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GIOVEDÌ 10 AGOSTO 2017 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Q uante volte avete cono- sciuto coppie che sono ben lontane dall'essere armoniose? Cioè, con un partner che dice all'altro: "Fai le tue cose, io farò le mie!", e poi ognu- no è intento alle proprie passioni. Nancy Olnick, un'irriducibile newyorkese e Giorgio Spanu, un sardo trapiantato negli Usa, rap- presentano una piacevole ecce- zione. I due coniugi, molto legati, hanno raccolto vetro di Murano, ceramiche di importanti artisti come Fausto Melotti, Lucio Fontana, Guido e Bruno Gambone e opere d'arte del movimento contemporaneo ita- liano dell'"Arte Povera". Hanno anche sostenuto giovani artisti italiani con il loro Olnick Spanu Art Program, un programma di residenza annuale nella loro tenuta, con l'intento di dare libe- ro sfogo alla loro creatività nella realizzazione di installazioni spe- cifiche in situ. È soprattutto grazie a questi due illuminati mecenati, che opere d'arte del movimento dell'Arte Povera stanno recente- mente godendo di un'attenzione rinnovata, con esposizioni sparse in tutti gli Stati Uniti. Parliamo dell'educazione che ciascuno di voi ha ricevuto e delle vostre più grandi passio- ni. Nancy Olnick: sono nata e cre- sciuta a Manhattan, New York City, dove mi sono specializzata in studi americani presso il Barnard College. Successivamente ho con- seguito il mio Master in Business Administration presso l'Università dell'Arizona, Tucson, AZ. Ho cominciato a raccogliere pop art negli anni '80, ma presto, anche grazie a mio marito Giorgio Spanu, sono rimasta affascinata dalle opere d'arte ita- liane, specialmente quelle in vetro di Murano. In ogni caso, è una vita che sono innamorata dell'Italia ed è lì che ho viaggiato più spesso che potevo. Giorgio Spanu: sono nato e cresciuto in Sardegna, dove ho stu- diato dai frati cappuccini, a Cagliari e Oristano. Successivamente ho frequentato l'Università di Pisa e poi mi sono specializzato in Marketing in Francia, dove ho iniziato ad avere le mie prime esperienze professionali. Fin dalla fine degli anni '80 mi sono trasferito permanente- mente negli Stati Uniti, dove mia moglie e io mostriamo le nostre collezioni d'arte e sosteniamo artisti emergenti. Uno degli artisti contempo- ranei, il cui lavoro ha affasci- nato entrambi, è Jean Dubuffet con Art Brut, che condivide con il movimento dell'Arte Povera, una sorta di democra- tizzazione dell'arte. È questo aspetto qualcosa che affascina entrambi? Giorgio: Ho sempre ammirato Jean Dubuffet. Nancy e io abbia- mo iniziato a collezionare le sue opere d'arte molto tempo fa, non solo per la loro bellezza e per il loro innovativo utilizzo dei mate- riali, ma anche perché ha fatto un fondamentale passo in avanti verso la democratizzazione del- l'arte. L'uso di materiali non orto- dossi è un aspetto che Dubuffet condivide con il movimento dell'Arte Povera. Nancy: La tecnica e il modo di lavorare di Jean Dubuffet erano così radicalmente diversi da quello che stava succedendo al suo tempo, che siamo rimasti molto colpiti dalla sua rottura radicale rispetto alla norma. Tendiamo ad ammirare artisti "ribelli", chiunque abbia avuto il coraggio e si è allontanato dal corso normale degli eventi del loro tempo. Nel corso degli anni, avete messo insieme una vasta colle- zione di vetro di Murano, che ha finito per essere esposta in diversi musei in Europa e negli Stati Uniti. Quali sono stati i passi che vi hanno portato a questo? Nancy: Quando abbiamo ini- ziato a raccogliere vetro di Murano, non era con l'intento di creare una collezione, ma era qualcosa che abbiamo fatto solo per divertimento, per il nostro piacere. Il destino ha voluto che una mia amica di scuola superiore, che non vedevo da decenni, un giorno mi ha chiamato. Aveva visto un pezzo della