L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-10-2017

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/859090

Contents of this Issue

Navigation

Page 12 of 43

www.italoamericano.org 13 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 10 AGOSTO 2017 P asquale Rotolo pensava che la sua famiglia avesse troppe figlie. Angelina era la prima, poi Lucia. Anna sogna- va di mandare le figlie a studiare con le suore, ma Pasquale rise e le disse che avrebbero dovuto lavorare nei campi finché non gli aves s e dato figli. Q uando Francesco fu seguito da Michele, pensava di poter tenere il passo, ma poi vennero A ntonietta, Michelangelo, Rosa e Leano. Pasquale pensava che una volta che Michelangelo fosse stato abbastanza grande da lavorare poteva ris chiare di mandare Michele a "L'America". Così, nel 1912, Michele andò negli Stati Uniti e per un po' sembrò che l'investimento stesse pagan- do buoni dividendi. Se non fosse stato per la guerra, i quattro dol- lari al mese che Michele manda- va a casa sarebbero continuati. Pasquale aveva combattuto con Garibaldi dalla barba rossa e non c' era modo ch e potes s e evitare al figlio di servire il Paese che aveva aiutato a creare, anche se proprio il governo per cui aveva combattuto ora lo stava tassando riducendolo di nuovo in povertà. E così Michele tornò dagli Usa solo perché il governo minacciò di bloccare i futuri ritorni di quegli emigranti in età militare che non si arruola- vano. Dopo il servizio militare, avrebbe aiutato la famiglia con un altro raccolto. L'ultimo giorno di Michele a Castellana iniziò in silenzio. Si avvicinò al focolare, dove la caf- fettiera continuava a far uscire vapore sopra un piccolo fuoco e portò il bollitore al tavolo di legno dove c'era una ciotola di ceramica marrone, piena di pane vecchio. Versò il caffè sopra il pane, mangiò e pensò al lavoro. Michele mise le dita nel caffè caldo e tirò fuori un pezzo di pane inumidito. Lo inghiottì senza masticare. Quando aveva fatto lo stesso con gli altri pezzi, soffiò sul caffè e lo svuotò in un sorso. Anna sgusciò le uova marroni e le mescolò in un grande cumu- lo di farina. Non stava cantando oggi. Non diceva niente. A dif- ferenza degli altri giorni quando avrebbe detto qualcosa sulle belle uova che i polli avevano dato alla famiglia o annunciava i nuovi arrivi nella famiglia dei conigli, oggi lavorava in silen- zio. Michele la lasciò in quel silenzio per unirsi ai suoi fratelli e al padre nei campi. Quei campi e la piccola città di pietra erano stati tutto quello che aveva conos ciuto fino a quando aveva avuto quasi diciot- to anni. P er quanto potes s e, vedeva le distese dei campi che si allungavano in una direzione verso le colline dove stavano gli ulivi, e nell'altra verso il mare. L'America gli aveva mostrato altro. Per due anni aveva lavora- to come aiuto muratore per costruire le strade e le case di Chicago. Oggi era il suo ultimo giorno di lavoro con suo padre e i suoi fratelli. Oggi nessuno parlava mentre erano chini a raccogliere file infinite di fave. Michele continu- ava a controllare la posizione del sole. A pranzo mangiarono senza dover condividere una parola, poi dormirono all'ombra degli ulivi. Quando il sole affondò sulle cime degli alberi, caricò l'asino con i sacchetti di fagioli e si diresse a casa. Di solito torna- vano tutti insieme quando il sole era affondato sotto i rami degli alberi, ma oggi era partito presto per prepararsi per il viaggio. Scaricò l'asino, lo spazzolò ed entrò in casa. Le sue sorelle erano tutte in cucina, che aiuta- vano la madre a preparare la cena. Tutti lavoravano in silen- zio. Balzò sulle scale e gli occhi rovistarono la stanza per cercare qualcosa che sua madre avrebbe potuto dimenticare. Si sedette sul pavimento e si sfilò gli stivali da lavoro. Si infilò