evoca complotti di famiglia, fantasmi, leggende dove simboli e storia si intrecciano,come la figura di Amalasunta, la regina ostrogota relegata e fatta strangolare dal cugino Teodato nella più piccola delle isole del lago, la Martana. Da questa e dall'isola Bisentina si possono ammira- re gli antichi abitati che si spec- chiano nel lago, Capodimonte, Bolsena, Montefiascone. Dimore storiche, chiese e miracoli: a Bolsena, nella cattedrale di Santa Cristina,( un tempo tappa obbligata per i pellegrini che percorrevano la via Francigena verso Roma), si possono vedere i marmi tinti del sangue che sgorgò dall'Ostia consacrata mentre diceva messa un prete boemo. Nacque da questo mira- colo, immortalato da Raffaello nella stanza di Eliodoro in Vaticano, la festa del Corpus Domini istituita da Urbano IV. Un altro altare conserva la pietra basaltica su cui miracolosamente galleggiò Santa Cristina getta- ta nel lago dal padre, il prefetto romano Urbano, per non aver voluto rinnegare la sua fede in Cristo e su cui sono impresse le orme dei piccoli piedi. Da Bolsena si giunge a Gradoli, patria dell' Aleatico un vino rosso liquoroso molto apprezzato. Gradoli è rinomato anche per i fagioli detti del Purgatorio tanto che ogni anno fin dal 1600 si rinnova la tradizione con il Pranzo del Purgatorio dove i fagioli sono il piatto principale. Da non manca- re la visita a Palazzo Farnese costruito su disegno di Antonio da Sangallo il giovane. Per Pier Luigi Farnese fu eretto anche un altro castello a Capodimonte, su una balza del lago. L'itinerario può termina- re a Marta, paese di pescatori di anguille, stazione lacustre molto frequentata dagli stranieri. Civita di Bagnoregio, la città che muore "La grande meteora" è abbar- bicata ad uno sperone di tufo che va lentamente sgretolandosi . Arrivano da tutto il mondo a visitare Civita di Bagnoregio, un'isola di tufo rosso- dorato posto su bianche argil- le. Il tufo si divide in forre e calanchi, sottoposto com'è a un continuo fenomeno di erosione idrogeologica ( l'erosione media è di 7 cm all'anno). Fenomeno che dà al paesaggio connotati da girone dantesco, con la terra che si sbriciola lentamente quasi fosse corrosa da una lenta malat- tia. Il poeta Bonaventura Tecchi, illustre figlio di questa terra, che meglio di ogni altro ha dato voce alla suggestione profonda del borgo, scrive : "Non sarei diventato scrittore se non fossi vissuto alcuni mesi della mia fanciullezza, tra set- tembre e novembre, nella valle di Civita… Lì ho imparato ad amare la malinconia di ciò che passa". Luogo unico, vivo e spettrale, solare e crepuscolare nel contempo, davanti a Civita arroccata e fragile inevitabili si affacciano alla mente considera- zioni sul Tempo che lentamente annienta e porta via gli uomini, corrode e sgretola le case degli uomini e le città e le civiltà stes- se. Civita continua ad esercitare fascini : la abitano pittori stranie- ri, scrittori in cerca di ispirazio- ne; qualche signore d'antan innamorato del silenzio d'estate si muove con un paio di domestici per raccogliere il senso di un estremo bagliore, di una fulgida quanto inarrestabile decadenza. Gli abitanti stabili sono pochi, gestori di bar, bed and breakfast dai nomi evocatori, La locanda della buona ventura, La Corte della Maestà, trattorie che accolgono il flusso quotidia- no dei turisti . Perché questa meravigliosa meteora fuori dal tempo bisogna guadagnarsela , non è alla portata di tutti: un unico, stretto ponte lungo 300 metri la collega al resto del mondo. In cima sta Civita con il suo surreale ciuffo di case medievali. Il Lago di Bolsena e' il più grande dei laghi vulcanici italiani e si è costituto nel corso di millenni attraverso una serie di sprofondamenti del suolo provocati da un'intensa attività sismica della catena dei Monti Volsini Laghi vulcanici, calanchi di tufo, ter me antichissime: è la Tuscia Romana GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO

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