nostra mostra a Montreal e mi ha chie- sto di mostrare la nostra collezio- ne nell'autunno del 2000, al Museo delle Arti e Disegno, che dirigeva. Questo ha davvero dato il via. Giorgio: Questa è stata la prima collezione che Nancy e io abbiamo messo insieme. Abbiamo studiato profondamen- te l'argomento, creato un catalo- go e abbiamo assemblato una mostra visivamente meraviglio- sa. Nel 2000, il Museo di Arti e Disegno di New York, preceden- temente The Craft Museum, ha presentato la nostra collezione. Per quanto riguarda l'Italia, nel 1999, a Palazzo Martinengo, Brescia (Lombardia), si è tenuta la mostra "Carlo Scarpa: i vetri di un architetto" curata da Barovier. Nel 2001 è stato il turno di "Murano: Vetri dalla Collezione Olnick Spanu" presso Spazio Oberdan, a Milano. Il vostro fantastico patroci- nio delle arti avviene principal- mente attraverso il program- ma d'arte Olnick Spanu. Come funziona? Giorgio: Nel 2003 abbiamo iniziato a realizzare un program- ma artistico di residenza annuale, con cui invitavamo nella nostra residenza di campagna a circa cinquanta miglia a nord di NYC, giovani artisti italiani per svilup- pare opere d'arte site specific. Avete appena inaugurato Magazzino Italian Art, un innovativo magazzino d'arte nella Hudson Valley. La vostra prima mostra è dedicata alla gallerista italiana Margherita Stein. Chi era? Qual è il princi- pale obiettivo della mostra? Giorgio: Margherita Stein è stata la fondatrice della Galleria Christian Stein, a Torino, in Italia, nel 1966. Ha usato per sè e per la galleria il nome di suo marito, un giudice ampiamente rispettato in città, per avere mag- giore credibilità. Era una pioniera, la prima in grado di mettere insieme un fan- tastico gruppo di artisti apparte- nenti al movimento dell'Arte Povera. Ha operato alla fine degli anni Sessanta e all'inizio degli anni Settanta, un periodo di intense turbolenze, specialmente tra i lavoratori di Fiat S.p.A. Quello che ci ha attirato di Margherita Stein è che abbiamo capito, durante la nostra ricerca storica, che oltre l'80% della nostra collezione di opere di arti- sti di Arte Povera era appartenu- ta in precedenza a questa donna affascinante. Nancy: Nelle nostre ricerche abbiamo anche appreso che il sogno di Margherita era portare le opere degli artisti negli Stati Uniti. Abbiamo voluto proseguire la sua missione e questo è uno dei motivi per cui abbiamo dedicato a lei la nostra prima mostra. Potete spiegare brevemente la vostra collaborazione con Urban Arts Partnership (UAP)? Nancy: Urban Arts Partnership è un'organizzazione che aiuta le scuole pubbliche disagiate, sia nell'Est che nella West Coast, a mettere insieme i fondi necessari per sostenere i programmi d'arte. Giorgio: Dato che non c'è una quota d'ingresso per il nostro Magazzino, ogni donazio- ne viene inviata direttamente a UAP. Per ogni dollaro che dona- te, noi corrispondiamo l'importo. In conclusione, state pianifi- cando di mostrare la vostra raccolta in ogni parte della West Coast in un prossimo futuro? Giorgio: Stiamo seguendo con grande attenzione il lavoro di Philippe Vergne, direttore del Museo d'Arte Contemporanea di Los Angeles (MOCA), nonché di Susan Sayre Batton, direttore esecutivo del Museo d'Arte di San Jose. Inoltre speriamo di collabora- re con il Walker Art Center di Minneapolis, dove è stato recen- temente nominato curatore Vincenzo de Bellis di Milano. Il Walker è tra le poche istituzioni degli Stati Uniti che possono vantare una ricca collezione di arte italiana e di "Arte Povera". Nancy e Giorgio: il meglio del patrocinio artistico italiano negli Stati Uniti Nancy Olnick e Giorgio Spanu. Cortesia di Magazzino Italian Art. Foto di Marco Anelli -® 2016 Magazzino Italian Art, Cold Spring, NY. Cortesia di Magazzino Italian Art. Foto di Marco Anelli NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