nel suo unico vestito e si avvicinò all'unico paio di scarpe. Fissò i suoi stivali da lavoro. Segnati e raschiati al punto che la pelle era sottile come una foglia di ulivo, sareb- bero stati inutili in America. Li afferrò e corse giù per le scale. Aveva ancora una cosa da fare. Con i suoi stivali da lavoro nella mano sinistra e il fucile nella destra, uscì dalla porta. Michelangelo era fuori, che get- tava pietre ai conigli selvatici che erano entrati nel giardino della madre attraverso la breve parete di pietra che separava la c a s a d a i c a m p i . " F o r s e s t a andando a caccia. Ma perché porta i suoi stivali legati? Non caccia con su il suo vestito!" Michele calpestò le piante di f a g i o l i , c a l p e s t ò i c i o t t o l i e strappò le piante in una nuvola di polvere. I suoi occhi erano fissati su un unico albero, il più grande albero del boschetto, vicino alla cima della collina. Rallentò mentre si avvicinava e si fermò alla sua base. Pasquale e i suoi figli lavoravano ancora s u l l ' a l t r o l a t o d e l l a c o l l i n a . Mario poteva sentire i piedi che si mischiavano tra le file di fagi- oli. " C h e c o s a f a r à ? " p e n s ò Michelangelo. Michelangelo si n a s c o s e d i e t r o u n o l i v o e guardò. Michele era una silhou- ette contro il cielo serale color di pesca. Lasciò cadere il fucile, afferrò gli stivali e tirò su il braccio, gli stivali che pende- vano. Roteò una volta e lasciò che volassero verso i rami. I lacci legati si avvolsero attorno a un ramo nodoso che sembrava il braccio di un vec- chio. Si voltò dall'albero, veden- do ma ignorando il fratello più giovane. Gli stivali laceri erano appesi a un ramo che oscillava nella brezza di Scirocco, come qualche strano frutto troppo maturo che era stato ignorato durante la vendemmia. Michele camminò a pochi passi dall'albero, si fermò, si voltò e lo fissò. Sollevò il fucile e mirò. Michelangelo immaginò un uomo invisibile appeso all'al- bero, che schioccava i talloni e le dita dei piedi insieme, ballava nel suo morire. Aveva visto una v o l t a u n u o m o c h e e r a s t a t o impiccato per aver rubato a Don Pasquale: il volto contorto, che diventava rapidamente del col- ore del vino rosso per quanto si contorceva e contraeva, la lin- gua rosa si ispessiva e si sbian- c a v a c o n l a s c h i u m a m e n t r e usciva da un'ampia bocca aperta che succhiava ma non inghiotti- va l'aria. Blam! Michelangelo saltò da dietro l'albero per vedere il suo ladro morente scomparire lasciando dietro due scarponi vuoti, aperti alle dita dei piedi, le lingue flosce che leccavano i buchi. Michele gettò il fucile ancora f u m a n t e a l l ' a l b e r o u r l a n d o : "Ecco è finito, ho finito con questo lavoro, ucciso con questo fucile!". Si voltò e agitò le brac- c i a s e l v a g g i a m e n t e s o p r a l a testa, corse verso Michelangelo che stava ridendo nervosamente. Suo padre e i suoi fratelli erano s a l i t i i n c i m a a l l a c o l l i n a . Quando raggiunsero la cresta, videro gli stivali che oscillavano sull'albero e scoppiarono in una risata. M i c h e l a n g e l o s c a p p ò v i a spaventato urlando: "Mamma! Mamma! Michele ha sparato alle scarpe, nell'albero, lo hai sentito? Michele ha ucciso le s u e s c a r p e " . M i c h e l e r i d e v a follemente mentre inseguiva il fratello a casa. Avendo ucciso il silenzio della giornata, era pron- to per tornare in America. Una generazione rimossa. L'ultimo giorno "L'ultimo giorno di Michele a Castellana iniziò in silenzio. Si avvicinò al focolare, dove la caffettiera continuava a far uscire vapore sopra un piccolo fuoco e portò il bollitore al tavolo di legno" LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA

Articles in this issue

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-8-10-2017