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www.italoamericano.org 13 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 24 AGOSTO 2017 N el 1933, Primo Carnera vinse il titolo mondiale di pugilato dei pesi mas- simi con un knockout a sorpresa su Jack Sharkey. Il gigante ital- iano divenne l'immagine dei pes i mas s imi dei primi anni 1930. La sua fama continuò per decenni sia nel wresting che nei film. La figlia del leggendario pugile, Giovanna Maria Carnera, sta onorando la vita e la memo- ria di suo padre nel 50° anniver- sario della sua morte. Il campione morì all'età di 61 anni nel 1967 a Sequals, la sua città natale nella regione del Friuli. Villa Carnera, il Carnera House Museum a Sequals, è la casa che Primo amò profonda- mente. "Nel suo umile modo, era il simbolo di quello per cui mio padre ha lavorato così dura- mente. Era una bella casa, sem- pre piena di amici e di risate", dice Giovanna. "Mio padre ha rispettato gli Stati Uniti ed è stato estrema- mente orgoglios o quando è diventato cittadino statunitense. Tuttavia l'Italia era sempre nel suo cuore. Amava entrambi i paesi ed entrambi i paesi lo ama- vano e lo ricordano ancora oggi". S u o p ad re era u n u omo dalla forza straordinaria, tanta quanto era la sua bontà. Ha detto: "Ho preso così tanti p u gn i n ella mia vita, ma li riprenderei tutti perché tutti i pugni che ho preso hanno aiu- tato i miei figli ad andare a s cu ola". Pu ò d es crivere la bontà d'animo di suo padre? GC: Mio padre ha fatto molti atti di gentilezza ma preferisco che rimangano anonimi. U n esempio che posso darvi è che quando ha saputo che un orfan- otrofio in Italia stava andando in bancarotta, ha mandato abbas- tanza s oldi da coprire i loro costi. Era particolarmente legato agli immigrati italiani quando arrivavano a New York, che dava loro soldi, aiutandoli a trovare lavoro e alloggio, senza chiedere nulla in cambio. Sente ancora la sua presen- za quando entra nella villa Liberty? GC: Sento la presenza di mio padre non solo quando vado in quella casa ma solo guidando verso di lei. Quando entro nella villa, sento lo spirito di mio padre in ogni stanza, special- mente nello studio. Quella era la s tanza di mio padre, che ho costantemente invaso. Quando s edev a dietro la s ua enorme s crivania (avevo circa 4 o 5 anni), portavo la mia piccola sedia e scrivania e mi sedevo proprio accanto a lui fino a quando non aveva finito. È anco- ra difficile per me andare in quella stanza e non ricordare con nostalgia i giorni che non ci sono più. Lei è cresciuta a Beverly Hills, poi a Tampa, Florida, è stata direttore di un istituto psichiatrico. Nel 2010 ha deciso di tornare in Italia. G C: H o s empre voluto tornare in Italia e quando mio fratello, Umberto, è morto nel 2009, ho s entito che era il momento giusto. Ho chiamato i miei due figli ormai cresciuti e ho detto loro dei miei piani. Mi hanno incoraggiato a seguire il cuore. I suoi genitori leggevano L'Italo-Americano. GC: Prima che i miei genitori si abbonassero a L'Italo-ameri- cano, il giornale era venduto s olo in una edicola di Hollywood. Così una volta alla settimana mia madre, mio fratel- lo ed io facevamo una passeggia- ta a Hollywood solo per com- prare il vostro giornale, che era sempre messo da parte per mio padre ogni volta che tornava da uno dei suoi viaggi. Qual è il miglior consiglio ch e Primo le h a d ato come padre? GC: Essere sempre gentili con gli altri e soprattutto mai mollare quando le cose si fanno difficili. Ricorda sempre che sei italiana! C i d ica d i Primo in famiglia. GC: La famiglia era tutto per mio padre. Poichè viaggiava così tanto, quando era a cas a era come se fosse Natale. Ha cercato di essere severo, soprattutto con me, ma semplicemente non pote- va. Una volta mia madre disse a mio padre di sculacciarmi per qualcosa che avevo fatto. Mi ha portato nella mia stanza e mi ha detto di fingere di piangere. Poiché ero una piccola attrice, avreste pensato che mi stava pic- chiando! Mi ha detto che era un segreto tra lui e me. Non mi ha mai sculacciato! Era estrema- mente affettuoso e non mi sono mai sentita al sicuro con nessuno come con lui. Qual è il modo migliore di onorare la sua memoria? GC: Prima di morire, mio fratello ed io abbiamo istituito la Fondazione Primo Carnera con la missione di aiutare i bambini che crescevano in case problem- atiche a trovare una speranza per il loro futuro. Quando Umberto è morto, così è successo alla Fondazione. Vorrei riportarla in vita in onore di mio padre. Quale considera il suo com- battimento più memorabile? GC: Quello che ha perso con Max Baer. Lo dico perché ha vissuto veramente ciò che ci ha ins egnato – mai mollare. Ci vuole molto coraggio per essere mandati al tappeto 11 volte e rialzarsi ogni volta, tutto mentre combatteva su una caviglia rotta. Il suo coraggio e la sua resisten- za mi stupirono. I promotori furono giusti con lui? GC: Assolutamente no. Per molti as petti mio padre era ingenuo e giudicava la gente in base ai suoi principi morali. Certamente si sono presi gioco di lui, e quella fu una delle poche volte che vidi la rabbia di mio padre. Ha trascorso un bel periodo a Hollywood. GC: Fare film è stato qual- cosa che mio padre ha davvero apprezzato. Non era più picchia- to ed era a casa ogni notte. Bob H ope, J ohn Wayne, Charlie Chaplin e molti altri erano tutti amici di mio padre e molte volte erano a casa nostra per cena. Primo Car nera, il campione gentile di Sequals Primo Carnera con la moglie e i figli Umberto e Giovanna Maria Il 29 giugno del 1933 Primo Carnera conquistò il titolo mondiale dei massimi di pugilato Il gigante italiano divenne l'immagine dei pesi massimi dei primi anni 1930. La sua fama conti- nuò per decenni sia nel wresting che nei film. Foto: Villa Carnera, Sequals SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO