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GIOVEDÌ 10 AGOSTO 2017 www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | E sistono luoghi in cui è possibile ricominciare gra- zie alla generosità di per- sone pronte a dare una mano e una possibilità di lavorare, vivere, sperare, anche dopo un terremoto devastante come quello che ad agosto 2016 ha spezzato in due il cuore dell' Italia, con Amatrice come epicentro. Questa è la storia di un ritorno alla normalità, la cosa più preziosa quando si è perso tutto. Grazie alla generosità di Giovanni e Giuliana Bottero, una famiglia di ristoratori marchi- giani, ha potuto avere in gestione, a titolo completamente gratuito, l'agriturismo il Girasole in frazione San Bernardo a Limone, in provincia di Cuneo. La rinasci- ta dopo il disastro la ritroviamo tra i pascoli verdi della val Vermenagna. In una bella baita in pietra e legno con ristorante, bed and breakfast e piscina, Enrico e Veronica Neroni e le loro due gemelle sono venuti a vivere da marzo 2017, dopo che il sisma si è portato via la loro casa e il loro ristorante, Barcollo, che sorgeva a Torrita di Amatrice, la cui insegna resta ancora appesa nel nuovo locale quasi a testimoniare la voglia di resistere all' interno del Girasole. Giovanni, 66 anni, lo ha gesti- to per 15 anni, ma per motivi di salute, è stato costretto a chiud- ere. Poi, guardando le dure immagini del terremoto dell' estate scorsa in tv, Giovanni ha scelto: "Mi sono immedesimato in quei ristoratori che ad un tratto hanno visto il lavoro di una vita andare in frantumi. Ho pensato a come mi sarei sentito al posto loro, scoraggiato, disarmato, dis- perato. Sentire la terra che trema e polverizza una tua creatura. Ho iniziato a riflettere, poi mi è venuta l'idea." Così su Facebook ha diffuso un appello: "Sono disponibile a dare in comodato d'uso gratuito il mio ristorante, totalmente attrez- zato, fino a quando non sarete nella condizione di poter riappro- priarvi del vostro. Non voglio soldi, né per l'affitto né per altro." L'annuncio rimbalza ovunque sui social. E nell'accordo, che vale per due anni, ha inserito anche una fornitura di legna e un alloggio "tutto gratis" per i nuovi gestori. "Ci telefonò un'amica di Asti, sembrava uno scherzo - dicono Enrico e Veronica, 39 anni -. Abbiamo contattato Giovanni: era tutto vero. Siamo venuti a Limone prima di capodanno per vedere l'agriturismo, ci abbiamo riflettuto a lungo e abbiamo deciso di accettare." Enrico e Veronica vengono a trovare Giovanni, prima per curiosità, poi in maniera sempre più consapev- ole. E accettano. Qui, in quella borgata ad un paio di chilometri dal paese, hanno ritrovato la montagna, la neve, il silenzio. Ciò che avevano e amavano anche ad Amatrice. "E' il posto giusto per ricom- inciare. Con la speranza, non lo nascondiamo, di poter tornare a casa, un giorno. Sappiamo però che un disastro come quello non risparmia niente e nessuno. Abbiamo ancora amici e parenti là, che hanno perso le loro attiv- ità, le loro abitazioni, il loro lavoro. Il turismo è scomparso e molte aziende hanno chiuso o chiuderanno a breve. Per quanto ci riguarda, il giorno dopo il ter- remoto abbiamo preso con noi il minimo indispensabile e ce ne siamo andati a Roma e sappiamo che la via della ricostruzione sarà lunghissima da percorrere. Per questo abbiamo comunque deciso di trapiantare qui la nostra famiglia. Siamo stati davvero for- tunati: i locali ci hanno accolto con grande entusiasmo e disponi- bilità, dal sindaco, che ha dispos- to subito il nostro trasferimento e ci ha aiutato a iscrivere le bam- bine nella scuola del paese, agli abitanti generosi e disponibili". Un gesto, quello del signor Bottero, che ha "contagiato" altre persone. Un commerciante di Canale d'Alba, Antonio Delpiano, un giorno ha telefonato a Giovanni dicendo che avrebbe donato tutto il tovagliame per la riapertura del ristorante. I genitori della scuola dell'infanzia di Limone hanno deciso di pagare le rette scolastiche per le due bimbe di Enrico e Veronica. A Limone in tanti si sono dati da fare per accogliere questa nuova famiglia. Enrico e Veronica ricordano il loro locale nella frazione Torrita, a 6 km dal paese di Amatrice. "Ricollocarsi, per un ristoratore che perde tutto- sottolineano -, è quasi impossibile. In questi mesi siamo stati in giro a fare l'Amatriciana in un sacco di local- ità. Un collega di Agliè, vicino a Ivrea, era disposto a darci tutto. Ma noi siamo gente di montagna, la pianura non fa per noi, da qui la nostra scelta di accettare l'offerta di Limone Piemonte e trasferirci in questa bellissima valle." Il locale, che è stato inserito nella nuova Guida dei Ristoranti della Tavolozza, è custode di un'importante tradizione gastro- nomica di un territorio diverso dal posto dove si trova, ma che risponde ai valori di solidarietà e accoglienza propri dell'associ- Solidarietà e impegno dopo il terremoto del 2016 : l'Italia che si rialza azione, che riunisce i locali custo- di della gastronomia tipica del territorio. Il menù e' tipicamente amatri- ciano, con qualche portata anche per i celiaci. "Cercheremo di imparare – commenta Enrico- con tanta umiltà, anche ricette cuneesi. Per noi comincia una seconda vita a quarant'anni. Con un po' di pazzia, intraprendenza e coraggio, vogliamo vincere ques- ta scommessa. Dobbiamo trasmettere ai piemontesi la pas- sione quasi ossessiva che la gente del sud ha per il cibo». Per questo, all'interno del locale troneggia un cartello con gli ingredienti fondamentali per la rinomata amatriciana:" Guanciale, pomodoro, vino bian- co e….passione!" Le materie prime arrivano direttamente dalla loro terra dev- astata, dove ancora resistono alcuni produttori locali: "Cerchiamo di fornirci da loro anche per aiutare a mantenere in piedi le poche attività che lottano contro i disagi della situazione. Molti non hanno resistito, altri chiuderanno presto…ma restiamo fiduciosi, anche se per ora la nos- tra casa è qui." Ed è di pochi giorni fa la notizia che porta un altro soffio di speranza per le terre terremo- tate: a Norcia, altro paese grave- mente danneggiato, e' ricominci- ata la raccolta di lenticchie, prodotto tipico del territorio marchigiano. "La Lenticchia di Castelluccio è uno di quei prodot- ti tipici del nostro territorio acquistati da più di un italiano su tre, che proprio in occasione delle vacanze estive ha deciso di fare visita alle aree colpite dal terre- moto," raccontano da Castelluccio gli agricoltori di Coldiretti. "L'acquisto di prodotti tipici locali è una delle forme più diffuse di solidarietà attraverso la quale gli Italiani hanno voluto esprimere la propria vicinanza alle popolazioni terremotate nell'ultimo anno." Insieme al ritorno della lentic- chia, gli agricoltori hanno fes- teggiato un lento ma costante ritorno dei turisti in queste aree. "Il ritorno dei turisti italiani e stranieri è determinante per chi come gli agricoltori è rimasto a presidiare queste terre ferite e abbandonate dall'esodo forzato," ha detto il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo. Questo è un altro piccolo grande passo, proprio come il ritorno dei "cavalli" e la prima fioritura dopo il sisma. A Norcia, c'è un altro luogo che è ripartito alla grande dopo il terremoto: il birrificio dei monaci benedettini che producono una birra speciale. Insomma, segnali importanti di rinascita e ritorno alla normal- ità che in questa zona vuol dire sopravvivenza e voglia di ricom- inciare. Papa Francesco prega tra le macerie di Amatrice L'Amatriciana. Simbolo di Amatrice e una delle ricette italiane più conosciute al mondo NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